Succede che ci si abitua in fretta.
A domeniche in cui per forza di cose si deve scrivere, e si pensa, da lunedì a sabato su cosa.
A domeniche in cui non si deve scrivere, c'è il Natale di mezzo, le classifiche da stilare, i Golden Globe da commentare.
Succede quindi che ci si disabitua, e ci si trova in shock, di sabato, davanti a uno schermo senza ben chiara un'idea.
Il fatto è che questa rubrica era nata per scrivere, ovviamente, per mettere su carta, su schermo, idee e pensieri, trovando spunti nel quotidiano, in quello di cui si leggeva, in articoli o aneddoti archiviati nella memoria e desiderosi del loro momento di gloria.
Succede quindi che quei primi post, che parlano di quadri, di musei, di soldi, sono quelli che più mi piacciono. Quelli in cui c'è stato un lavoro di ricerca, che mi faceva sentire di lavorare, appunto.
Poi di mezzo ci si è messo un trasloco, il bisogno di sfogarsi ha preso il sopravvento, e anche se si parlava di adattamenti, di nuove scoperte, si parlava sempre più di sé, di me.
E non ci sono abituata, io che tutelo la mia privacy, io che rifuggo foto, condivisioni, uso i social per diffondere la bellezza -o no- di quel che vedo e leggo, o quello che fotografo. Che non sono mai io.
E un po' disorienta: l'ego che prende il sopravvento, una rubrica che diventa più un diario, ma che forse, proprio per questo, piace un po' di più, rende più intimo, più personale, meno standardizzato, questo luogo.
Ma, ovviamente, i dubbi restano.
E si moltiplicano dopo vacanze a cui non ci si è ancora disabituati, in cui era abitudine cambiare ritmo biologico, con le mattine diventate parte della notte, la notte parte del giorno, in cui continuare a scrivere, a leggere, a stare sul divano in compagnia di nuovi personaggi, nuovi film.Tanto, si pensava, due settimane sono lunghissime, ma lunghe davvero! Tanto, ho la fortuna di aver già chiesto un giorno in più a lavoro per i Golden Globe, e con una notte in bianco a chiudere le vacanze in bellezza, chi si lamenta? Chi pensa al trauma di dover tornare in tutto e per tutto al prima, ora che il dopo è arrivato?
Ovviamente, il trauma è arrivato.
E in quelle due lunghissime -ma neanche poi tanto- settimane di pausa, un po' si è pensato.
A nuovi propositi, va da sé, a speranze e sogni da realizzare.
Meno utopistici di un tempo, che no "sentirmi meno in colpa" non è contemplato se la mia natura gira tutto intorno al sentirsi in colpa, ma la voce che mi dice: "tanto, anche se ti senti in colpa ma non fai nulla, non dici nulla, è inutile. O agisci, o la smetti.".
Più sperimentali, ecco.
E che comprendono pure questa rubrica.
Un modo per uscire dall'abitudine, per testarsi, prendendo ispirazione dai 10 minuti di Chiara Gamberale dove per uscire da una profonda crisi, lo psicologo invitava a fare una volta al giorno, per almeno 10 minuti, qualcosa di nuovo, che non si era mai fatto. Affrontare remore e paure, semplicemente uscire dagli schemi, dal proprio guscio.
Ecco, non per dieci minuti, non tutti i giorni, ma almeno una volta al mese, anch'io vorrei buttarmi su nuove esperienze, e se ricordate, con app e incontri casuali, c'avevo già provato.
Piccole, insignificanti per qualcuno, ma importanti per me. Un modo per mettermi alla prova e -soprattutto- per avere di ché scrivere.
Poi sì, può succedere che anche la "nuova" abitudine al cercare il nuovo, l'esperienza, possa portare a un passo da una pazzia: dal rendersi "hair model" per un giorno nelle mani di parrucchieri che devono sperimentare quei colori unicorno che chissà quando passeranno di moda.
Ma per fortuna, la me fin troppo razionale, quella che mai se l'è sentita di fare un tinta in quasi 30 anni, nemmeno un colpo di sole o una mèches nei perfidi anni 2000, ha azionato il freno.
Questa meglio di no.
Non ancora.
Tanto, ha aggiunto, l'idea torna utile anche senza farsi rovinare e rendersi irriconoscibili, giusto?
Giusto.
Mettila, scrivila in fondo al blog, parla di abitudini, di buoni propositi e di esperimenti, anche di quelli troncati sul nascere.
Poi si vedrà.
Quando hai tanto da raccontare e quando hai poco, quando ci sono esperimenti in ballo o piccoli resoconti di te che viaggi col giovine, di te che traslochi, a me questa rubrica personale piace sempre e comunque. Anche con gli spunti rimasti solo su carta, per forza di cose. Anche coi buoni propositi che hai un anno intero per mettere in pratica.
RispondiEliminaPs. Io, nei perfidi anni 2000, roba di seconda elementare, mi ero fatto il ciuffo biondo. Non diciamolo a nessuno.
Grazie, davvero, mi sto applicando però, con piccoli esperimenti, nuove idee.
EliminaPs: nei perfidi 2000 sono stata vicinissima a tingermi di nero, io, pallida come la morte, volevo essere punk a tutti i costi. L'adolescenza...
Mi piace questa cosa del provare cose nuove.
RispondiEliminaPotrei buttarmici anch'io.
Potrei partire dalla tinta color unicorno...
fose. :)
Grazie anche a te, e se vuoi ti giro il contatto dell'agenzia di Vicenza che è ancora alla ricerca di modelli/e pazzi ;)
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