Quando i film si fanno ad episodi.
Se la prima stagione vi aveva sconvolti, preparatevi per bene ad affrontare questa seconda.
Black Mirror torna infatti con la stessa formula (3 episodi/mediometraggi tra loro non connessi) a riflettere sulla società di oggi in cui la connessione e i media la fanno da padrone.
Ancora più inquietante e più azzardato di prima, si concentra maggiormente sull'influenza e l'uso/abuso che dei social network si fa oggi, sulla dipendenza da essi e sul potere che così acquistano su di noi.
Be Right Back parte proprio dalla quantità di foto e ricordi condividiamo quotidianamente presentandoci una coppia in procinto di trasferirsi in una nuova casa. Lui, però, morirà in un incidente stradale (probabilmente causato dalla sua fissazione con il telefono) lasciando la compagna distrutta dal dolore. Un'amica cercherà di sopperire alla solitudine iscrivendola ad uno strano servizio che ti permette di comunicare via chat con il tuo caro defunto grazie ad un software che analizza quanto da lui condiviso in rete e creando risposte in linea con la sua personalità. L'iniziale diffidenza viene presto superata e il vortice in cui Martha si butta si fa sempre più inquietante, in un girone infernale che non aiuta ad affrontare il lutto ma ad aggrapparsi con ancora più forza ad esso.
White Bear risulta ancora più incisivo e angosciante nel mostrare una società sottomessa al gusto perverso di guardare e di osservare. Seguiamo infatti Victoria, risvegliatasi senza memoria in un mondo che ha trasformato le persone in Spettatori, incapaci di reagire e di pensare ma solo di guardare e registrare tutto attraverso lo schermo del proprio telefono. Tra loro si distinguono però dei cacciatori, pronti a dar la caccia e a seviziare chi rifiuta quest'ordine di cose e quindi anche l'ignara Victoria. Man mano che l'azione avanza e con questa anche la nostra empatia, un colpo di scena improvviso e inaspettato capovolge le cose mostrandoci come paradossalmente vittima e carnefice possono coesistere nella stessa persona e facendoci tentennare nel nostro giudizio.
The Waldo Moment, infine, è decisamente più attuale e più interessante per il pubblico italiano visto che mostra come un pupazzo irriverente e apolitico finisce per smascherare tutti i trucchi della campagna elettorale mettendosi poi in prima linea durante le votazioni. Rappresentando tutto quanto gli elettori hanno sempre voluto esprimere ed urlare in faccia ai vari leader, Waldo inizia così ad essere molto più che un fenomeno popolare sul web, ma una valida alternativa al vecchio mondo della politica con il quale finirà per patteggiare. Ovviamente, sarà il suo inventore, oltre ai suoi elettori, a farne le spese.
Più tagliente, più incisivo della prima stagione, Black Mirror continua a sorprendere e a inquietare. I mondi diversi ma credibili che crea sono una perfetta critica dell'oggi e portano tutti la firma di Charlie Brooker (che aveva firmato il primo episodio -il migliore- e collaborato con Kanak Huq per il secondo della precedente stagione). I registi a capo dei vari mediometraggi sono ugualmente da tenere d'occhio perché al di là delle tematiche affrontate e dei sentimenti che riescono a far scaturire con esse, la loro bravura si rivela anche a livello tecnico, in particolare con la fotografia sempre così attenta e particolarmente curata per un lavoro televisivo.
grandissima (mini)serie, peccato ci siano solo 3 episodi.
RispondiEliminavedo che non sono il solo ad aver notato somiglianze tra il terzo episodio e la situazione politica nostrana.
waldo anziché un orso potrebbe essere un grillo... :D
certo il finale non fa ben sperare...
Proprio per niente... anche se quello è stato l'episodio minore della stagione, gli altri due sono da pelle d'oca!
EliminaChissà cosa combinerà la mente malata di Charlie Brooker con la terza...
Un'ottima serie che conferma, parere mio, che gli inglesi hanno una mano notevole per progetti originali.
RispondiEliminaEh già, vedendo altri loro prodotti hanno davvero una marcia in più! Vabbè che se stiamo a vedere le nostre di fiction....
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