Prima di lasciarvi, però, si continua con il recupero di film della scorsa stagione davvero meritevoli!
E' già Ieri. -2011-
Visti gli elogi letti qua e là mi apprestavo al film piena di speranze.
Inizialmente stavo però già a tentennando perchè il ritmo lento, il protagonista eccessivamente silenzioso non riuscivano a coinvolgermi.
Curtis è infatti a suo modo un marito e un padre amorevole di una bambina sorda. Lavoratore ligio e solitario inizia ad essere vittima di incubi e allucinazioni che minano il benessere famigliare e mentale. Visioni di una tempesta e di un tornado come mai visti prima, che cambiano le persone rendendole aggressive...
Con queste il film prende subito una piega nuova, una piega fatta di dubbi e di terrore che scuote e che fa innalzare il livello di attenzione. Nel lungo cammino che sembra procedere verso la pazzia non si sa bene cosa pensare. Si vuole sostenere Curtis, gli si vuole credere ma come i suoi amici e come la moglie la preoccupazione e la paura prendono il sopravvento.
Le carte vengono svelate poco a poco, sia quell'inizio indecifrabile, sia il passato famigliare di Curtis, non fanno che mettere ulteriore in dubbio la sua sanità mentale e la capacità di stare dalla sua parte nonostante tutto. Quando poi inizierà a costruire un rifugio antitornado il terreno si farà sempre più fragile, tra il lavoro che diventa precario e le cure per la figlia messe a rischio, a prevalere è un senso di disagio per la sua situazione costellata ora di fallimenti di cui perfino il cane deve pagare le spese. A muoversi come un faro o come un'ancora a cui aggrapparsi è la moglie Samantha, capace di perdonare e di trovare la forza per reagire e sostenere il marito, di trovare in fretta delle soluzioni ai problemi che ora sembrano sorgere come funghi.
In un crescendo di silenzio e di rabbie esplose, si arriva a quel finale che colpisce come una mazzata, che fa credere e ricredere nel giro di pochi minuti sulla credibilità del protagonista perchè composto in due parti completamente contrastanti e perchè ci lascia lì, incantati e terrorizzati allo stesso tempo. Tra un climax e un anticlimax, si costruisce l'intera saggezza del film fatta anche di visioni esteticamente splendide e uno stile capace di passare dal drammatico al thriller in pochi istanti.
Michael Shannon è un protagonista eccellente che ripropone la sua sofferta interpretazione già vista in Boardwalk Empire, mentre Jessica Chastain, non bella come al suo solito, è una perfetta e naturale madre amorevole.
A firmare la regia e a scrivere la sceneggiatura Jeff Nichols, solo 3 film all'attivo ma da tenere sicuramente d'occhio.
è uno dei film che vorrei recuperare anche io ... però mamma mia che ansia!
RispondiEliminaAnsia da dubbio, che è la peggiore! Va recuperato e magari guardarlo con un buon dolce può calmare :)
Eliminaappena finito di vederlo.. ma di una lentezza esasperante... e QUINDI? tutto sto casino e poi quando arriva ciò che aspettava lui, sono altrove... non ho capito come devo interpretarlo... bene o male?! sono rimasta così :-O
EliminaParte lento come dici tu, ma il finale è molto bello:)
RispondiEliminaIl doppio finale oserei dire è strepitoso! Una mazzata!
EliminaFilm particolare , ma da prendere sicuramente in considerazione...
RispondiEliminaNon eccedere nelle feste, mi raccomando!!!!!!
Tranquilla Nella, feste in tranquillità ora ho solo qualche chilo da cioccolata da smaltire :)
Eliminaun film strepitoso che mi ha colpito positivamente. E' stata una piacevolissima sorpresa. Spacca!
RispondiEliminaEccome! Ringrazio la blogosfera per avermi messo la pulce nell'orecchio!
EliminaFilm fantastico che da noi è arrivato troppo tardi e ha riscosso troppo poco successo. Peccato.
RispondiEliminaSe non se ne parlava da queste parti non lo conoscevo neppure io, fortuna che ci sono i blogger a rimediare :)
EliminaTake Shelter è un film stupendo! uno dei miei preferiti degli ultimi due anni...
RispondiEliminaTi auguro Buona Pasquetta con un premio da ritirare dalle mie parti!
Uh! Grazie, passo a ritirarlo :)
Eliminaun film che lascia il segno. Non un'americanata di quelle solite, ma una profonda introspezione sugli atroci dubbi della sanità mentale. Penso che sia stata una scelta, quella di farlo iniziare lentissimo e di fargli acquisire ritmo. Una scelta che ha premiato, a mio avviso un ottimo film, passato in sordina in Italia...
RispondiEliminaBel post. :D
Grazie!
EliminaIl ritmo lento è pian piano accelerato, arrivando ad un finale strepitoso e da brividi!