24 marzo 2019

La Domenica Scrivo (e Leggo) - Primavera

Quando fanno quella banalissima domanda: "Qual è la tua stagione preferita?"
Io decisa rispondo: "L'inverno".
Sarà che amo il Natale, sarà che mi piace starmene a casa, sarà che mi piacciono maglioni, neve, e il caldo delle coperte.
Poi però penso: "... e l'autunno?"
Quei colori, il fatto di esserci nata, quel sole più rosso anche se meno freddo, il friccicorio sulle guance verso sera.
"E la primavera?"
Già.
La Primavera.
La rinascita, le giornate che si allungano, il sole che inizia a scaldare, i fiori.
Soprattutto i fiori.
Che le aspetto per un anno intero le magnolie che si stagliano nei giardini, i bulbi che crescono e fioriscono.
Allora sì, forse mi tocca essere un po' banale e in attesa del Natale e della sua magia, preferire anche la Primavera.
L'estate mai.
Che fa troppo caldo, che non mi piace né il mare né la sabbia, che mi sento in colpa a rintanarmi in casa se fuori è bel tempo.



La Primavera, dicevamo, che da quando abbiamo un giardino tutto nostro, riempie i cuori -mio e del giovine- di orgoglio, per quelle piante che sembravano morenti e invece iniziano a germogliare, per quei bulbi dimenticati in angoli nascosti che li illuminano e li colorano.
E da quest'anno, una magnolia da ammirare l'abbiamo voluta anche noi.
Ma quest'anno la Primavera è davvero arrivata in anticipo. Così tanto da scombinare i miei piani.
Che sono una metodica, l'ho sempre detto.
Che ho i miei riti, i miei appuntamenti fissi.
Ne avevo parlato anche QUI, che per me l'anno si divide in più di quattro stagioni, si divide soprattutto in nazioni per quanto riguarda cosa e chi leggere.
Così, ogni inverno, tra gennaio e febbraio, cerco di trovare posto per un grande classico russo. O anche un piccolo se il tempo è davvero tiranno.
Siamo arrivati a fine marzo, e di Russia ancora non c'era traccia. Tanta Italia al suo posto, tanti autori accumulati che mi aspettavano e soprattutto un altro rito che incombeva e che per quella puntualità tutta mia, non volevo rimandare.
E allora, la Russia è fiorita in questa primavera, di quel Čechov che anni fa avevo voluto scoprire nel tanto osannato Il Gabbiano -croce e delizia dei provini d'attore- ho scovato un piccolo testo teatrale, quattro atti, sempre quella malinconia di fondo.


Il giardino dei ciliegi
In realtà, sempre quella famiglia nobile in decadimento, tormentata dai debiti, dai nuovi ricchi, quei borghesi pronti a tutto pur di fare ancora soldi. Soprattutto se la matriarca di questa famiglia, di soldi ne spende come se potesse ancora permetterselo.
Niente di nuovo, niente di così entusiasmante se lo si legge e non lo si vive su un palco. Solo quel senso di frustrazione per personaggi volutamente irritabili, incatenati alle loro abitudini e ai loro desideri. Ma il progresso avanza, i nuovi ricchi pure, a farne le spese sono ciliegi in fiore invidiati da tutta la regione. Che non fioriranno più.
Per fortuna, invece, guardo fuori dalla finestra e il verde acceso del prato è colorato di rosa, di giallo, di viola. Non sono più in debito con me stessa, posso concedermi ad altri riti, più faticosi, più impegnativi. Di cui parlerò presto.
Questa domenica intanto va così, tra il banale e il non troppo approfondito.
Impossibile non sottolineare meraviglia e bellezza della natura che non cede alla morte, addentrarsi di più in testi non così emozionanti.

6 commenti:

  1. Mi piace il tuo post. Si capisce che a scriverlo è una donna con molta femminilità.
    A me non piacciono le donne non femminili e nemmeno quelle con tendenza alla civetteria.
    Per me il piacere è in rapporto allo scegliere. Le stagioni devi subirle.
    Io preferisco le stagioni dove non servono né termosifoni, né condizionatori d'aria.
    Non mi ha stupito, ne ero certo. La quasi totalità dei blog che parlano di stagioni sono gestiti da donne. E' una questione di sensibilità. Le donne, inoltre, sono più emotive e memoria migliore.
    È emerso che il cervello delle donne è mediamente più attivo di quello dei maschi, come risultato dalla misura del flusso di sangue in specifiche aree come la corteccia prefrontale e il sistema limbico, rispettivamente legati a concentrazione e autocontrollo e alla sfera emotiva. Il cervello degli uomini è risultato più attivo solo in aree della visione e del coordinamento motorio (sarà vero?).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che in una settimana passata a guardare in alto gli alberi in fiore, il cielo più blu e l'erba più verde, parlarne è stato automatico. Soprattutto se in abbinata a un classico che di fiori e sfioriture parlava.

      Elimina
  2. Ti leggo e ti rispondo a passeggio col cane, in un parco pieno di margherite, e penso che dopo un inverno buio e freddo, benché sia sempre stato tipo da giornate corte e pigre, ho rivalutato la primavera anche io. Il meteo da qualche anno mi influenza e il sole, che mette di buonumore purché non sia troppo caldo, mette tutto in una prospettiva migliore. Ti invidio il giardino, ma vedo il mio coinquilino alle prese con tosaerba, cesoie e bestemmie, e mi sa che in un'eventuale casa tutta mia mi limiterei a malincuore a qualche bonsai!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahah, lascio cesoie e tosaerba al giovine, che in giardino c'andrebbe pure a dormire. Ogni tanto mi concede di aiutarlo, come in questo weekend di potature e rinvasi in attesa dell'orto, e scopro anch'io che fuori dal divano si sta un gran bene :)

      Elimina
  3. Ogni stagione ha i suoi pro e contro, ma la primavera è sempre speciale ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Me ne dimentico sempre, ma alla fine appena vedo un po' di verde, di fiori, cambio idea :)

      Elimina