3 aprile 2021

Borat - Seguito di film cinema

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Era il 2006 e io ero un'insopportabile snob.
Mia sorella impazziva per Borat, a me bastava qualche minuto per dichiararlo troppo volgare, decisamente poco divertente.
Siamo nel 2020, Borat ritorna con un seguito di film che si fa politico e viene candidato agli Oscar, per la sua sceneggiatura (!), per la sua attrice non protagonista.
E allora mi dico: proviamoci.
Ma proviamoci bene, conosciamolo questo Borat, questo Sacha Baron Cohen che quando non fa l'autista per Madonna o lo stilista gay, in panni seri come ne Il processo ai 7 di Chicago è da applausi.
E finisce che di Borat mi innamoro.


Più dell'originale, bisogna dirlo, quell'esordio folgorante che sì, resta molto, molto volgare, con scene di nudo, lotte nude, escrementi in sacchetto, ma in mezzo a tutto questo, ci sono frecciatine, stoccate, ritratti dell'America in cui per forza di cose ha poi vinto Trump. 
Da raffinati commensali a chiese gremite, da giovani misogini a cowboy nazionalisti, Borat provoca e fa cadere molti veli.
Che altro dire che non sia stato già detto nei 14 anni che mi vedono in ritardo?
Che i tempi comici, i camuffamenti, sono splendidi.
Che il viaggio in America di un kazako per conoscerla meglio l'America diventa irresistibile e mi porterò nel cuore quel passante che corre come non ci fosse un domani e soprattutto la svolta romantica di Borat.

Non tanto quella dedicata a Pamela Anderson, la C.J. nei cuori di molti, ma quella per una futura moglie invitata non richiesta a una cena galante.
Accantonati polemiche, denunce e processi, questo Borat ha garantito tante di quelle sonore risate da far pace con l'adolescente con la puzza sotto il naso che ero.


E il seguito di film?
Quello candidato agli Oscar?
Nasce chiaramente con intenti politici, per mostrare la brutta faccia dell'America trumpiana e uscendo a pochi giorni dalle elezioni del 2020 si fa messaggio di protesta.
Impossibilitato a muoversi liberamente come un tempo nei panni di Borat, Sacha Baron Cohen lascia le redini alla "figlia" Tutar creando così un racconto più femminile che tra chirurgia estetica, molestie e educazione sentimentale fa il suo lavoro.
Fino ad arrivare al famoso segmento con Rudy Giuliani da cui -lo ammetto- mi aspettavo di più, ma non toglie l'unto che si sente e che qualche giorno dopo lo ha portato a far sciogliere pure la tinta dei capelli


Inutile però non sentire un passo indietro rispetto agli esordi genuini, più il messaggio è importante, più la politica viene coinvolta, meno si ride. Le gag esilaranti sono qui un lontano ricordo, e pur mantenendo quel gusto per il volgare tra un ballo sanguinolento difficile da digerire anche per me, donna, o con l'esposizione di teorie complottiste al limite dell'assurdo, l'esperimento è riuscito a metà.
Pure le parti recitate a spiegare l'origine della pandemia in corso sembrano delle battute già vecchie.
Ma Maria Bakalova, più protagonista di Borat ma all'Academy poco importa, si fa voler bene, e alla fine pure il cinico, misogino, maschilista e sopra le righe Borat riesce a far commuovere.
Chi lo avrebbe mai detto, 14 anni fa?


Voto: ☕☕½/5

6 commenti:

  1. Condivido il tuo giudizio su questo film, ma Borat continua a non piacermi..

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    1. Io c'ho fatto pace con anni di ritardo, basta accettare certe volgarità mai banali.
      Ma sì, capisco.

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  2. Io invece ho preferito il sequel, per una volta tanto.
    Il primo l'avevo visto al cinema e ai tempi non mi aveva entusiasmato particolarmente, sarà anche per un doppiaggio che non aiutava. Il secondo grazie a una Maria Bakalova da Oscar per me ha una marcia in più.

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    1. Il primo è incredibilmente invecchiato bene, forse più scemo nonostante le frecciatine all'America, più divertente nel suo non sense.
      Il secondo è stranamente più serio e quindi a livello di risate ci perde. Ma solo per quello.

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  3. Anche io, come Marco, ho apprezzato più il sequel. Ma forse ai tempi ero troppo piccolo per cogliere tutte le frecciate del primo capitolo.

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    1. Visto oggi funziona ancora, incredibile e allo stesso tempo triste visto come l'America non è cambiata. Ci sono pure già frecciatine a Trump, lungimirante Borat!

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