16 novembre 2016

Genius

Andiamo al Cinema

Non ce lo si chiede spesso, ma chissà quanto è diverso dall'originale, dalla sua prima stesura, il libro che stiamo leggendo.
E se da una parte i ripensamenti dell'autore, le modifiche durante le sue riletture, i cambi di opinione, le diverse scelte, fanno inevitabilmente parte del processo creativo e portano a una versione finale diversa da quella originale, a volte, a metterci lo zampino ci sono altre persone.
Gli editor.
Lettori che vivono nell'ombra, che scovano successi, che fiutano insuccessi, e che aiutano quello scrittore a rendere quanto ha scritto migliore, si spera, o almeno più vendibile.
Il ruolo dell'editor è così controverso, in bilico tra l'essere un ghost writer che porta una storia verso il suo gusto, o un'abile cesellatore, che migliora e affina lo stile dello scrittore che si trova davanti.



Per saperne di più, Genius, ci mostra al lavoro, con tanto di dubbi e ripensamenti, l'editore geniale Max Perkins, della Scribner's Sons, così geniale da aver scoperto due geni della letteratura come Francis Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway, ma anche un terzo, oggi meno splendente (soprattutto in Italia): Thomas Wolfe.
È proprio sul rapporto particolare tra i due, editor e scrittore, che il film si focalizza, dalla prima lettura di quel lungo, lunghissimo manoscritto che poi divenne Angelo, guarda il passato, passando per il romanzo infinito - fino alla morte, infelice e improvvisa, di Wolfe.
Nel mezzo, il duro lavoro tra i due, messo in scena come il tipico scontro fra due personalità diverse -il padre di famiglia perfetto, devoto, puntuale e l'artista sopra le righe, beone e tendente all'alcool-, l'amicizia che ne nasce e che nasconde un rapporto irrisolto padre-figlio che influenza entrambi.
Ma il dubbio, sulla figura misteriosa dell'editor, rimane: quelle 3000 pagine ridotte a 544, o quegli interi scatoloni di fogli, appunti, capitoli e paragrafi, tagliati di più della metà, dimostrano sì che l'editor è necessario per rendere un libro migliore e più vendibile, ma non toglie il dubbio che quel libro sarà inevitabilmente diverso.


Difficile trovare una soluzione, si guardi a Wolfe che poi abbandonò Perkins per lavorare con la Harper Collins, si pensi a Carver, il cui stile ermetico era stato voluto e creato dal suo editor Gordon Lish.
Così è difficile inquadrare anche Genius come film, che ha dalla sua un cast notevole in cui Jude Law gigioneggia che è un piacere pur essendo più volte sopra le righe, poco in sintonia, forse, con l'eleganza e la pacatezza di Colin Firth, mentre a Nicole Kidman riesce bene il ruolo dell'amante che mantiene, che si dispera.
In bilico tra il biopic ben confezionato e una confezione che sta stretta, Genius non riesce nel suo intento: ci sono sbavature, ovvio, e non solo in una patinatura eccessiva della fotografia, ma soprattutto in quella sceneggiatura che cita spesso quelli che sono nel frattempo diventati dei classici, ma che pur regalando momenti pieni di verità, non è solida come vorremmo, basti guardare come sono stati buttati in mezzo, tanto per, le figure di Fitzgerald e di Hemingway.
È come se ci trovassimo davanti a quel paragrafo, che descrive con parole bellissime l'innamoramento improvviso verso una ragazza dagli occhi blu, in cui si ci perde, ci si annega, e poi togliere tutto, frasi poetiche, romantiche, metafore e ripetizioni, trovandoci davanti un risultato più crudo, più diretto, che funziona, a suo modo, ma non ha la stessa magia.


Regia Michael Grandage
Sceneggiatura John Logan
Musiche Adam Cork
Cast Colin Firth, Jude Law, 
Nicole Kidman, Laura Linney
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11 commenti:

  1. E' già il secondo parere freddo che leggo. E pensare che a me è piaciuto tantissimo, sia per lo scontro di caratteri tra i due sia per lo scorcio su un processo editoriale poco conosciuto o verso il quale, spesso, siamo poco attenti, presi come siamo a parlare di "autori".

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    1. Il problema per me non è nella storia, affascinante e originale, ma nel risultato: un biopic classico e prevedibile, senza guizzi. Perfino il bel Jude qui è mi è parso esagerato.

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  2. Devo vederlo, ma nonostante il tema e il cast la voglia è inspiegabilmente poca. Boh :)

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    1. Si lascia vedere senza troppe pretese, ma poteva essere decisamente migliore, proprio visto il tema e il cast.

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  3. Già senza vederlo, mi sapeva proprio di classico biopic patinato e piatto...
    Non escludo del tutto una visione, ma certo non è certo in cima ai film da recuperare subito.

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    1. Già dalla locandina si poteva intuire, ma la speranza, visto Jude, era l'ultima a morire. Ecco. È morta.

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  4. Ho detto praticamente lo stesso su questo film. Peccato avrebbe avuto dei buoni numeri ;)

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    1. Avrebbe avuto dei signori attori e una storia niente male, che ci fa vedere come nasce e cambia un libro. E invece...

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  5. Non avevo gran fiducia. Ora ancora meno. ;)

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    1. Più che bottigliate, si merita quel misero bicchierino che è forse peggiore, lo si beve e ce lo si dimentica subito ;)

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  6. Io solitamente resto delusa dai film che vedo successivivamente alla lettura di un libro!

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