29 agosto 2018

Venezia 75 - First Man - Il Primo Uomo

Chazelle torna ad aprire la Mostra di Venezia, e torna a portarci fra le stelle.
Non quelle splendenti di Los Angeles raccontate in La La Land, ma quelle vere, che ci guardano da lassù e hanno ispirato altri tipi di sognatori.
Torna, e abbandona la musica e i racconti musicali, a favore di un racconto decisamente classico, una pagina di storia americana e mondiale come quella rappresentata da Neil Armstrong.



Di positivo, da una storia che non sembrava nelle sue corde, c'è da dire che si cerca di raccontare questa storia in modo diverso, mettendo al centro il Neil uomo, padre e marito, oltre che ingegnere che persegue il suo sogno. Così, lo conosciamo quando ancora pilota, quando la sua figura di padre viene minata dalla perdita di una figlia, e proprio per cambiare, per un nuovo inizio, tenta la strada all'interno della NASA e del Progetto Gemini.
Poi, però, il racconto si fa davvero classico, alternando missioni, anni, prove ed errori, concentrandosi più sui rapporti con i colleghi, lasciando quella moglie devota in disparte, ad osservarlo con preoccupazione. Fino alla missione finale, a quella Luna in cui si atterra, in cui si scende, mostrando per assurdo come quel piccolo passo, per quell'uomo taciturno, non sia stato affatto piccolo.
Il viaggio interiore, le impronte che Neil lascia, fanno in parte dimenticare che sempre di biopic si parla, sempre di storia americana e di corsa nello spazio, che mai passerà di moda ad Hollywood, e lo fanno anche due interpretazioni particolarmente intense, da un Ryan Gosling che fa apparire tutto così semplice, a una Claire Foy che continua a non sbagliare un colpo, e ad incantare con un semplice sguardo pieno di dolore, amore, lacrime.
Di suo Chazelle ci mette immagini piene di fascino, soluzioni diverse, e piene di significato, in cui lo spazio ci viene mostrato, immergendoci in quel mondo analogico degli anni '60 evitando portentosi effetti speciali.
La vera carta vincente, poi, è essersi portato il fido Justin Hurwitz a musicare il film, con la musica che si fa protagonista, che entra in scena in modo magico, potente, soprattutto nella grigia e polverosa Luna, portandoci in un altro mondo.
Forse le aspettative erano alte, forse la storia già di per sé non sembrava fatta per un regista come Chazelle, ma anche se non riesce a mandarci in orbita, a farci perdere la testa come due edizioni fa, qualcosa resta, anche se in modo flebile, come un'impronta nella polvere, il vapore su un vetro.

7 commenti:

  1. Mi interessa molto e penso potrebbe piacermi. Andrò subito a vederlo quando uscirà, questo di sicuro. Le tue parole mi confortano sotto molti punti di vista e anche le critiche un po' me le aspettavo. Spero possa piacere anche a me quando la vedrò.

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    1. Lo spero, c'è molto di buono anche se le mie riserve sono sul progetto di per sé, fin troppo americano e conosciuto.

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  2. Apertura che poco ispirava, film che poco attenderò nonostante il regista.

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    1. Già, stessa cosa era per me, e non troppo sono stata smentita.

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  3. Attendevo con grande curiosità i tuoi articoli da Venezia! :D
    Per quanto riguarda "First Man", da una parte sono dubbiosa considerando, appunto, il cambio di rotta dopo due film che avevano un legame fortissimo con la musica e il jazz. La scelta di tuffarsi su un classicissimo bio-pic, però, mi incuriosisce comunque considerando che, per quanto ricordati spessissimo, l'uomo e l'episodio storico narrato mi appassionano moltissimo. Gli attori in gioco, poi, sanno come creare la giusta attesa. Le tue parole mi fanno comunque ben sperare :D

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    1. Hai condensato i miei stessi pensieri alla notizia di questo film per Chazelle :)

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  4. Considerando che la nostra esaltazione per La La Land era stata simile, rischia di essere simile anche la (parziale) delusione per questo. D'altra parte ripetersi su quei livelli sembra proprio una missione spaziale. :)

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