8 settembre 2024

Venezia 81 - Il Leone di Caffè

È stata una 81esima edizione molto diversa rispetto alle aspettative della vigilia.
È stata la mia 12esima edizione, finalmente più rilassata.
Vuoi perché sono scesa a patti con le mie finanze e ho ceduto a un appartamento al Lido che permette orari e pasti umani, vuoi perché finalmente il sistema di prenotazione on line sperimentato dai tempi del COVID ha funzionato senza far sputare l'anima ai poveri accreditati. Tanto che per la prima volta sono riuscita pure a vedere dei progetti della Venice Immersive trovandomi poco a mio agio con la realtà virtuale.
Ma è stata anche un Mostra ridimensionata dai grandi nomi e dalle grandi attese, che hanno finito per deludere.


Per assurdo, fra i titoli migliori presentati ci sono 3 serie TV (e solo per incapacità personale non sono riuscita a incastrare Los años nuevos di Sorogoyen), che hanno visto anche il calendario delle proiezioni modificarsi e tenere conto di durate mostruose che imponevano delle scelte.
È il nuovo che avanza, si dice, è la possibilità di vedere in anteprima e su grande schermo un prodotto che sul divano di casa funzionerà di sicuro a metà.

La giuria presieduta da Isabelle Huppert ha premiato donne e storie di donne, trovandomi leggermente in disaccordo sul Leone d'oro ma la linea delle scelte è condivisibile.
Ancora provata dalla visione di 45 titoli in 11 giorni, ho fatto ordine, ho fatto le mie scelte e assegnato il Leone di Caffè di quest'anno.


45. Miyazaki - The Spirit of Nature 


Un documentario che va fuori tema e che non riesce né a chiarire la sua tesi sul rapporto
 tra il Maestro dell'animazione e la natura né a mostrarne tutti i successi.


44. April


Quei film che spossano, scene a camera fissa o quasi, parti e dolori e scene oniriche. 
Il fuggi fuggi dalla sala è una risposta.

43. Youth


Altro documentario che non fa per me. 
Seguire le speranze di giovani tessitori, una durata che spossa nonostante il messaggio.

42. El Jockey


Film antipatico a pelle, che cerca l'estetica più della storia, 
che tenta lo scandalo senza pensare al racconto.
41. Sanatorium


Chiedo venia ai Quay Brothers acclamati dalla critica, ma la loro idea di cinema 
è troppo complicata o semplicemente distante da me.
40. King Ivory


Il solito film americano su droga e cartelli e indagini poliziesche.
Cambiate registro, vi prego.
39. Happyend 


Il Giappone minacciato da un terremoto e la privacy degli studenti sotto minaccia. 
Manca una certa linearità, una certa simpatia per i protagonisti.
38. Harvest


Una regia fenomenale, ma un racconto molto ostico immerso nella natura inglese.
37. Stranger Eyes


La vita vista dagli occhi degli altri, stalker di stalker 
e una certa confusione, anche se i silenzi si riempiono.
36. L'orto americano 


Pupi Avati torna all'horror con un racconto gotico che si farà ricordare 
per una scena scult a dir poco.
35. Love


L'amore dissezionato in lunghe conversazioni norvegesi.
Si riflette ma il cinema è altro.
34. Iddu


L'ho già detto che i film  di mafia, se fatti senza nessun guizzo, hanno stancato?
33. Leurs Enfants apres d'eux 


Racconto generazionale francese che scimmiotta l'indie americano senza trovare i personaggi giusti.
32. Pooja Sir


Thriller poliziesco made in Nepal che appassiona meno del previsto 
nonostante la denuncia che porta avanti.
31. Il tempo che ci vuole 


Un racconto personale sull'amore per un padre e per il cinema da parte di una figlia.
30. Finalment


Altro film molto personale, che chiede pazienza nelle sue musiche, 
nelle sue fantasie a occhi aperti.
29. Beetlejuice Beetlejuice 


Un seguito non richiesto e non così riuscito. 
Manca Tim l'artigiano, manca una storia coerente.
28. Horizon - An Ameican Saga 
Capitolo 2


Secondo capitolo di una saga che non aggiunge molto al primo. 
Speravo in chiarezza, in coerenza, un andare avanti. Invece si perdono personaggi, si aggiunge poco alle storie e il rischio è che non si vada da nessuna parte. 
Dopo 6 ore di visione forse qualche domanda è necessaria farsela.
Ne parlerò meglio la prossima settimana per sistemare almeno le mie idee.


27. Trois Amies


Il classico film francese su amori, amicizie e tradimenti. 
Così classico da dimenticarlo in fretta.
26. Babygirl


Che scelta di carriera è per Nicole Kidman questo ruolo fatto di ansimi e espressioni stupite? 
Un dramma erotico che si trasforma involontariamente in commedia ma che le regala la Coppa Volpi.
25. Campo di Battaglia


Film impostato sulle bruttezze della guerra, così impostato da bruciarsi anche Alessandro Borghi.
24. From darkness to light 


Documentario su un film mai distribuito che finalmente ce ne mostra dei pezzi. 
Lode alla coerenza di Jerry Lewis capace di ammettere si averlo sbagliato, quel film.
23. Queer


