18 marzo 2018

La Domenica Scrivo - Mare (di fascinazioni, imprese, immersioni e altri mondi)

"Io non abito al mare
Non lo so immaginare."
Rubo le parole alla mia quasi compaesana Francesca Michielin, il mare, qui, è quasi equidistante dalla montagna. Un'ora e mezza per arrivare in spiaggia, un'ora e qualcosa per arrivare alla cima di una vetta vera e propria.
Ma al mare, non ci vado mai.
In montagna ci sono stata anche troppo, in quei mercoledì che sembravano domeniche*.
Sarà per questo che il mare non mi ha mai attratto, che in fondo in quelle vacanze giovanili, più che per il mare -un adriatico non certo limpido e da invidia- si "andava al mare" per starsene a prendere il sole, a bere, a fare festa e a fare tardi, come da giovani si fa e si deve fare.
Sarà per questo che l'amore, per il mare, resta platonico.



Resta una fascinazione, in realtà, che va ben al di là di spiagge assolate, di acque cristalline in cui specchiarsi.
Il mare così non mi piace.
Non mi piace la sensazione della sabbia appiccicata addosso, che sporca il mio asciugamano, che scotta sotto i piedi, non mi piace la scomodità nel leggere, unico modo per passare davvero il tempo mentre si prende il sole, non mi piace il sale che resta attaccato addosso, che secca la pelle, anche se mi piace come arriccia i cappelli, come rinverdisce i miei occhi.
Il mare, mi piace osservarlo.
Non d'inverno, che sarà poetico e perfetto come metafora per una canzone, per una certa malinconia in quei paesi-stabilimenti che d'inverno chissà come e in quanti ci si vive davvero.
Mi piace il mare come contenitore di vita in sé. Come elemento in cui l'esplorazione è volendo alla portata di tutti, dove altri animali vivono, così diversi da noi, così -appunto- affascinanti.
E il fremito, mi scatta subito.
Non c'è stato più buio del buio visto in mezzo al mare, in piena notte, con le luci spente, e solo il nero ad avvolgerci, in direzione Grecia.
Non c'è stata distesa infinita che più mi ha meravigliato, di quella blu e bianca, di quella scia che ci lasciavamo dietro, in direzione Corsica.
C'è che il mare mi spaventa, ma mi attrae allo stesso tempo.
Dove non tocco non ci vado, dove non tocco ci vado -in realtà- solo per un passo in più, per provare quel brivido di cercare un appiglio e non trovarlo.


Per questo le storie di mare mi affascinano e forse affascinano chiunque: perchè sembrano delle vere e proprie imprese sempre in bilico, sempre in equilibrio tra due mondi, quello di una barca che naviga sicura in mezzo a insicurezze, quello di un abisso di cui non conosceremo mai la vera profondità.
Guardo con invidia, quindi, quell'amico di un amico abituato a vivere di traversate, che conosce non solo quel mondo ma anche le sue leggi, i nomi dei venti, dei nodi, della stessa barca, un mondo che come quello della musica, ha una lingua a sé.
Guardo con invidia uno come James Cameron (che invidia di solito non mi suscita -visto i film che ha in cantiere) che del mare, dei suoi segreti, vorrebbe sempre conoscere di più, e si è immerso fino a 10.898 metri nella Fossa della Marianne, un punto che solo tre uomini sulla Terra hanno mai toccato.
Guardo con invidia i sub in genere, che provano un'esperienza simile -ma molto più economica- di un'astronauta, vivono per un po' sospesi in un altro mondo senza dover fare i conti con le ansie che per questo -per questo essere dentro e fuori, essere in un non-luogo senza riferimenti- avrei io.


Guardo con invidia Guillaume Néry, sub che conosce nuovi mondi, regalandosi e regalando tuffi al cuore, nuotando senza bombole con i capodogli, camminando in quello che sembra un tempio sommerso al largo del Giappone.
Guardo con invidia pure Javier Bardem, partito assieme a GreenPeace verso l'Antartide, quell'Antartide che mi affascina come il mare, in cui in una crociera di quelle spettacolari, c'andrei subito. Dicevo, invidio Bardem, che si è immerso nel mare, nel mare gelido del Polo Sud, scoprendo colori e forme che nemmeno io credevo possibili.
Non può che affascinarmi vedere e scoprire un mondo che ci è così vicino ma che allo stesso tempo ci è invisibile e ai più inaccessibile.
E mi chiedo se è un fascino naturale, innato e istintivo nell'uomo di per sé curioso, o se quel mare che mai è vacanza per me, quel mare in cui non abito, c'entra qualcosa.

