Anche i ricchi piangono, e anche i ricchi, ad un certo punto, i loro soldi non sanno più come goderseli.
L'idea:
C'è un ricco, un super-mega-milionario, noto in tutto il mondo, la cui fama lo esalta ma lo logora.
L'idea (la sua):
se io non posso più godermela la mia ricchezza, perchè non farlo fare a qualcun altro?
E non si parla di un amico, di un parente, di un conoscente. No.
Si parla di uno sconosciuto.
L'annuncio:
Offresi lavoro ben remunerato per non far nulla. Richiesta massima serietà e controlli mensili.
Anche senza esperienza.
Il colloquio:
Un annuncio-scherzo, un gioco, una candid-camera? Non si sa, in molti si presentano, così, per vedere, solo uno passa il turno: lavoratore a tempo pieno, 10.000 euro al mese per farci quello che vuole.
Unica regola: non lavorare, mai, nemmeno gratis.
Un sogno, certo, ma ne siamo proprio sicuri?
La prima reazione è quella di pensare a cosa faremmo noi, con quei soldi, pagati per vivere, per godercela, da uno che ormai, impegnato a mantenere un certo profilo, un certo stile di vita su cui tutti puntano i riflettori, non può più farlo.
Io viaggerei, ne sono sicura, passando magari anche un mese in ogni città che tocco, provando quei ristoranti in cui mai potrei entrare, togliendomi qualche sfizio.
Difficile, mi dico, sperperare tutto tra droghe, divertimento facile. Difficile stancarmi di una vita così.
Ma è davvero così?
Dopo un anno, a non far nulla, non inizierebbero a farsi sentire le prime crepe in questa vita senza ancore, sempre in giro? Certo, magari in quei mesi stanziali non esco, mi guardo un film, una serie TV.
Ma.
C'è sempre quel ma, quanto potrei andare avanti?
Che i soldi non facciano la felicità è un assioma ormai comprovato.
E allora, in questo giovane che inizia ad usarli nel migliore dei modi i suoi soldi, in viaggi, visite a musei, palazzi, ristoranti esclusivi, nel tentativo di spingere l'acceleratore, di andare oltre, di sentire qualcosa, forse quelle droghe, quei divertimenti facili, quegli incontri occasionali iniziano a farsi largo, avvelenando l'esperimento sociale del ricco milionario.
Che la felicità possa essere vera solo se condivisa, diventa allora l'altro assioma comprovato, che probabilmente ancorerebbe il neo assunto al mondo: in due la prospettiva cambia, le esperienze, dalle più banali, alle più significative, troverebbero un nuovo significato se fatte in due.
E forse, allora sì, quel giovane potrebbe andare avanti ancora e ancora, evitando di perdersi, o magari perdendosi in altro, riflettendo su quanto sta costruendo, sul bisogno di un obiettivo, di un lavoro.
Un esame di coscienza che porti al vero significato di quanto si vuole e si può fare, e il licenziamento, per quanto assurdo, sarebbe la soluzione finale.
Questi ragionamenti, questo esperimento, questa bozza di soggetto per un film che a ben guardare richiama The Wolf of Wall Street e quanto in là ci si possa spingere con e per il denaro, è nato davanti a una birra, in un sabato sera in vena creativa.
Un ragionamento infervorato, in cui anche le mie più forti convinzioni -di farcela, per tutta la vita, a non lavorare, di vivere di esperienze, di viaggi, ma effettivamente solo se possibile condividerle, raccontarle- sono vacillate.
E mi sono messa a cercare, per capire se di esperimenti simili ce ne sono già stati, se un ricco miliardario fosse davvero arrivato per gioco, per noia, per opportunità, a regalare ad un altro soldi, e chissà, la felicità che lui non può più vivere appieno.
E sono incappata in storie tanto belle, in esperimenti altrettanto significativi.
Come quello svolto a Dauphin, in Canada, a pochi chilometri da Winnipeg -che per me e i miei Castelli di Rabbia ha un significato particolare- dove nel 1973 è stato fornito ad ogni famiglia un reddito di base. Nessuno era più sotto la soglia di povertà, e quindi, quel 30% di popolazione a rischio, avrebbe ricevuto 17.000 euro all'anno regalati dall'amministrazione.
Non troppi, vero, ma nemmeno pochi.
L'esperimento è durato solo 4 anni, poi il governo è cambiato e i fondi sono stati chiusi, e rivisti oggi, i risultati di quell'esperimento, hanno del sorprendente: in pochi hanno lasciato il lavoro, se l'hanno fatto è stato per passare più tempo con i figli, per andare avanti con gli studi, o semplicemente per cercare un lavoro migliore, come una coppia, che si è dedicata alla musica e al teatro, diventando poi finanziariamente indipendenti attraverso la loro arte.
Sono calati i divorzi, la violenza domestica, l'assenteismo e pure i ricoveri in ospedale.
Forse, i soldi, la felicità la possono fare.
Chiedete ai senzatetto di Londra, veterani nel loro vivere nel cuore della City, che costavano al governo 500.000 euro l'anno in buoni pasto, ricoveri, assistenza.
La decisione, come un esperimento: dare a 13 di loro 3.800 euro l'anno, senza alcuna limitazione, senza nessun controllo di spesa.
Il risultato: 9 di questi senzatetto hanno trovato casa, investendo quel denaro nell'educazione, nella disintossicazione, in corsi di giardinaggio o cucina in grado di fargli trovare un lavoro e sicurezza in loro stessi, per tornare in famiglia o rimettersi in carreggiata.
Il tutto in soli 3 anni, con un costo annuale di 50.000 sterline.
Sì, la felicità, che a volte i soldi possono dare, è vera solo se condivisa.
Figata. Potresti metterla davvero in pratica, questa idea.
RispondiEliminaTanto non dirmi che non hai 10 mila euro al mese da dare a uno sconosciuto (me per esempio)... :)
In realtà io mi propongo come cavia, non ti avanzano dai tuoi mille impieghi ;)?
EliminaO nel caso, se ne fanno un film, lo metto in pratica con i ricavi.
l'idea potrebbe sostanzialmente portare ad una riaffermazione di una parte buona della società...
RispondiEliminacerto, non è così di facile costruzione, ci vorrebbe uno che, pronti via, avesse a cuore il genere umano
la cosa più difficile del mondo, di sicuro
Il piano canadese si è concluso troppo presto per poter davvero giudicare, ma l'idea non era male, e alla lunga poteva davvero cambiare la società e il modo di lavorare e vivere.
EliminaI 10.000 al mese, solo per uno, sono invece più ghiotti come esperimento.
Nella vita ci vorrebbe il giusto per vivere dignitosamente, e il plus di denaro per migliorare la propria condizione, per studiare, per viaggiare o per aiutare la propria famiglia. Perché la felicità è vero, la si ottiene solo se viene condivisa. :)
RispondiEliminaGià. Per quel che mi riguarda già con 1.000 euro in più al mese oggi sarei contentissima: più viaggi, meno stress, più cultura. Nixon ai suoi tempi c'ha provato, ma il tutto è stato affossato.
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