19 gennaio 2018

Maudie - Una Vita a Colori

E' già Ieri -2016-

Dici Maud Lewis e dici: chi è?
Poi però ti mostrano un dipinto come questo:


o come questo:


o come quest'altro ancora:


e qualcosa, nella mente, affiora.
Affiorano cartoline natalizie d'altri tempi, biglietti d'auguri che già nell'infanzia avevano il sapore di vecchio, perché -almeno anagraficamente parlando- vecchi erano.
I dipinti in questione -non le cartoline di auguri- sono datati anni '50-'60, e sono opera di Maud Lewis, la cui vita meritava un film, visto come un film sembra.



La scema del villaggio, la ragazza particolare, con qualche problema mentale, oltre che fisico, a renderla oggetto di scherno dei più giovani come della zia stessa, chiamata ad occuparsene dopo la morte dei genitori, dopo che il fratello da erede universale vende la casa di famiglia e della sorella decide di non occuparsi. Maudie continuo però a soffrire, ha un dolore tutto suo che non sa superare, ha la pittura ad aiutarla. E vuole indipendenza.
La troverà grazie ad un biglietto, un annuncio di lavoro offerto da un altro personaggio particolare -Everett Lewis-  burbero e serio, temuto e non certo rispettato sempre da quel villaggio della profonda Nuova Scozia. Rispondendo a quel biglietto, iniziando ad occuparsi della "casa", delle faccende domestiche e di Everett stesso, Maudie troverà anche un amore, di quelli strani, di quelli fatti di poche parole, di rispetto a suon di urla, di incontro con sensi di colpa.
Lei si prende le sue libertà, lui gliele lascia, e quella casa piccola e stretta, triste e desolata, prende poco a poco colore, con disegni naif che nascono su pareti, scale, sedie e pentole, ma non in un unico angolino, che bianco -come richiesto- rimane.
L'aiuto di Maudie arriva a coprire anche gli affari del pescatore Everett, con la pittura che fa capolino anche lì, nei biglietti del conto, dei promemoria, che attirano la curiosità e la stima di un'artista in vacanza a Marshalltown, e che porta il tutto a New York, nel mondo.
Da un colpo di fortuna, da un occhio che la sa lunga, e prova più che semplice pietà, la vita di Maud cambia, diventando artista a tempo pieno.
Lei non molla il pennello, nemmeno quando l'artrite peggiora e la costringe ad usare bocca e piedi, e quella casa diroccata che casa nemmeno sembrava, diventa punto di pellegrinaggio e di arrivo di chi un pezzo di Maudie vuole.


Sembra un'altra gran bella favola americana (o canadese che sia), un sogno che si realizza, con l'amore, di quelli strani, a metterci lo zampino. Fatto di silenzi, come detto, ma anche di urla e litigi, di un passato che non si condivide e che allontana, di un presente che mette distanza.
Al film, però, quell'aria da sogno, quel guizzo in più, manca.
Saranno personaggi con cui non è facile prendere confidenza, nonostante Sally Hawkins dimostri ancora una volta il suo talento mimetizzante e Ethan Hawk burbero e maschio continui ad avere il suo perché.
Saranno gli anni che passano in fretta, la portata del successo che sorprende e quell'amore che trova spazio in piccoli gesti. Ma purtroppo non tutto torna, non tutto si farà ricordare, per un'altra storia che meritava di essere raccontata, ma in modo migliore. Con più colore.


Regia Aisling Walsh
Sceneggiatura Sherry White
Musiche Michael Timmins
Cast Sally Hawkins, Ethan Hawk
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4 commenti:

  1. Come sai, a me invece è piaciuto molto.
    La Hawkins straordinaria.

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    1. Ricordo sì, peccato che il post sia rimasto in bozza fino adesso (l'accoppiata con Christopher Robin suonava bene) ma del film poco sia rimasto, nella mente e nel cuore. Hawkins a parte, strepitosa.

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  2. A parte The Danish Girl, i film sui pittori raramente mi conquistano. Questo potrebbe non fare eccezione.
    Sally Hawkins da sola mi sa che non basta per compiere il miracolo...

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    1. Come leggi Mr. Ink ne è rimasto incantato. Io a personaggi tanto strani ho faticato a voler bene, sarà che Turner e i suoi brontolii sono ancora nei miei incubi.

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