3 aprile 2019

Dumbo

Andiamo al Cinema

Venghino, Signori! Venghino!
Ha inizio un nuovo spettacolo: la Disney di nuovo alle prese con il riadattamento di un suo classico.
Già, dopo La Bella e la Bestia, Cenerentola e Il Libro della Giungla e prima di Aladdin, Il re leone e Mulan, è il turno di... Dumbo!
Ma non temete, questa volta le cose sono cambiate, questa volta cambiano un po'.
Non è un semplice adattamento in live action, si manipola, si adatta.
Si parte da un film del 1941, insomma, triste come pochi, il cui protagonista non parlava e -proprio per questo- durava a malapena 64 minuti.
Invece, lo spettacolo versione 2.0 tiene conto del pubblico di oggi, di bambini che vanno protetti dai traumi, di adulti che quel Dumbo lo conoscono bene. Raddoppia la sua durata, si inseriscono nuovi personaggi, una nuova storia, visto che Dumbo continua a non parlare.
Nel bene e nel male, quindi, Dumbo diventa un nuovo film per famiglie, con tutti i pregi e i difetti che questo ha in una produzione Disney.
Quindi sì: momenti commoventi, momenti emozionanti, azione esagerata, sviluppo piuttosto intuitivo, frasi ad effetto e l'inevitabile lieto fine.



Venghino, Signori! Venghino!
Ha inizio un nuovo spettacolo, quello di Tim Burton che sembra non voler più rinascere dalle sue ceneri.
Non sembra più lui, in effetti.
Che fine ha fatto il regista gotico, quello delle fiabe nere, dei personaggi strani ed emarginati?
Certo, Dumbo, come i piccoli Farrier e tutti i fenomeni da baraccone del circo Medici, strani lo sono, emarginati in parte, ma su questo si punta poco. Giusto il tempo di alzare la testa e le ali/orecchie, fare sberleffo e tirare acqua in faccia ai bulli di turno. O schiacciarli.
Ormai, Tim si è adattato alla luce del sole, alla Disney soprattutto, lui che per primo ha partecipato all'operazione "rifacimento in live action" con Alice in Wonderland. E il risultato, meglio non ricordarlo.
Qui gli va meglio, certo. Ma ancora non sembra lui.
Nemmeno se lo si confronta con il luminoso e romantico Big Fish, da cui si porta dietro il circense Denny DeVito.
Al suo posto potrebbe esserci qualunque mestierante Disney che sa giocare con il green screen e con gli effetti speciali (un plauso per il tenero e cartoonesco piccolo elefante, comunque), con buona pace della sua nuova musa Eva Green e di Colin Farrell, o la nuovamente maschera di se stesso Michael Keaton.
D'altronde, se si è disneyzzato pure il fido Danny Elfman, con musiche scontate che sottolineano in modo enfatico ogni passaggio di emozione, come poteva sfuggire Tim?


Venghino, Signori! Venghino!
Questo nuovo Dumbo ha allora inizio, un Dumbo che rispetta il suo passato richiamando le scene indimenticabili (per poco, pochissimo, quella delle cicogne, qualche motivetto -ma no, non i tre corvi canterini- e ovviamente lo spettacolo degli elefanti rosa) ma che guarda al futuro, arricchendo la sua storia con umani che lo vogliono aiutare, con cattivi che lo vogliono sfruttare, con un grande Dreamland a cui -spiace per la Disney, ma è inevitabile- a Disneyland fa pensare.
Non mancano quindi i messaggi buonisti, ecologisti, animalisti. Non manca il lieto fine, che mette in pace i cuori di chi a più riprese per quegli animali in gabbia si arrabbia e si commuove.
Insomma, lo spettacolo è garantito.
Ma non è memorabile e non è nemmeno troppo deludente.
Anzi.
Fa quasi strano non poterlo demolire, affossare di critiche, armati fino ai denti come si era partiti.
E non ci si può dire follemente innamorati di una storia che si sa già che piega prenderà.
Senza infamia né lode, questo Dumbo lo si accetta.
Resta uno spettacolo non così spettacolare, venghino a vostro rischio e pericolo, signori.

Voto: ☕☕½/5


11 commenti:

  1. Non potrei essere più d’accordo, ti faccio i miei complimenti perché sei stata una vera signora, un paio di scelte del vecchio Tim sono da fischi dal loggione. Un film senza infamia e senza lode, che verrà dimenticato molto presto, su Danny Elfman poi hai detto molto bene, davvero anonimo, e mi spiace perché per me Elfman insipido non lo è stato mai. Cheers

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    1. A fine film non sapevo nemmeno io come sentirmi. Né entusiasta né inorridita. Ho goduto dello spettacolo sbadigliando un po', versando qualche lacrima e niente di più. Resta un film ad uso esclusivo delle famiglie, secondo me.

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  2. Andrò tra oggi e domani. Detestano il cartone, spero che il film mi annoi senz'altro di meno.

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    1. Del cartone io ricordavo gran poco, il giovine mi ha confermato che dell'originale è rimasto giusto qualche scena/icona.
      Noia no, ma prevedibilità Disney sì.

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  3. Non devo mica avere i fazzoletti a portata di mano vero? ;)

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    1. Almeno uno sì, la sala si è commossa e io con lei. Sei avvertito!

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  4. A noi invece è piaciuto molto, ci è sembrato un Tim Burton classico, dalla parte degli emarginati, contro le masse cattive, come in Edward Mani di Forbice. A parte Big Eyes (che, pur non essendo un Burton classico a me era piaciuto, non lo ricordavo così in palla dai tempi de Il pianeta delle scimmie). Per chi deve vederlo, sì, consiglierei qualche fazzolettino a portata di mano ...

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    1. Sarà il tanto green screen e i tanti effetti speciali, sarà la mano della Disney ma ho faticato anche a questo giro a riconoscerlo. Al posto di Tim poteva esserci chiunque. Detto questo, questo Dumbo male non è, lo si guarda, ci si emoziona.

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  5. Piuttosto preferisco tornare in discoteca, ma al circo, che già odio, no! :)
    Rischio e pericolo mi sa che qui per me sono altissimi...

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    1. Se abbassi le aspettative ti vedi un semplice film per famiglie zuccheroso. Facciamo che poteva andare peggio, molto peggio visti gli altri adattamenti Disney.

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  6. In generale, è meglio guardare film horror e altri film interessanti qui https://www.filmaltadefinizione.net/ Mi è piaciuto molto questo sito e posso tranquillamente consigliarlo a voi

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