25 agosto 2018

Prometheus

#LaPromessa2018

Se non si può più andare avanti, meglio tornare indietro.
Riformulo.
Se si è rovinata ogni magia di una saga andando avanti fino all'impossibile e sfruttando personaggi e mostri a proprio piacimento, meglio tornare indietro.
Riformulo.
Più che puntare indietro, meglio vedere un nuovo lato della storia, con nuovi personaggi, nuovi eroine.
Così, a 33 anni di distanza da quel primo, inarrivabile capitolo, Ridley Scott è tornato a prendere in mano le redini della storia, portandoci indietro (e avanti), nel 2089, su una nuova nave spaziale: la Prometheus.



Obiettivo: seguire un'intuizione, una mappa stellare che nella storia e nei quattro angoli del mondo si è ripetuta, alla ricerca di quelli che potrebbero essere ingegneri che c'han dato la vita.
Il nostro Dio.
Questo credono i professori Shaw e Holloway, questo crede -e sovvenziona- lo scienziato Weyland, ma a tutto questo guarda con scetticismo il capitano della nave Vickers e pure l'androide David, che nell'essere androide, soffre.
Come visto in precedenza e in molti altri film sci-fi, si atterra su un pianeta apparentemente disabitato, si trova aria respirabile, si trovano segni di vita e ovviamente pericoli che compromettono l'intera spedizione che perde man mano i suoi pezzi più insignificanti.
Come sempre, ci sono sacrifici che vengono fatti, doppi giochi pericolosi, che contaminano, uccidono.
E scatta l'istinto di sopravvivenza, scattano operazioni che mettono a repentaglio il mio stomaco debole, scattano altri sacrifici in nome dell'umanità intera.


Quando -solo 6 anni fa- Prometheus è uscito in sala, ricordo le voci deluse e annoiate di chi lo commentava.
Non è Alien, si diceva, di alieni non sembra esserci traccia.
È fin troppo filosofico, parlato, lungo, pure.
E, lo ammetto, a una certa noia ho ceduto anch'io.
Ma c'è fascino, questa volta, c'è un piano chiaro perlomeno, ci sono sacrifici che capisco, c'è un'azione dilatata ma alternata a scene bellissime e una ricerca di significato della vita che rende tutto più alto.
Sarà l'ambientazione poi -divisa tra Scozia e Islanda- sarà un cast più accattivante, con Noomi Rapace e Charlize Theron a primeggiare ma l'indiscutibilmente inquietante Michael Fassbender a rubare la scena, sta di fatto che questo Prometheus non mi è dispiaciuto come invece temevo.
Come costola, come nuovo filone, ha da dire e ha saputo dirmi molto più rispetto a una saga logora e logorante.



Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. Film che aveva affascinato anche me, nonostante il gran parlarne male. Peccato per il seguito, tra le cose peggiori viste lo scorso anno.

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    1. Sarà Fassbender, sarà le domande che ci si fa su creazione/religione/origine, ma questa nuova saga ha decisamente una marcia in più.

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  2. L'ho visto all'epoca della sua uscita e rivisto prima di Covenant. Mi piacque abbastanza, lo trovai affascinante e il personaggio interpretato da Fassbender era interessantissimo e ambiguo abbastanza da piacermi.

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    1. David è sicuramente il punto chiave della storia, capace di dargli uno spessore che da un film di alieni e azione non ti aspetti.

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  3. Leggendo i tuoi precedenti commenti era ovvio che ti sarebbe piaciuto questo, perché a me è quello piaciuto meno, almeno fino all'arrivo di Covenant..

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    1. Come hai ben capito, all'azione preferisco le riflessioni, e qui ce ne sono in abbondanza. Oltre che un ritmo più consono all'oggi.

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