2 aprile 2021

Let Them All Talk

È difficile etichettarlo uno come Steven Soderbergh. 
Non sta mai fermo, varia fra i generi, tra grandi produzioni che coinvolgono George e la sua banda a film più piccoli e ristretti di budget e cast. 
E sperimenta, ancora e ancora.
Riesce a fare un intero film (Unsane) solo con Iphone 7 Plus, e ora per la sua ultima fatica, realizza quasi un intero film su una nave. Due settimane, solo luce naturale, troupe ridotta al minimo (principalmente il reparto sonoro).
I giorni a disposizione sono quelli della durata dell'attraversata dell'Atlantico da parte della RMS Queen Mary 2, che se qualcuno come me se lo era mai chiesto: sì, esistono navi per trasporto turistico che l'oceano lo attraversano.


A non sperimentare nemmeno un po' -almeno negli ultimi anni- sembra invece la protagonista indiscussa del film: Meryl Streep, ormai abbonata al ruolo della snob, cinica, inacidita donna matura di turno.
In questo caso è Alice Hughes, una scrittrice di enorme successo, che ha messo da parte le amiche di sempre, una delle quali la accusa di avere usato la sua storia personale per arrivare al successo, causando un divorzio.
Quel romanzo più celebre, quello da cui la casa editrice preme per avere un seguito mandando pure un agente in incognito sulla nave, che arruola il nipote di Alice come spia, finendo per dar vita a una storyline parallela da romcom… dicevo, quel romanzo è il più odiato da Alice, anche se di idee per qualcosa di nuovo non ne ha.
Attraversare l'Atlantico per andare in Gran Bretagna a ritirare un prestigioso premio, le sembra il modo giusto per sistemare le cose con le vecchie amiche e per trovare ispirazione.
Non sarà facile, perché sempre snob, sempre fredda resta il personaggio della Streep. mentre le amiche approfittano del lusso della nave, stringono amicizie, passano il tempo come possono, alla ricerca di un marito o di pace.


Cosa ne nasce?
Ovviamente una lunga serie di equivoci, alcuni riusciti, altri meno.
Con i tempi che si allungano, le ripetizioni che non mancano, e una generale sensazione che le due settimane di riprese devono essere state più divertenti dietro le quinte rispetto al film in sé, una commedia leggera e piena di spunti non troppo approfonditi.
Di mezzo ci sono molti dialoghi improvvisati, o per usare le parole di Soderbergh: strutturalmente improvvisati, ma Let Them All Talk scorre via senza lasciare troppa traccia, con i giorni che passano e il confronto che viene rimandato e dilazionato, con l'amore che sboccia senza troppa sorpresa.
Fino ad arrivare sulla terraferma, fino ad un colpo di scena che lascia un po' di sasso e che non sembra risolvere granché.


E quindi?
Quindi torniamo al punto di partenza: Steven Soderbergh non è facilmente etichettabile.
Spazia per generi e per metodi, per esperimenti e per cast nutriti, sembrando più interessato a mettersi alla prova che non a raccontare una storia compiuta.

Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. Non mi è dispiaciuto, nonostante la solita Meryl Streep nel suo solito ruolo. Strano che gli Oscar questa volta non ci siano cascati... :)

    A rubarle la scena è il resto del cast, in un tutto in una nave piuttosto godibile e per certi versi più in stile Allen che Soderbergh. A distanza di qualche tempo dalla visione in effetti comunque non è che lasci un'enorme traccia.

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    1. Purtroppo per gli Oscar l'uscita solo su HBOMax deve aver remato contro il volerla a tutti i costi nominata. Credo, forse quest'anno valeva tutto.

      Il post è rimasto fermo per mesi dopo la visione di Natale, e quindi sì, gran poco è rimasto. Anche se un breve documentario sulle riprese in crociera me lo vedrei volentieri.

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