Un Guadagnino sotto l'effetto di chissà quali droghe in un film
 che immerge nella visione lisergica di Borroughs. Anche troppo.
22. The Order


Film di stampo classico con le indagini dell'FBI 
su un gruppo di estrema destra pronto alla guerra civile. Ricorda qualcosa?
21. Marco 


Un uomo che si spaccia per sopravvissuto ai campi di concentramento per il bene comune, o forse solo per avere la luce dei riflettori puntata addosso. 
Uno studio del personaggio intrigante.
20. Joker: Folies a duex


Un seguito non richiesto e se proprio, non così. 
Un musical che sembra senz'anima come questo Joker deprimente. 
Uno scacco ai fan adoranti e una morte necessaria per andare avanti.
Che amarezza.
19. Se posso permettermi - Capitolo 2


Marco Bellocchio saluta il suo appartamento e il suo alter ego 
Fausto chiamando a sé il meglio del cinema di oggi.
18. Allegorie Citadine


Anche in corto, Alice Rohrwacher trasmette il suo calore.
 Una piccola storia in collaborazione con l'arte di JR.
17. One to One - John & Yoko


Altro documentario sui Beatles, o meglio solo sugli anni newyorchesi 
di John Lennon e Yoko Ono impegnati più che mai a livello politico e civile.
16. Wolfs


Film divertente e leggero, una coppia adorabile di sbruffoni. 
What else?
15. Jouer avec le feu


Educazione mancata e gli estremismi degli estremismi.
Racconto politico e sociale con il solito grande Vincent Lindon.
14. Pavements


Un documentario molto strano, particolare come la band che racconta mescolando film di finzione, un musical, un museo e il dietro le quinte di questi progetti.
Non mi resta che scoprire la band se il risultato è così geniale.
13. The Room Next Door


Un Almodovar minore ma sempre un Almodovar con stile. 
Ha incantato la giuria e capisco perché, ma le attrici sostengono una sceneggiatura a tratti imbarazzante.
12. Diva Futura


Racconto pop di un personaggio pop italiano che rischia di diventare un compitino ben svolto, se Groenlandia si ostina farli così. 
Per fortuna vince la freschezza.
11. Fisherman


Il primo colpo di fulmine di questa Mostra è una commedia ghanese su un pescatore tradizionale che deve fare i conti con il futuro. E un pesce parlante.
10. Paul e Paulette


Altro colpo di fulmine, questa volta una commedia romantica.
Lui, lei e Parigi con i suoi luoghi tragici da rivivere.
9. Families Like Ours


La serie TV di Thomas Vinterberg che racconta di una Danimarca che cessa di esistere come Paese. L'emigrazione diventa burocratica.
8. Disclaimer


Altra serie TV, questa volta il dramma psicologico di Cuaròn 
che si affida alla solita immensa Cate Blanchett 
Ma Kevin Kline non è da meno.
7. Broken Rage


Le risate più fragorose ce le ha regalate Takeshi Kitano,
 con una storia in due stili e tanta creatività.
6. Nonostante


Alla seconda prova, Valerio Mastandrea si conferma una gran anima e un gran bell'occhio. 
Storie d'amore e storie di fantasmi.
5. Ainda Estou Aqui


Film storico classico ma non per questo meno importante. 
Una pagina nera del Brasile e la forza di una donna.
4. Maria


Il terzo ritratto femminile di Larraín non è il più riuscito (resta Jackie, per me) ma è il più completo unendo pubblico e privato, ascesa e caduta di una grande diva.
3. Vermiglio


Una sorpresa in piccolo e tutta italiana. 
La montagna e la sua comunità durante la guerra, 
l'innocenza dei bambini e gli ardori dei fratelli maggiori. 
Che poesia.
2. M - Il figlio del secolo


È una serie TV, ma è la cosa migliore vista a Venezia. 
Dirompente, esagerata, perfetta in ogni suo aspetto tecnico ancora pulsa.
Che voglia di rivederlo, di averne ancora di un ritratto così.
IL LEONE DI CAFFÈ 
1. The Brutalist


Per tradizione Il Leone di Caffè va a un film in concorso e non poteva essere quel brutalista di Corbet nella sua lunghezza mostruosa ma nel suo rigore da applausi.
Incanta e non molla, finalmente mi conquista.

4 commenti:

  1. La curiosità per The Brutalist dopo che si è bevuto il Leone di Caffè è ancora più alta!
    Anche se non so se sarà all'altezza del vincitore dello scorso anno, Povere creature!

    Per aver visto 45 titoli (di cui alcuni con durate notevoli) in 11 giorni meriti un Leone anche tu. O magari un posto nel Guinness dei primati ;)

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    1. E che non è stato il mio record, anche se dentro ci sono 3 serie TV e un film dalla durata brutale come The Brutalist... forse per minutaggio passato in sala potrei vincerlo.

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  2. Mi è persa un'annata un po' fiacca. Grance curiosità per The Brutalist. Per il resto, aspetto Larrain in primis.

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    1. Grandi nomi e grandi aspettative, in parte deluse. Sì, rispetto ad altri anni sono mancati guizzi o bei film da ricordare, molto nella media e qualche sorpresa inattesa. Scovarli nelle sezioni parallele è sempre complicato, soprattutto se il programma è fitto come quest'anno. Una sforbiciata in favore della qualità, la gradirei.

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