5 aprile 2019

Border

Andiamo al Cinema

Svezia, terra di confine.
Un confine presidiato da una guardia dal fiuto infallibile, capace di trovare colpevoli, sostanze illegali, misfatti.
È speciale Tina, e a prima vista non lo diresti.
Senza girarci troppo attorno, Tina è brutta.
Spiace essere brutali, ma in una terra di bellezze come lo è per cliché la Svezia, quel suo viso un po' così, quel suo corpo un po' così, si nota al negativo.
Tina non se ne preoccupa, ha un compagno che è più un coinquilino appassionato di cani, a lui non si concede per problemi tecnici, preferendo girare nuda o a piedi scalzi per quel bosco che circonda la sua casa.
Tutto cambia quando Tina incontra Vore.
Il suo fiuto fallisce, non ha niente di illegale da nascondere, se non la sua identità.
Perché Vore è brutto come lei, scusate ancora una volta la brutalità.
Potrebbe essere suo fratello, o forse sua sorella, non è chiaro che tecnicismo ci sia "là sotto". Ma qualcosa che li accomuna c'è, e proprio a partire dall'aspetto fisico.
Inizia così una scoperta e una riscoperta: di origini e di sé, di futuri e visioni diverse.
In cui conta la "razza", la minoranza, l'adattamento.
E la giusta scelta da compiere.



Detto altrettanto brutalmente, Border è un film che aveva tutte le carte in regola per essere un colpo al cuore, ma così non è stato.
A Cannes si è aggiudicato l'Un Certain Regard, spopola fra critici e blogger, ma io... resto nel confine.
Io, a quella bruttezza, a quei corpi mostrati, a quella natura da abbracciare, mi sono vista tentennare. Qualcosa mancava.
A me, non al film.
Un'empatia maggiore verso Tina, sofferente e indolente, coraggiosa e testarda. E la colpa è forse proprio del suo essere diversamente bella, troppo lontana dai canoni -estetici ma anche caratteriali- a cui sono abituata.
Così ho sofferto mentre si giocava tanto, troppo, sulla stranezza di questi protagonisti, mettendo in scena metafore e analogie nemmeno troppo nascoste su chi oggi viene considerato diverso e sui cammini che sceglie di percorrere chi è diverso e non si sente accettato.
Immersa in quella natura paradisiaca abitata da animali maestosi, questa fiaba nera e sporca in cui non mancano i brividi e non è priva di lampi di luce, non è riuscita a penetrare quanto pensavo. Lasciandomi fredda, quasi delusa.
Brutalmente, mi aspettavo qualcosa di diverso da questi diversi. O forse, semplicemente, di più.

Voto: ☕☕½/5


10 commenti:

  1. L'impatto reale con il film è molto importante, ma non basta a valutare una storia che può anche non piacerci perché non siamo capaci a comprendere qualcosa che non combacia con il nostro stereotipo di una storia d'amore. Detto brutalmente non accettiamo che l'amore nasca tra due persone diversamente belle, cioè brutte.
    Eppure ci sono almeno due film che hanno affrontato questa problematica:
    -La bella e la bestia
    -La forma dell'acqua.

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    1. In questo caso, l'amore conta poco, conta più l'identità, l'appartenenza. Se ho faticato è non solo per l'estetica della protagonista, ma anche per come è tratteggiato il suo carattere. Sulla carta, invece, questa timida emarginata, dovevo amarla.

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  2. Mi dispiace molto che non ti sia piaciuto. Io l'ho praticamente adorato!

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    1. Ero partita con le migliori intenzioni, e sono la prima ad esserci rimasta male dal mio poco coinvolgimento.

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  3. A me è piaciuto parecchio.
    Questi troll atipici mi hanno conquistata così come la loro assurda storia d'amore(?).

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    1. Speravo davvero di rimanerne conquistata anch'io, ma natura a parte qualcosa mi è mancato.

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  4. Io l'ho apprezzato moderatamente.
    Anche a me però non ha conquistato del tutto. Sarà per la sua voluta bruttezza. :)
    O sarà che nel finale esagera e si perde un po'...
    O sarà che è un film in apparenza decisamente originale, ma poi a pensarci bene di queste storie di freaks il cinema è pieno.

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    1. Mi aspettavo una storia diversa, uno sviluppo diverso, e non riuscendo ad entrare in sintonia con la protagonista ammetto di essermi pure annoiata un po'. So essere una persona più brutta di un troll, insomma.

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  5. Gran bel film, per me uno dei migliori dell'anno. Certo ti mette a dura prova... ci vuole stomaco e la volontà di arrivare fino in fondo, e di sicuro regista e sceneggiatori fanno di tutto (volutamente) per crearti disagio, riuscendoci benissimo. Un pugno nello stomaco, ma salutare.

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    1. Diciamo che preferisco altri pugni, qui non sono davvero riusciti a toccare le mie corde, solitamente vicine ai diversi, a chi cerca le sue origini.
      Troppo strani e una freddezza che non sono riuscita a scalfire.

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