1 agosto 2014

The Escape Artist

Quando i film si fanno ad episodi.

Se fossi accusato di omicidio aggravato, a chi non affideresti la tua difesa se non all'avvocato difensore numero uno a Londra, che guida una speciale top 40 e che non ha mai perso una causa?
Liam Foyle, ragazzo dagli squilibri visibili, incapace di piacere e farsi piacere alla gente, che vive isolato con i suoi numerosi uccelli, sceglie ovviamente Will Burton, avvocato di grido e di successo che proprio con lui inizia ad avere i primi scricchiolii di coscienza.
Se il tuo lavoro è infatti quello di rimettere su strada delinquenti grandi e piccoli attraverso cavilli legali, non sarà certo semplice vivere tranquillamente.
Ma anche l'appello di Foyle va a buon fine, tutte le prove a suo carico vengono smontate, e il ragazzo è libero di tornare a casa.
Tutto però non va come previsto, perchè la coscienza, e la morale, bussa alla mente e al corpo di Will, che non concede la sua mano, la sua cortesia, scatenando così una vendetta impensabile e insensata.


Nel secondo giro e nella seconda corsa che vede nuovamente David Tennant protagonista di una miniserie TV della BBC andata in onda lo scorso anno, non mancano i colpi di scena, e nemmeno la perfetta calibratura dei tre episodi che la compongono.
La prima parte è tutta dedicata a Foyle, al misterioso omicidio che lo vede prima colpevole, poi assolto; la seconda è invece la discesa nel girone infernale nel quale Will si trova impantanato, e dal quale proprio la sua amata giustizia, proprio i suoi preziosi cavilli gli si rivolgono contro; per finire, la terza, vede una soluzione dei fatti che lascia con il fiato sospeso, e anche un po' storditi nel ritrovarsi con un sorriso soddisfatto e ghignante sul volto.
Ancora una volta, quindi, il canale inglese fa le cose per bene, costruendo un prodotto che anche a livello tecnico non ha nulla da eccepire: elegante, raffinato e ben studiato in quei colpi di scena -soprattutto i finali- che esaltano.


Al centro della storia ci sono così più storie: quella di un uomo contro la sua morale e la sua coscienza, con un lavoro che lo allontana dalla famiglia, purtroppo nel modo più impensabile; quella di un uomo che crea la sua discepola, un'avvocatessa altrettanto spietata che suo malgrado è la sua rovina; e infine quella di un uomo, un marito e un padre che crede fermamente nel suo lavoro e nella giustizia, e che proprio con questa si trova a combattere, perdendo e vincendo allo stesso tempo.
Tennant (che questa volta ha i capelli un po' così alla Luigi Lo Cascio) interpreta alla perfezione tutti questi uomini, dando un'anima, ferita e spezzata, a uno stacanovista che si deve ricredere e ricostruirsi di nuovo.
Nel farlo, davanti ai nostri occhi, riuscirà a ingannarci per primi, ma soprattutto a sorprenderci e a tenerci con il fiato sospeso.


6 commenti:

  1. mi era piaciuta molto la prima parte, poi andava un po' in calando.
    nel complesso comunque una visione se la merita...

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    1. In calando? No, l'episodio di mezzo magari, ma quel finale risolleva tutto.
      E la visione, anche solo per David, la merita!

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  2. anche a me è piaciuta,,,English do it better!!!

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  3. dalla recensione che ne hai fatto mi hai ricordato due cose targate BBC che ho molto amato, Red Riding e Common, per cui mi sa che lo metto in lista per vederlo dopo aver finito con This is England :)

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    1. Arg, non ho visto nemmeno una dei tre prodotti british nominati, devo rifarmi, per lo meno sul film che è in lista da troppo ormai!

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