9 aprile 2021

Another Round

Lo spunto
La teoria dello psichiatra Finn Skårderud, secondo cui al nostro sangue manca naturalmente lo 0,5% di alcool.
Così, la nostra vera natura, il nostro vero modo di essere, dovrebbe essere quello di quando siamo leggermente euforici. Alticci. Brilli.

L'idea
Testarla questa supposizione.
Mantenere stabile quella percentuale di alcool durante la giornata, prendere nota di cambiamenti, di miglioramenti e peggioramenti.


I soggetti
Quattro amici, quattro professori.
Tutti insoddisfatti della piega che ha preso la loro vita, tra giornate tutte uguali, l'ispirazione e la vocazione all'insegnamento che ormai latita, rapporti con le mogli che sono inesistenti, o semplicemente, stanchi.

I fatti
I fatti sembrano dimostrare quanto Skårderud sostiene.
Li vede più sicuri di sé nonostante qualche biascichio da ubriachezza, li vede tornare alla vita, all'euforia, alla voglia di fare e di insegnare.
Coinvolgendo quegli studenti che all'alcool sono devoti.
Tornando a parlare a quelle mogli distanti.
A fare progetti.
A divertirsi.


I pericoli
Che la cosa sfugga di mano.
Che l'esperimento porti all'insidia dell'alcolismo, perché quello che questi 4 amici sembrano non vedere, è che la loro gioia è iniziata ben prima di mettersi a farsi qualche goccetto nel bagno della scuola con il rischio di essere scoperti.
È iniziata con l'idea di provare qualcosa di nuovo, di diverso, che potesse smuoverli.
È iniziata con l'idea di fare qualcosa insieme, di cementare quell'amicizia che non era mai stata testata.
Ma l'alcool è una brutta bestia, queste cose non te le fa sentire o capire.
E in Danimarca, dove il tasso di alcolismo e di abuso è elevatissimo, i pericoli sembrano doppi, soprattutto se non hai nessuno, se non hai controllo.


Conclusioni
Another Round parte da un'idea intrigante, e porta quella che era un'opera teatrale al cinema per volontà di una figlia che ora non c'è più.
Una figlia che se n'è andata a pochi giorni dalle riprese in cui doveva esserci pure lei, Ida (come figlia di Mikkelsen), e a cui il film è dedicato.
E così, si sente ancora di più l'umanità della storia, del soggetto, dei protagonisti, che Thomas Vintenberg ha infuso.
La senti la sofferenza di un uomo come Martin che si sente intrappolato in una vita che non ha crepe visibili, ma che lo schiaccia.
Tutto qui?, sembra dire. Che fine ha fatto l'uomo con una carriera spianata, con pubblicazioni altisonanti, con studenti a pendere dalle sue labbra? Che fine ha fatto quella moglie che amava?


La sua sofferenza la si sente tutta, in quella prima cena, in quelle giornate stanche.
Passa per quello sguardo perso, per i tremori di un Mads Mikkelsen che anche se continua a fare paura, qui fa rabbrividire per la sua bravura.
Esplodendo in quel finale perfetto, ripeto, perfetto, in cui il suo passato di ballerino viene messo alla prova e noi ci troviamo ad applaudirlo fra le lacrime. Nella perfezione, di nuovo.

È un film pieno di vita Another Round, un film che scuote, che stuzzica e che avverte.
Un esperimento riuscito, in cui l'alcool diventa un mezzo e un'arma.
In cui il film stesso diventa un mezzo e un'arma, un avvertimento e una celebrazione dell'amicizia, della vita.
Che ti lascia con la voglia di sperimentare, non solo la teoria di Skårderud, ma di cambiare, uscire, vivere, nel modo migliore.
Con o senza alcool.
Facciamo un goccio, giusto per brindare a un film così grande.

Voto: ☕☕☕☕/5

8 commenti:

  1. Filmone. Denso, toccante, con un finale meraviglioso. Spero che Vinterberg riesca finalmente a prendere l'Oscar perchè lo merita. L'ultima volta ci andò vicinissimo con "Il sospetto", ma fu battuto da "La Grande Bellezza". Stavolta la concorrenza mi pare molto meno agguerrita... faccio il tifo per lui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non vorrei portargli sfortuna nel dire che ce l'ha praticamente in tasca, mi manca da recuperare solo Better Days ma non c'è davvero storia con il resto. E a dirla tutta, nella decina dei Migliori Film avrebbe dato del filo da torcere a molti altri.

      Elimina
  2. A me, sinceramente, non è piaciuto. Avevo tantissime aspettative, ma l'ho trovato un film con un'idea straordinaria alla base, poi destinato a trascinarsi tra commedia e dramma nell'ultima ora di visione. Non l'ho trovato per nulla a fuoco. Forse per via dell'alcol, che obnubila?
    Mads, non me ne volere: per me è nì, anche se ha l'Oscar assicurato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ci sono entrata piano, ma il dolore di quel professore che sente la sua vita già finita l'ho sentito tutto. E la nuova vitalità, con tutti i suoi rischi, pure.
      Partivo senza sapere più di tanto, e ho finito per leggermi tutto della produzione e cercare i dietro le quinte di quel finale che mi poterò nel cuore.
      Mads, come sempre, regala brividi.

      Elimina
  3. Risposte
    1. Io lo aspettavo al cinema ma ho dovuto accontentarmi, lì che riaprono, corri a vederlo!

      Elimina
  4. Più che un semplice film, un modello esistenziale da seguire e da mettere in pratica...
    Ehm, forse. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Basta sapersi contenere, ma se l'alcool fa ballare come Mads, ben venga!
      Quanta verità in questo piccolo film, quanta bellezza a questi Oscar.

      Elimina