1 agosto 2020

Il Re di Staten Island

Andiamo al Cinema

Nome: Scott
Età: 24 anni
Indirizzo: a casa della madre, Staten Island
Titolo di Studi: ritirato dalle superiori
Occupazione: bighellonare con gli amici (si usa ancora il termine bighellonare?)
Aspirazioni: fare il tatuatore
Esperienze: quella quarantina di tatuaggi sul corpo e innumerevoli altri su quelli degli amici
Situazione sentimentale: sesso occasionale con la mia migliore amica, Kelsey


Com'è possibile che Scott non voglia di più dalla sua vita?
Che si attacchi alla scusa del suo disturbo di attenzione, del suo morbo di Crohn, per non trovare la sua strada, uscirsene di casa, combinare qualcosa che non siano guai?
Il fatto è che Scott non è come la sorella, responsabile e stabile che se ne parte per l'Università.
Lui soffre.
Di depressione, di tristezza, di mancanza di quel padre che se n'è andato eroicamente in servizio, lasciando lui -figlio di un pompiere- senza un punto di riferimento.
La madre fa quello che può.
Lo sgrida, lo sprona, lo lascia fare.
Pure lei, d'altronde, si ritrova un tatuaggio discutibile sul polso.


Ma le cose per Scott devono cambiare.
Non può passare pomeriggi e serate con gli amici a guardare film e approfittarsi di Kelsey.
Lei vuole qualcosa di più, loro vorrebbero qualcosa di più.
Non può continuare a sperare di fare il tatuatore se non fa esperienza e non può fare esperienza senza guadagnare almeno qualcosa.
L'ultimatum arriva da una madre che con metà del nido vuoto, s'innamora.
Di un altro pompiere, di un altro uomo, di una minaccia per Scott che cerca di sabotare la loro relazione.
Ma così, inspiegabilmente, matura.
Matura con un nuovo lavoro, un nuovo ruolo in questa nuova famiglia allargata, matura riuscendo a conoscere quel padre che non ha mai conosciuto.


La storia di Scott è quella di Pete Davidson.
Comico e scrittore per il SNL, ex importanti come Ariana Grande, Kate Beckinsale e Margaret Qualley e chiaramente più di questo.
Pete è Scott, lui che a 7 anni il padre pompiere non l'ha visto tornare a casa dopo l'11 settembre (la scelta saggia e patriottica di evitare di inserire questo dettaglio nel film merita un applauso).
Lui che soffre di morbo di Crohn, che ha trovato sollievo nell'uso quotidiano di marijuana, lui che ha vissuto con la madre per troppi anni, lui che voleva sfondare ma non trovava il modo giusto. Non come tatuatore, ma come comico, ovviamente.
Lui che soprattutto ha sofferto di depressione e a fatica ne è uscito.


Judd Apatow convinto a sentire la sua storia ne ha tratto un film decisamente più maturo e diverso rispetto al suo solito.
La vena comica demenziale c'è, la faccia strana di Pete Davidson e le sue battute che hanno il sapore dell'improvvisazione, aiutano.
Il problema è solo che si è voluto dire troppo.
Lavori dalle regole assurde, bambini deliziosi che presto si dimenticano, rapine che lasciano il segno e il tempo che trovano...
Insomma, i 136 minuti de Il Re di Staten Island si sentono tutti e troppo per essere davanti a una commedia di Judd Apatow.
Si sente lo sforzo, il bisogno di mettere dentro questa scena e poi questa e poi questa.
Sforbiciato, avrebbe potuto essere una rivelazione.
Per le trovate, i tempi comici, l'umanità di Pete Davidson, per quei comprimari capaci di rubare la scena come Marisa Tomei, Steve Buscemi e Bel Powel.
Così com'è, resta un buon film, estivo e fresco, che fa sorridere più che ridere, che sa commuovere in quell'omaggio finale ad un padre che non c'è più.


Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. Potrebbe essere il mio genere di film.
    A rischio cult così come a rischio ciofeca... :)
    Speriamo bene.

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    1. Direi che ha prevalso il primo.
      Per me resta un cult mancato, le carte le aveva tutte ma ci si dilunga troppo (ad esempio la storia della rapina compare a caso e non prosegue, la si poteva evitare).

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  2. Effettivamente la durata per il tipo di film appare stonata a priori. Ma ovviamente ad Apatow non si dice di no a prescindere, una mezza possibilità gliela si dà lo stesso.

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    1. La possibilità se la merita, durata a parte resta un film fresco ed estivo con un ottimo protagonista.

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