15 settembre 2019

La Domenica Scrivo - La Traviata (un'altra serata all'Opera)

Metti un'altra sera all'Opera.
C'ho preso gusto, ne ho fatto una tradizione, e ora una volta all'anno all'Opera ci voglio andare.
Almeno finché il giovine lo permetterà e si dimenticherà di quanto caldo fa tra i gradoni dell'Arena di Verona.
Ma, dopo l'esodio in questo mondo che aveva colpito ed emozionato entrambi, non ho faticato troppo a convincerlo, un po' di più a decidere che cosa andare a vedere.
Tre titoli tra cui scegliere, una sola data a cui limitarci.
E per impegni vari, meteo avverso, la scelta si è fatta costretta: nemmeno quest'anno è il turno della Carmen. Tocca a La Traviata, libretto di Francesco Maria Piave, regia sempre di Franco Zeffirelli.



Messa da parte l'ansia e la mania organizzatrice, sapendo già come muovermi, come sarebbe andata, siamo partiti con calma. Abbiamo cercato un pub nella zona per cenare e ci siamo presentati con soli 15 minuti d'anticipo rispetto all'inizio dello spettacolo, scoprendo così che i posti migliori se n'erano andati, ma cercando assieme a prodi maschere un paio di posticini più centrali.
Ci siamo accomodati, abbiamo aspettato poco, i tre gong, e poi il Preludio.
La magia stava per iniziare.
Il palco per aprirsi, le voci per intonare i loro canti.

Meglio dirlo subito, però: non è stato facile seguire la storia nella sua classicità. La cortigiana che accetta l'amore di un giovane nobile, lo mantiene rischiando il lastrico ma lei, mantenuta a sua volta, rischia di mettere in cattiva luce il nome della famiglia di lui. Costretta dal non-suocero lo lascia, scappa. Lui se la prende, la umilia davanti agli amici, ripagando i suoi debiti.
È scandalo. Sono cuori che si spezzano.
E mentre il carnevale imperversa fra le strade di Parigi, la tisi la divora lentamente, con la speranza di un'ultima riconciliazione che si affievolisce.
Sì, il canovaccio di Moulin Rouge! è servito
Sì, in questa storia bohemienne, parigina fino al midollo, speravo di perdermi, di innamorarmi.
Invece, mi ci sono annoiata.
Tanti canti. Tanti soliloqui.
Non ci sono stati i brividi di scoperta dell'Aida, la commozione al suono di una voce. Solo tante domande, per un dolore evitabile, una storia d'amore che poteva finire in modo diverso.


Fortuna però che c'era lei: la scenografia.
Quando le luci sono scese, la scenografia che già  era lì -con le finte tende chiuse- meritava ogni applauso. Poi si è spalancata, aperta, facendo uscire un numero impressionante di attori e figuranti, mostrando un palazzo incantevole, più piani, tutti i dettagli così studiati che gli occhi non sapevano dove fermarsi. Tra ballerini che si distribuivano, abiti sfarzosi, maschere e musicisti.
Una magia.
Una magia che si è ripetuta altre tre volte, con quella stessa struttura modificata e arricchita: livelli e tavole aggiunte, tende e trompe-l'œil montati, a fare di quel palazzo una residenza di campagna e l'ambiente di un'altra festa.
Una magia.
Mi ripeto.
E fortuna che quando ci stavamo alzando per andarcene, tra i tanti applausi i protagonisti sono rimasti sul palco, sono rimasti lì a cantare, a spalleggiarsi, a duettare, a chiedere al pubblico di partecipare, di andare a tempo, creando una coda allo spettacolo più vitale dello spettacolo stesso.
Lì, dimenticando la struttura della storia, i ruoli, si è sentita la passione che li muoveva, la passione e la curiosità che ha portato tutto il pubblico lì, in una notte di agosto meno calda del previsto ad assistere ad un'Opera.
Ancora una volta.
Creando una connessione che tutti aveva zittito e unito, gli occhi rivolti in un'unica direzione.


6 commenti:

  1. Che bello, questo resoconto! E che bella la nuova traduzione di andare all'opera! Mi dispiace, però, che La traviata in sé non ti abbia entusiasmato. Penso sia uno dei pochi drammi di cui conosco qualche aria. :)

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    1. Purtroppo anche andando a leggere wikipedia nel viaggio di ritorno in auto, non siamo riusciti ad apprezzare la storia. Le arie, soprattutto quella delle zingarelle, sì.
      Nel 2020 riuscirò a vedere la Carmen? Lo spero!

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  2. Bel post però no, l'Opera non ce la posso proprio fare. XD

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    1. Dovresti ricrederti, sa essere molto pop, e con l'aiuto dei sottotitoli non è nemmeno faticoso come sembra ;)

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  3. Praticamente la crème de la crème operistica, neanch'io però ci riuscirei :D

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    1. L'obiettivo è completare il cartellone dell'Arena anno dopo anno, ci riusciremo!

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