23 gennaio 2016

Dio Esiste e Vive a Bruxelles

Andiamo al Cinema (in ritardo)

C'era un'unica ragione a rendermi titubante di fronte al nuovo lavoro di Jaco Van Dormael: la presenza di Benoît Poelvoorde.
Attore da me profondamente odiato dopo essermelo ritrovato in ben due film al Festival di Venezia 2014, va da sé, piaciuti poco, che qui incarna niente meno che Dio.
Sì, lui, con quel ghigno insopportabile, con l'ego smisurato... ma aspetta, effettivamente sì, come Dio ci sta bene.
Sta di fatto che il suddetto film, elogiato dai più, si è accaparrato una nomination ai Golden Globe, non riuscendo però a raggiungere la vicina Francia agli Oscar come miglior film straniero, e allora la curiosità è salita, l'orgoglio è stato messo da parte, e il film visto.

No, non siamo di fronte a un nuovo miracolo da parte di Van Dormael, che c'ha regalato quel gioiellino mai distribuito in Italia di Mr. Nobody, ma siamo di fronte a una commedia leggera solo in parte, divertente quanto basta, con qualche difetto qua e là, ma che ci si gode per bene.
E sorpresa delle sorprese, l'odiato Benoît non è il vero protagonista, visto che a reggere la trama è in realtà sua figlia, la figlia non conosciuta di Dio, sorella di Gesù: Ea.
Un inizio folgorante ci mostra come l'Onnipotente sia in realtà un uomo annoiato della sua vita, che creò Bruxelles, dove dopo molti tentativi ed errori, creò l'uomo e si divertì a condire la sua vita con disgrazie, false speranze, e leggi morali e semplici leggi di Murphy, il tutto tra una birra e un'altra, tra un urlo e un altro, vivendo la sua vita in pigiama in uno squallido appartamento che la moglie non smette mai di pulire.
Ma Ea vuole cambiare tutto questo, vuole fuggire a una vita così misera, perchè lei, a differenza del padre, e come il fratello, i miracoli li sa fare, e si gioca tutto mettendo a soqquadro il grande gioco della vita di Dio facendo conoscere ad ogni essere umano il momento esatto della sua morte.
Il caos? Il panico? Semplice accettazione?
Ognuno a Bruxelles e sulla Terra reagisce a suo modo, ed è qui che Ea discende attraverso una lavatrice, cercando una nuova speranza, dei nuovi apostoli, con cui cambiare le cose.


Da qui, il film si divide in capitoli, pardon, in Vangeli, declinati ai vari apostoli: una donna bellissima ma disabile che non trova l'amore, una donna ricca e tradita che l'amore lo trova altrove, un ragazzino che ragazzino non si sente, un uomo solitario che decide finalmente di vivere e di viaggiare, un erotomane che conosce finalmente la donna giusta, un assassino senza rimorsi.
Una divisione che per regia e per scelte di fotografia e montaggio, sa molto di Francia, sa molto di Amelie Poulain.
Le idee, i soggetti, sono sempre di volta in volta geniali, basterebbero quelle regole di sfortuna comune a rendere perfetto il film, ma è l'accumulo di queste a pesare sulle spalle dello spettatore.
Così facendo, dilatando i tempi e le scene, Dio esiste e vive a Bruxelles perde la sua iniziale brillantezza, ma non perde in efficacia, tratteggiando un Dio per nulla benevolo che nella sua ristrettezza mentale si è lasciato sopraffare dall'odio e dalla vendetta.
C'è bisogno di un po' di rosa, nella vita di ognuno, nel mondo, di un tocco femminile e nuovo, pieno di caritatevole bontà, che possa aggiustare le cose.
Prendendo bene la mira, evitando di affondare il suo obiettivo ma riuscendo comunque a colpirlo, Jaco Van Dormael confeziona il suo film in un'ironia tagliente che anche i religiosi più ferventi sapranno apprezzare.
Anche se poi su quella strada si è un po' perso, l'importante è che ne sia stato folgorato.



Regia Jaco Van Dormael
Sceneggiatura Thomas Gunzig e Jaco Van Dormael
Musiche An Pierlé
Cast Benoît Poelvoorde, Pili Groyne, 
Yolande Moreau, Catherine Deneuve
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Dogma, decisamente più seri: Ida, Kreuzweg

10 commenti:

  1. Come sai, mi ha molto sorpreso. Un po' sbrodolato, nel mezzo, ma un'idea originalissima e ben gestita. Come dici tu, poi, è così intelligente che anche il cattolico più osservante saprà prenderla con il sorriso. In fondo, quanta verità c'è in questo Dio à la Homer Simpson? :)

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    1. Tanta, a volte troppa... Sempre se uno all'esistenza di Dio, in pigiama o no, vuole credere :)

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  2. d'accordo, parte bene poi si affievolisce perdendosi nei francesismi

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    1. La pecca sono forse i troppi apostoli, lo schema dopo un po' é ripetitivo..

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  3. Poteva essere un cult, invece è "solo" un filmetto carino.
    Comunque meglio di niente... :)

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    1. Partendo con la voglia sotto zero é già tanto, sí, troppi pasticci e troppe lungaggini però per un film candidato ai Golden Globe.

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  4. Devo ancora vederlo, sono curioso di scoprire se riuscirà a conquistarmi o se verrà bottigliato. ;)

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    1. Bottigliate difficile, ma anche la conquista sarà dura, come dice il Cannibale un film carino e godibile, nulla di più purtroppo...

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  5. non l'ho ancora visto, perché l'interprete dell'Onnipotente mi sta sul gozzo...
    certo, ne ho letto solo bene, e tu me ne dai l'ennesima dimostrazione

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    1. Pure io odio profondamente Benoit, se ti può invogliare di più però il suo Dio é messo piuttosto in disparte e la vera protagonista é sua figlia... E poi viene così ridicolizzato che un po' ne godi ;)

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