Andiamo al Cinema
Solitario nella notte va
Se lo incontri gran paura fa
Il suo volto ha la maschera
Scimmia (Monkey man)
Scimmia (Monkey man)
Scimmia (Monkey man)
Misteriosa la sua identità
É un segreto che nessuno sa
Chi nasconde quella maschera
Scimmia (Monkey man)
Scimmia (Monkey man)
Scimmia (Monkey man)
È l'Uomo Scimmia che lotta contro il male
Combatte solo la malvagità
Non ha paura si batte con furore
Ed ogni incontro perdere lui sa
Ma l'Uomo Scimmia ha in fondo un grande cuore
Combatte solo per la libertà
Difende i buoni sa cos'è l'amore
Il nostro eroe mai si perderà
Ha tanti amici e grande è la bontà
Ma col nemico non ha pietà
Monkey Man!
È il film che non ti aspetti da Dev Patel.
Quello che sembra uscito da un cartone anni '90.
O almeno, non quello che mi aspettavo io.
L'attore impegnato, però, ci mette impegno, in tutti i sensi e per il suo esordio alla regia non solo sceglie il genere azione con tanto di botte da orbi, scene cruente e sparatutto, ma lo infonde nella sua cultura indiana, parlando di corruzione, divisione di caste e emarginazione.
Cosa ne esce?
Ne esce un film strano e difficile da etichettare, di cui Netflix non sapeva che farsene e che solo grazie al tocco di Jordan Peele è stato salvato e approdato così nei cinema.
Salvato nuovamente, in realtà, visto come la pandemia aveva rischiato di veder affossare la produzione che dall'India ha dovuto trasferirsi in Indonesia, con Patel chiamato a fare i conti con un budget da gestire girando anche via iPhone e numerosi infortuni personali.
E ti credo.
Perché lo vedi dannarsi per vendetta.
La storia sembra sempre quella: un orfano emarginato che ha sete di vendetta, che vive di combattimenti clandestini mascherato come un uomo scimmia, che riesce ad avvicinarsi sempre più al suo obiettivo fino a una carneficina finale. La carneficina ci sarà, e non sarà finale.
Perché c'è altro da raccontare nella variegata cultura indiana, tra cui la casta degli emarginati Hijra, travestiti e transessuali che si prendono cura di questo orfano acciaccato da uno scontro mal riuscito e da un inseguimento assurdo, lo rimettono in piedi e si mettono pure al suo fianco.
Eccessivo ed esagerato, pieno di sangue, di botte, di azione spericolata, di una regia che si diverte e diverte, che abbraccia il genere e lo rende più profondo.
Anche un po' più pesante, però, soprattutto in un secondo atto psichedelico e di stasi prima di un nuovo e lungo scontro finale.
Che prendendosi così sul serio, viene da chiedersi com'è che sta ancora in piedi e non viene catturato, com'è che para i colpi e li assesta così bene sempre.
Ma tant'è, siamo in un film di azione e si può chiudere un occhio sul realismo, anzi, li ho chiusi spesso entrambi per la cruenza mostrata.
L'uomo scimmia non ha niente da invidiare all'uomo tigre, con colpi ben assestati, sangue a fiotti e una vendetta da servire fredda.
Stacca i prodotti con lo stampino che sbucano come cloni su PrimeVideo, ma forse i temi sono troppi, forse la politica distrae un pochino ampliando il raggio e pure la punta amorosa poteva essere evitata.
Vuole troppo Patel da questo esordio, ma il cuore e l'impegno sono dalla parte giusta.
Voto: ☕☕½/5
Ho un debole per Dev. Vedrò anche se non è il mio genere, per nulla.
RispondiEliminaCinque altissimo per la citazione musicale, dato con il piede alla moda delle scimmie quadrumani ;-) Cheers!
RispondiEliminaChissà se Patel è un fan del cartone? Mi aspettavo più scimmie e meno sangue, vedi a vedere un film senza saperne niente che succede...
EliminaSe si avvicina anche solo un po' alla tua cover de L'uomo tigre, una visione se la merita proprio :)
RispondiEliminaBotte da orbi, inseguimenti pazzi, Dev Patel che ci mette dell'impegno non sempre necessario... la visione la merita ma lo immaginavo diverso e forse funziona più la prima che la seconda.
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