4 aprile 2022

Il Lunedì Leggo - Vita e opinioni di Tristram Shandy di L. Sterne

Ogni tanto sento il bisogno di darmi a un classico.
Di tornare indietro nel tempo, nella lingua, e di leggere quei grossi tomi dalle copertine standard.
Ma è un passato diverso dal solito, quello che ho trovato in Laurence Sterne.
Un passato che ha tanto di moderno nel modo in cui ha concepito e poi scritto questa strana biografia. La definiscono il prototipo del romanzo moderno, quella a cui si sono ispirati o che hanno omaggiato o che hanno riconosciuto come fulgido esempio scrittori come James Joyce e Virginia Woolf e Milan Kundera, gente che con la lingua e con la scrittura si è sempre divertita.
Un prototipo, quindi, in cui molte convenzioni saltano, in cui si gioca a uso del lettore, e dello scrittore stesso.
Al centro di tutto, come da titolo, la vita e le opinioni di Tristram Shandy.


Lui, che così non doveva chiamarsi, lui concepito in un momento di distrazione, lui segnato fin dal momento della nascita da un segno fisico inequivocabile (un naso piccolo, ma davvero si parla solo di un naso, malfidenti!) e, poco più in là nella crescita, da un altro increscioso incidente fisico (una circoncisione ad opera di una finestra).
Lui, che però, mica compare nella storia.
O meglio, aleggia su di lei, come narratore non così fedele, che apre parentesi, digressioni, si perde in altre vite, in altre opinioni.
Quelle del padre Walter, prima di tutto, così aristocratico e ancorato ai suoi ideali.
Quelle dello zio Toby (il mio preferito), ossessionato dagli assedi di guerra, che li ricostruisce nel suo giardino, anche quando si tratta dell'amore.
Quelle di preti avari, di medici distratti, di madri ignoranti, di cameriere smemorate e valletti personali fedeli, che affollano le stanze di una casa in cui la nascita di Tristram sta avvenendo, che prendono le sue parti in fase di battesimo errato, di cui finiamo per conoscere passato, presente e futuro.


E quelle di Tristram?
Restano oscure, restano nell'ombra, almeno fino agli ultimi due capitoli.
Uscito infatti in fascicoli di due capitoli per volta a partire dal 1759, dopo 7 anni di lavoro, Sterne sembra meno ispirato e include parti del suo Grand Tour per sfuggire alla Morte, mostrandoci finalmente un Tristram adulto impegnato però a fare da guida turistica, distaccandosi dalla narrazione a cui ci si era ormai abituati.
In fondo, per quasi 400 pagine, si è riusciti a descrivere una sola giornata della vita di Tristram, quella della nascita!

In tutto questo, parla a noi lettori, ci avverte, si scusa, anticipa futuri paragrafi, realizza pure degli schemi sul flusso della sua scrittura non certo lineare e arriva a lasciare pagine bianche in cui tratteggiare da noi la figura di un'allettante vedova come la signora Wadman.
In questo lungo romanzo che come la Terra attorno al suo asse e nella sua orbita, è digressivo e progressivo allo stesso tempo, ci si diverte a vedere quante digressioni e quante poche progressioni Sterne riesce a fare, amandolo per questo.
E per il suo rivolgersi direttamente a noi, lettori, così moderno nel rompere convezioni.

La tentazione, ora, è di vedere lo strano adattamento filmico A Cock and Bull Story, che come il romanzo infrange la quarta parete mostrando la realizzazione del film/libro stesso.
La tentazione, poi, è di leggere gli studi, di scoprire chi è citato, sbeffeggiato o calunniato, di andare a fondo su come questa Vita e queste Opinioni sono state scritte.
Ma anche senza bisogno di passare al lato academico, la scorrevolezza, la piacevolezza di leggere pagine così leggere e divertenti arrivate da 300 anni fa, rende tutto ancora più gustoso.
Che bello quando i classici non sono così classici.

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