26 gennaio 2020

La Domenica Scrivo - Di Api, di Miele, di Honeyland

Questa Domenica... vi inganno.
Perché se dovevo scrivere: questa Domenica parlo di un documentario macedone uscito a Sarajevo e sottotitolato in inglese... mi avreste saltata a pie pari.
Invece, vi voglio qui.
Vi voglio qui a leggere la storia di Hatidze e dei suoi alveari, la storia di questa donna che ha solo 55 anni ma che ne dimostra 80, che vive in un villaggio sperduto senza nessuna comodità, con una madre che poco ci vede e non si alza dal letto. Vive circondata e in simbiosi con la natura.
Che sia un cane che allontana i lupi e la segue ovunque, che sia una mandria di gatti che ricercano e donano calore, che sia una tartaruga da aiutare, un vitellino da accarezzare, che siano soprattutto le sue api.



Api che sono il suo sostentamento.
Lei che ne capisce i cicli, le esigenze, lei che le rispetta.
In cambio, vende il loro miele nelle sparute visite alla lontana città, dove concedersi del cibo fresco e pure sfizi di vanità come la tinta per capelli.
La vita di Hatidze è così: semplice, solitaria.
Le sue occasioni -di sposarsi, di andarsene- l'hanno solo sfiorata.
Ora sa che il suo posto è lì, ad accudire una madre, i suoi animali, a proteggere le sue api.
Ma come sempre, l'idillio si spezza.
Viene spezzato dai nuovi vicini, una famiglia nomade e numerosissima, che cerca di mantenersi raggranellando spazzatura e allevando bestiame, finché non vede nel lavoro di Hatidze l'occasione di riscattarsi.
Un padre che -lo si vede- ha già il destino delle tasche vuote e un nuovo grembo da sfamare scritto in volto.


Ma ci prova. Prova a prendere arnie, a coinvolgere tutti i suoi figli.
Ma lui la natura non la rispetta, le sue api le sfrutta, il miele gli serve subito.
Non ha pazienza, non ha generosità.
Non lascia del miele per loro.
Loro lo pungono.
Non ascolta i consigli di Hatidze.
E le api si attaccano, si uccidono.
Stanca Hatidze, prevede il peggio.
Non li vuole più questi vicini ingombranti, che non la ascoltano.
Vorrebbe solo quel figlio più sensibile, il più saggio, che potrebbe essere suo figlio. Magari lo fosse.
Ma come dice sua madre, Dio vede e provvede.
Dio sa vendicarsi di chi non rispetta quello che ha creato.
E così, come una parabola biblica, le stagioni per Hatidze passano, anche se la primavera tarda ad arrivare e si sono vissuti troppi inverni.


Honeyland è il primo documentario ad essere candidato agli Oscar pure nella categoria Miglior film straniero.
Ed è tutto più che giustificato.
Honeyland ha significato 3 anni di lavoro, in cui la troupe dei registi Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov si è fatta silenzioso osservatore, lasciando i suoi non-attori liberi di muoversi, di esprimersi, senza che la loro presenza potesse influenzarli.
Ci sono 400 ore di materiale dalla fotografia che mette i brividi che sono state condensate in appena 90 minuti dove una storia è chiara e lineare, dove quello che la natura pretende -il rispetto- e noi le dobbiamo -cura- sono chiare e lampanti come la migliore delle metafore.
Honeyland fa di più, poi.
Chiede aiuto per una comunità che sembra vivere fuori dai tempi veloci e moderni che conosciamo. Ci proietta a un dopoguerra di povertà, e pensare che si tratta di appena 1000 chilometri da noi, anche meno se si passa via mare.
In cambio arriva quel miele che Hatidze produce con un amore che porta fino alle lacrime, e che si è imparato ad amare, rispettare e conoscere oggi.

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5 commenti:

  1. Un documentario macedone uscito a Sarajevo e sottotitolato in inglese...

    Ok, sono scappato!

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  2. Va beh, eccomi tornato. :)

    Il documentario non so se lo vedrò, anche se sembra qualcosa di davvero speciale e in più a me il miele piace. La storia raccontata da te comunque l'ho apprezzata. ;)

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    1. Grazie per essere rimasto! Diciamo che ho riassunto bene i silenzi di un documentario che sulla carta non attira, ma credimi che potrebbe piacere pure a te. Molto molto radical-chic, ma anche tanti bei sentimenti in gioco ;)

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  3. Scapperei anch'io...però se lo sottotitolano in italiano e passa da qualche parte un'occhiata potrei dare, mi piace il miele, ho paura delle api, ma la natura merita d'esser apprezzata, anche e soprattutto così ;)

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    1. Bravo, vedrai che non te ne pentirai!
      Non ho capito se è su Apple+ o se deve arrivarci, in ogni caso la doppia nomination gli farà da sicuro traino :)

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