27 novembre 2017

Il Lunedì Leggo - L'Amore Quando C'era di Chiara Gamberale

Non c'è niente come un libro di Chiara Gamberale per rimettere in ordine le cose.
Non c'è niente come un suo libro per tornare a scorrere pagine con velocità, mettendo da parte romanzi più pesanti, storie più complicate.
Sarà la semplicità della sua voce, sarà che sa sempre toccare le corde giuste, sarà che in poche righe riesce a condensare tutto.
Lo fa anche questa volta, in un romanzo composto di scambi di mail, sms, telefonate.
Il bianco a far da fondo a poche, ma intense parole.



Due i protagonisti, due ex che non si sentono da dodici anni barra dieci e mezzo, due ex che si sono lasciati senza più cercarsi, e che ora, che il padre di lui non c'è più, tornano a scambiarsi parole, ricordi, innocenti flirt, nell'ora tarda della notte.
Lei è una maestra elementare con sogni da scrittrice, un romanzo nel cassetto, una domanda che le pullula nella testa: cos'ho che non va? Perché l'amore non lo trovo, cosa dà veramente un senso alla vita. La domanda, la rivolge anche ai suoi alunni, che si cimentano in un tema non facile per gli adulti, per un professoressa, figurarsi per loro, trovando però la risposta più semplice.
Lui è un marito, un padre, un fratello e un figlio, che si trova a fare i conti con un amore che forse non c'è più, con un padre che era tutto, e che era anche più di un padre. Anche una persona con le sue debolezze, ad esempio. E che quella ex che lo capisce e lo inquadra al volo, "quella troia", forse non l'ha mai dimenticata.
Si scrivono, Tommaso e Amanda, si cercano, ma il lieto fine, la scena da film, non è detto che ci sia.
Perché questa volta Chiara Gamberale fa il ritratto di due amanti della malinconia diversi, almeno da me, due persone che stanno bene quando l'amore c'era, quando ci sarà, ma non quando c'è.
Meglio la nostalgia verso il passato, meglio la speranza verso il futuro, ma non la gelosia, l'apatia, il cambiare, proprio dell'amore del presente, ché, non per tutti va in meglio.
Basta saper fare i conti con questa realtà, con la propria natura di persone che l'amore lo amano, ma non lo sanno gestire.
Amanda ne è una portatrice sana, una che sa, che se ne sta con il suo cane, che stuzzica, ma alla fine, riconosce la verità, la sua natura.
Le sue parole che si intrecciano con i temi dei suoi alunni (veri, tra l'altro, opera della comitiva del parco di Poggio Ameno), le sue confessioni davanti a una tastiera, sono quelle più genuine e veloci, e sembra di leggere uno di quei film indie, una storia d'amore che però no, non è una storia d'amore, è "solo" un romanzo d'amore. Di quelli più leggeri e più diretti. Più belli.

4 commenti:

  1. Nonostante le poche pagine, qualche anno fa mi era piaciuto davvero molto.
    Anch'io, oggi, sono a tema Gamberale. Ma ho Lorenzo e Lidia, tutt'altro che facili da amare. Anche se, dopo il pessimo Adesso, ho ritrovato (con la scusa della ristampa) Chiara.

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    1. Siamo in sintonia, sì. Qui c'è condensato tutto quello che volevo dalla Gamberale, una leggerezza che è profondità, tanti dialoghi da film indie, tanta verità.
      Adesso, chissà, magari l'anno prossimo, magari meglio i Pagliacci.

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  2. Tra te e il Mr. Ink state facendo una bella pubblicità alla Gamberale.
    Ma vi paga? ;)

    Tra leggerezza e atmosfera da cinema indie, direi che quasi quasi mi state convincendo. Hey, allora la vostra pubblicità funziona! :)

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  3. anche io sono una grande fan della Gamberale, che personalmente trovo immensamente capace nell'analisi dello spirito umano, ed obiettivamente caparbia nell'affrontare nero su bianco le proprie nevrosie ed i propri fantasmi

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