*Già raccontati QUI
Per sapere di più sulla missione di GreenPeace e Javier Bardem QUI
Per le foto spettacolari di Guillaume Nery QUI
Per l'impresa di James Cameron QUI

10 commenti:

  1. Il mare è bellissimo, ma personalmente adoro anche la spiaggia d'estate (ovviamente avendo cura di non scegliere posti troppo affollati e purché non ci siano quei caldi disumani).

    Mi piace l'idea di liberarmi di vestiti e di farmi baciare dal sole, di prendere un po' di colore, di fare chiacchiere, di stendermi sul lettino ad oziare, cullato da un po' di vento ascoltando musica con l'mp3 e le cuffiette.

    Poi c'è il mare che ti rinfresca.

    Inoltre fa benissimo per la vitamina D e in generale per la salute del nostro organismo.

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    1. A dire il vero uno dei miei momenti di felicità trascurabile ma bellissimo, è quando entro in acqua e mi bagno per la prima volta la nuca, e la sensazione di freschezza si espande... però, continuo a non essere fan del mare, delle colonne per arrivarci, del tempo in spiaggia che non so come occupare se non con scomodità.

      Quanto alla vitamina D, non a caso ne sono sempre carente ;)

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  2. ciao, è la prima volta che scrivo, mi hanno attratto e incuriosito titolo delpost e della rubrica di scrittura domenicale. Io vivo - ho vissuto - sia il mare che la montagna un po'come te. Oggi sono un ex camminatore di alte quote e immaginatore di vita al mare. E pureper me, sono geograficamente quasi equidistanti (la ontagan è u po' più vicna, in realtà). Non mi piace la spiaggia affollata (la mia preferita è stata infatti la spiaggia cretese), mi piace invece l'idea di guardare il mare da dietro le fronde di una pineta, come un desiderio pregustato - un po' Tantalo, un po' bambino in vacanza.

    Ti voglio ringraziare per aver pensato agli animali marini e ti voglio chiedere se conosci lo scrittorie marino Bjorn Larsson.
    Buona domenica!

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    1. Ciao Giovanni e benvenuto da queste parti!

      Grazie per le belle immagini del mare, effettivamente se dovessi scegliere, preferisco anch'io spiagge vuote e con del verde a fare da contrasto, qualche estate fa in Toscana non è andata così male proprio per questo ;)

      Purtroppo no, non conosco Larsson, ma sono curiosa di scoprirlo e di scoprire qualche titolo del catalogo Iperborea, che ha iniziato a stuzzicare la mia attenzione da un po'.

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  3. Pure io sto equidistante dal mare e dalla montagna, anche se abito sull'altra coast della nazione.
    Io però preferisco decisamente la playa. Nonostante non sia proprio un tipo solare, la vita di spiaggia mi gusta. Il dolce far niente al caldo ha il suo perché. :)

    Il mare e le storie di mare invece non mi affascinano un granché. Soprattutto quelle che riguardano James Cameron. XD

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    1. James Cameron dovrebbe tentare più imprese come quella per National Geographic e pensare meno ai sequel infiniti che ha in cantiere!

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  4. Anche a me come te, affascina, attrae ma spaventa. Ad esempio fare diving da un lato mi piacerebbe tantissimo dall'altro lato mi spaventa (complice anche la claustrofobia). Ma amo il mare d'inverno! Loredana Bertè non c'entra :D Mi piace scrutarlo quando è agitato, quando ha colori strani, quando le nuvole si riflettono.

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    1. Ansia, panico, claustrofobia, non saper nuotare come dio comanda... sì, a frenarmi dal fare la sub ci sono parecchie cose!
      Il mare d'inverno è pieno di fascino, ma tra freddo, vento e sabbia, è ancora meno attraente per me ;)

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  5. Anche a me piace guardare il mare più che viverlo, mannaggia a Spielberg :D

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    1. Fortuna che qui squali non ce ne sono, anche se un mio incubo è finire in alto mare sola e senza appigli... non riuscirò mai a vedere Open Water o Paradise Beach.

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