28 settembre 2019

Professor Marston and the Wonder Women

Andiamo al Cinema su Netflix

Nome: Professor William Moulton Marston

Famoso per: aver inventato la Macchina della Verità e... Wonder Woman.

Come scusi? Sì, sono un professore di psicologia che ha capito come evidenziare le bugie attraverso la pressione sistolica del sangue e ho creato l'eroina femminista per antonomasia.

Ok... Biopic all'attivo: stranamente, questo è il primo, che si concentra non solo su di me, ma ovviamente anche su quella che è stata mia moglie e collega Elizabeth Holloway, e l'altra mia/nostra compagna Olive Byrne.

Come scusi? Sì, il film racconta il ménage à trois che è stato parte della mia vita. Con mia moglie che ha accettato e condiviso l'amore verso quella che era la mia allieva e assistente Olive, da cui ho avuto due figli, cresciuti tutti assieme, nella stessa casa.




Ok... anni raccontati: quelli di successo ad Harvard, che hanno portato all'invenzione della Macchina della Verità e poi quelli più problematici del ménage à trois in cui mantenere una facciata rispettabile e anche un famiglia così allargata che hanno portato al mettere su fumetto le mie teorie e le mie fantasie.

Come vengono raccontati? Inevitabilmente, spingendo sul lato pruriginoso del nostro terzetto, in cui non mancano scene di bondage e travestimento che sono serviti da spunto e da divulgazione in Wonder Woman stessa. Un'amazzone che è frutto del mix perfetto fra la mia forte e risoluta moglie, e la più accondiscendente e sottomessa Olive. Il tutto, ovviamente, con il metodo classico della narrazione a ritroso, partendo da Wonder Woman a rischio censura e la mia vita passata sotto esame da una commissione.

Punti di forza: le spiegazioni psicologiche della mia teoria (DISC) a fare da capitoli (Dominazione, Influenza, Stabilità, Coscienziosità), gli attori che ci interpretano: il bello e statuario Luke Evans, la forza e la naturalezza di Rebecca Hall e la bellezza di Bella Heathcote.


Punti deboli: prima di tutto, il fatto che nell'arco di vent'anni di racconto questi attori sembrino non invecchiare mai, crescono i figli, cambiano i lavori, ma dopo Harvard poco o niente si sa. E quel pruriginoso di cui ho già parlato, che ovviamente attira lo spettatore ma si fa anche gratuito in alcuni punti.

Quindi? Quindi per essere un film biografico quello di Angela Robinson fa il suo lavoro, fa prima di tutto conoscere un nome e una storia non così conosciuti, fa appassionare lo spettatore. Non è perfetto, non è sensazionale, ma che dietro a una supereroina ci fossero due donne, e una teoria psicologica, chi lo sapeva!

E se passassimo il film alla Macchina della Verità: preferisco non rispondere. Mia nipote afferma che Olive e mia moglie non erano innamorate l'una dell'altra ma erano solo le mie compagne. Lasciamo la verità nel privato.

Voto: ☕☕½/5



7 commenti:

  1. Visto al Torino Film Festival due anni fa. La trama c'è, ed è interessantissima, il trio è composta da gente bella in modo assurdo, però le arie televisive e la pudicizia nel mostrare il sesso me lo avevano reso riuscito a metà.
    Gli riconosco un merito: senza questo film, non mi sarei mai accorto del fascino della Hall (la biondina, in confronto, scompare).

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    1. Pensa che ho passato tutto il film a chiedermi il nome dell'attrice e dove l'avevo già vista. Ora sarà difficile dimenticarla, una presenza scenica impressionante e la aiuta un personaggio scomodo ma adorabile

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  2. Una delle biografie più strane di sempre, nel senso di un personaggio bizzarro davvero unico, sentimentalmente paradossale, a me è piaciuto seppur con riserva ;)

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    1. Riserve ne ho anch'io, troppo classico, troppo pruriginoso in alcuni punti, ma la storia meritava di essere raccontata. Mi stupisco sia arrivata così tardi.

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  3. Questa recensione mi ha incuriosita e ovviamente il mio Netflix non ce l'ha. Mai una gioia eh !

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    1. Forse lì è uscito nei cinema e non hanno ancora i diritti, qui la sala manco l'ha vista (se non a Torino, come dicono più su) e bisogna ringraziare Netflix.

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  4. Fuori dall'università si perde il senso del tempo e anche del denaro, affrettando le cose e alla fin fine non gestendo troppo bene nemmeno la nascita di Wonder Woman a livello grafico. Ma in fin dei conti, sono felice di aver scoperto la sua storia.
    Rebecca Atrio una meraviglia!

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