3 marzo 2019

La Domenica Scrivo - Il Corvo

#LaPromessa2019

Quest'anno La Promessa la vorrei diversa.
Più condivisa, più aperta.
Quest'anno La Promessa andrà a coprire anche quelle Domeniche vuote d'ispirazione ché tanto i suoi post sono sempre personali, in cui riflessioni partite dal film prendono piede mettendo da parte giudizi più tecnici sul film stesso.
E allora: è venerdì, il migliore amico è ancora nelle vicinanze, nel mentre si era già prenotato per almeno 3 film della mia lista e con la casa libera una cena+divano assieme si fa quasi d'obbligo.
Facciamo che si parte da Il Corvo, mettiamo da parte Gli Uccelli e le battute sul perché si sia scelto tutti i titoli con volatili.
Facciamo però che internet ha dei problemi di connessione, che il cinese (il cibo, non il vicino di casa) ci è rimasto sullo stomaco e ci tocca aspettare. Ingannare l'attesa con video qualunque, con chiacchiere varie. Finché il momento è giusto, il film si è scaricato, e possiamo tornare a conoscere Eric Draven.



Che poi, entrambi, lo abbiamo visto da piccoli.
E viene da chiederci perché i nostri genitori ci avessero permesso di vedere un film simile, gotico e nero, che parla di omicidi e di stupri, di vendette sanguinarie e di bande di teppisti.
Oggi che ci si scandalizza per un bacio omosessuale in prima serata, che lo si censura pure!
Noi, cresciuti con la fobia dei pagliacci e dei tombini, degli specchi e dei pozzi, che del fard bianco e della matita nera ne abbiamo abusato per essere gotici come Eric, ne abbiamo affrontato di sfide e di verità. E male non siamo cresciuti, giusto? Almeno aperti ad accettare tutto.
Iniziamo allora, con la voce fuori campo che si fa sommessa, con la polizia che nella notte che precede Halloween fa la conta degli incendi e si ritrova anche un duplice omicidio fra le mani. Due promessi sposi, alla viglia delle nozze. A rimanere orfana, Sarah, vicina di casa di cui si prendevano cura.
Viaggiamo a dorso di un corvo che sinistramente sempre sarà presente, e siamo già a un anno dopo, a quando quel corvo si riposa sopra le lapidi di Eric e Shelley, e proprio Eric esce dalla terra, ancora vivo, ancora frastornato dagli eventi, pronto a chiedere vendetta.
E inizia a spuntare la sua lista, in cui non c'è Bill ma quasi, ci sono scagnozzi ignoranti e che continuano a mietere vittime e raggiri, c'è un capo che tutti comanda e uccide donne senza troppa pena. Si meritano la peggior morte, lanci di coltelli compresi.
Il passato di Eric lo vediamo subito, la sua morte -doppiamente dolorosa- viene presto mostrata, il resto del film è tutta una corsa con l'aiuto di quel corvo che anticipa i mutaforma di Game of Thrones, che gli mostra dove stanno i suoi nemici.


Insomma, nel buio più buio, in una città sporca, degradata, malfamata, ci si muove velocemente.
Il modellino usato viene reiterato nella visione in continuazione, non nascondendo nemmeno un po' l'origine da fumetto.
Ma non nascondiamoci dietro un dito.
Se Il Corvo è Il Corvo è per Brandon Lee e per l'assurda morte che su quel set ha trovato.
Per questo la morte di Eric fa doppiamente male, perché è in quella ripresa che lui se n'è andato davvero. Ricordo la leggenda che già dalle elementari si era sparsa attorno al film, cosa che non ha fermato i nostri genitori a quanto pare. Ucciso da un proiettile volante? Da una pistola finta in realtà vera che si era puntato alla testa come scherzo? Per quella stessa pistola che aveva un colpo in carica ma l'attore che la impugnava non lo sapeva?
Giusta quest'ultima.

Una morte che diventa leggenda e un film che così entra nella leggenda, nonostante una fattura che risente degli anni passati (25!), con le azioni che si fanno infinite e le sparatorie a creare mal di testa.
C'è da ammettere che -vuoi per il cinese, vuoi per l'orario- qua e là gli occhi si sono fatti pesanti. Ritrovandoci entrambi -io e il migliore amico- a fingere di non averli chiusi, di non essere saltati di soprassalto per uno sparo, un urlo.
E si è riso lì dove forse non si doveva ridere, su serenate sui tetti parte di una colonna sonora rock che il Giovine ancora approva. Mentre continua a piovere, e quel "Non può piovere per sempre" si è trasformato in un modo di dire, in tatuaggi, in frasi a composizione automatica  sui social al secondo giorno di pioggia.
Concludiamo allora la visione con quello che volevamo da piccoli: la verità. Con Wikipedia a darci tutte le risposte, a mostrarci la tragedia insita nella famiglia Lee, in collegamenti e retroscena che hanno più presa del film stesso.
Questo Corvo, la sua leggenda, difficilmente moriranno.


9 commenti:

  1. Un classicone che dovrei rivedere anche io. Visto per la prima e ultima volta ai tempi del liceo, mi era piaciuto parecchio e avevo pensato che tanto, tantissimo, gli dovevano le storie d'amore dark così in voga in quel periodo lì.

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    1. Guardandolo l'amico continua a vederci anche tanto Tarantino tra sangue splatter e liste di vendetta. Sarà invecchiato malino, ma gli si deve tanto.

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  2. Un film leggendario appunto per Brandon Lee e la sua morte.
    Già all'epoca però mi sembrava avesse diversi limiti...
    Atmosfere e frasi memorabili, per una pellicola che è più cult che bella.

    Sui social la frase "Non può piovere per sempre" ormai spunta fuori pure dopo 2 minuti di pioggia, altroché dopo 2 giorni. :D

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    1. Capisco il cult, poco il rivederlo ancora e ancora. Vive di leggenda, per fortuna e purtroppo.
      Fatalità, oggi qui piove... sarà per sempre?

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  3. Io dico solo che siamo stati davvero fortunati a crescere il quel periodo ;)

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    1. Lo continuo a pensare anch'io. Forse le paure esterne erano/si facevano sentire così poco che andava bene spaventarci in altro modo. Cresciuta tra It, X-Files e Scream, mi ritengo molto fortunata.

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  4. Quanta nostalgia questo film,avevo 15 anni e la stanza tappezzata di poster del corvo e di Brandon Lee.Certo a vederlo ora ci si rende conto che è fatto anche maluccio ma a quei tempi era davvero stupendo!

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    1. Un'adolescente gotica, allora! La storia, così triste e vendicativa, non poteva che incantare.

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  5. Il giovine approva, io che le schitarrate le amo fin là, un po' meno ;)

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