19 luglio 2016

The Night Manager

Quando i film si fanno ad episodi

Il nome John Le Carré non mi ha mai ispirato troppa simpatia.
I suoi thriller, come poi i film tratti da questi, mi hanno sempre dato la sensazione di essere thriller polverosi, giochi di spie internazionali, trame dalla struttura base (uno sconosciuto immesso in un gioco più grande, che salva baracca burattini e pure la bella di turno) che cambiano di volta in volta scenari e protagonisti.
A farmi cadere in scacco, la presenza di Tom Hiddleston.
Attore sulla breccia dell'onda per la liaison con la signorina "civedolungo" Taylor Swift, ma prima ancora, attore dallo charme tipicamente inglese, dall'educazione di quelle che contano, dal fascino irresistibile, che calca teatri importanti e che -giusto per far capire- è amico-amico di Benedict Cumberbatch.
Come Benedict, lo contraddistingue un'eleganza non da poco, come Benedict, è impreziosito da una voce, da un accento british, capace di sciogliere.
All'opera, lo avevo visto solo nella divertente parte di Francis Scott Fitzgerald in Midnight in Paris, io che da film fumettosi come Thor sto alla larga, e allora, complice la produzione british, complice i soli 6 episodi che compongono questa miniserie, sono andata a vedermi The Night Manager.



La trama à la John Le Carré  è sempre quella.
Jonathan Pine, portiere di notte in un lussuoso hotel de Il Cairo, si fa coinvolgere in un gioco più grande di lui, un gioco che mette in mezzo contrabbando e commercio di armi. A metterlo in mezzo, l'immancabile bella, che di lui si fida e si affida, ma che per proteggerlo ci rimette.
Passano gli anni, il portiere di notte ha lasciato Il Cairo per la Svizzera, ma il suo destino è segnato, e incontra nuovamente quel nome, quel nome inglese come lui, che muove la fila di quei commerci: Richard Roper.
Tornano ancora buoni i contatti con una fazione dell'MI6 che a Roper dà la caccia in modo ossessivo, torna buono quel fascino, quel saperci fare con gli altri, perchè è così che Jonathan si costruirà un'identità fasulla, riuscirà ad infiltrarsi fra le fila di Roper, diventandone amico e protetto, per poterlo fermare.
Di mezzo, va da sé, c'è un'altra bella e fragile, anche questa volta da salvare.


Hiddleston, c'è poco da negare, fa qui le prove generali per essere il nuovo James Bond, e visto il fascino, l'eleganza con cui porta quelle camice e quei completi, quella faccia silenziosa capace di aprirsi in un sorriso che fa tremare, la prova la passa a pieni voti.
Sua nemesi, un Hugh Laurie che chissà quando si scrollerà di dosso l'ombra del Dr. House, e qui, gigioneggia, malvagio e spietato, ricco a non finire.
Gli ambienti saranno diversi, i personaggi sono diversi, ma la caccia del povero contro il ricco, dell'ossessionata e sempre brava Olivia Colman contro il cattivo che cattivo non sembra visto il giro di affari, viste le persone coinvolte, questa caccia, tanto ricorda il Billions americano.
Qualche scivolata su qualche cliché è inevitabile, qualche lungaggine di troppo la si sente, ma nel complesso, i ritmi tesi, la regia elegante di Susanne Bier, gli hotel come gli abiti da favola fanno la loro figura, e questo The Night Manager permette di innamorarsi senza remore, di Hiddleston e del suo sorriso.
E permette a me di sfatare quell'antipatia verso Le Carré.


8 commenti:

  1. I plot di Le Carré fanno tanto film hitchcockiani del periodo inglese, non è così male alla fine (vedi La talpa). Hiddlestone nuovo Bond? Io ci metterei Christian Bale, essendo gallese ha tutte le carte 'british' in regola! ;-)

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    1. Uhm... Bale non ce lo vedo, poco bondiano nel fisico -pur trasformista-, troppo impegnato nella sua carriera. Hiddleston invece continuo a tifarlo, soprattutto dopo questa sua ottima prova.

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  2. Piaciuto davvero tanto come sai...paesaggi stupendi,
    raffinato, ben recitato. Pare che Hiddleston grazie alle sue recenti uscite non proprio elegantissime con Taylor Swift il ruolo di Bond se lo sia giocato..peccato...

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    1. Peccato sì, ma chissà che rinsavisca, sulla Swift e su Bond, al momento non saprei chi altro vederci!

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  3. Effettivamente Le carrè e i suoi racconti sono quasi tutti identici ma questo si distingue per l'eleganza e la classe della messa in scena e dei due straordinari interpreti, veramente bello, a me è piaciuto davvero tanto, la mia recensione infatti è positiva ;)

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    1. Interpreti da invidiare, per l'eleganza e per le location da sogno dove sono andati a girare, è tutto una meraviglia, e fa dimenticare la solita storia, qui comunque bella tesa e intensa.

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  4. A me Hiddleston proprio non piace, figuriamoci come Bond.
    Spero di cambiare idea recuperando la miniserie, anche se su 007 non transigo.
    Magari, può fare il cameriere dell'agente segreto? :)

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    1. La miniserie con la sua classe e la sua bellezza, potrebbe farti cambiare idea ;) Il fascino di Tom non ha confini.

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