18 febbraio 2020

The New Pope

Mondo Serial

Morto un papa, se ne fa un altro.
E un altro ancora.
E un altro ancora.
Finita una stagione, se ne fa un'altra.
Pur chiamandola in modo diverso, pur rendendola tecnicamente a sé ma in realtà ovvia continuazione.
Ma se Sorrentino ha preso una china che non entusiasma, non è certo con questo nuovo papa, con questa nuova serie (o stagione) che il corso può cambiare.
Perché sì, io che a Sorrentino ho sempre voluto bene, io che l'ho sempre difeso, ora fatico a digerirlo.
O a renderlo conciliante con i miei gusti e non con il mio sonno.
Era successo con Loro, un due tempi arrivato in realtà fuori tempo massimo.
Era successo con Hanno Tutti Ragione (pur datato 2010, letto lo scorso anno).
Ora succede con The New Pope.



Che continua a portare l'inequivocabile firma di Sorrentino.
La fotografia per-fet-ta di Luca Bigazzi.
La musica appositamente scelta (grazie per aver rispolverato quella chicca di Good Time Girl nella sigla).
I dialoghi profondi, le frasi ad aeffetto, i monologhi impegnativi.
Una regia che vola sui suoi personaggi, che crea i suoi movimenti, che li insegue.
A questo giro, si aggiungono dei titoli di coda ballerini a turno, si cambia quella sigla iconica, creandone di fatto una diversa ad ogni episodio, tra blasfemie ironiche, ormoni che possono impazzire alla vista di Jude Law.
Ma è la storia che regge poco.
O non regge alla mia pazienza.
Che si aprono parentesi, si seguono personaggi secondari, si mettono in moto intrighi e poi... poi in parte vengono dimenticati.
Lo sciopero delle suore?
L'evoluzione da santa a puttana a terrorista di Esther?
Il dramma famigliare di un medico veneziano?
Tutto bello da vedere, certo, ma quanto conta, a conti fatti?


Quello che interessa -o dovrebbe interessare- sono i papi che si succedono.
È quel Pio che non si sveglia, ma c'è.
È quel Francesco II, che prende il potere, cambia per il potere, muore per il suo potere.
È l'enigmatico Giovanni Paolo III, che vorrebbe essere un personaggio complesso e complessato, alla moda e indice della via media, ma in realtà tra un incontro con Sharon Stone e uno con Marilyn Manson, indispettisce più del dovuto. Per buona pace di un John Malkovich snob e in parte.
È di nuovo Pio, che si sveglia, che torna, che ha del divino, del miracoloso.
Mentre rubano la scena il solito, fenomenale nel suo essere viscido, Voiello, e la bella Sofia Dubois.
Ma è inutile che mi nasconda: mi sono annoiata.
Tanto.
Da un simposio a un angelus, da una confessione a una penitenza, ho sofferto.
Più del dovuto.
Soprattutto per quella recitazione morigerata, per quei toni di voce che stridevano nella mia testa.
Che mi succede?
O che succede a Sorrentino che allunga il brodo, che si diverte più a tessere che non nel rendere un quadro completo?
Ora, il fatto che questa serie dei papi sarà una trilogia mi fa sperare: faremo pace io e lui, o dovrò rubare l'ultima battuta a/di papa Voiello?

Voto: ☕☕½/5


8 commenti:

  1. John Malkovich è fin troppo bravo per interpretare un personaggio che alla fine, non emerge mai o almeno non come potrebbe. Mi è sembrata molto spezzettata, una stagione che avrebbe anche cosette niente male da dire, però dove tutto vien gettato dentro alla rinfusa. Certo Sorrentino continua a migliorare la forma, ma mi sembra stia sacrificando sempre più la sostanza. Spezzettato per spezzettato, tanto vale godersi i siparietti con Sharon Stone e Marilyn Manson, sicuramente i momenti migliori della stagione. Cheers!

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    1. Non ho capito perché continuare a seguire certi personaggi visto il non voler essere una stagione2, perché perdere tempo con Esther, le suore... Malkovich è perfetto per il ruolo, e ammetto che il trovare antipatico e superficiale il suo papa non ha aiutato.
      La sostanza potrebbe esserci, quando c'è appare in lunghi e spossanti angelus, mentre la forma è sempre da applausi. Spero di fare pace con Sorrentino, e presto.

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  2. Oggi sincronizzati e anche con lo stesso incipit. In definitiva concordiamo pure, però io non mi sono mai annoiato. Anzi, ho preferito il sardonico Malkovich al filosofico Law. Però la trama ondivaga e sfilacciata, nove episodi anziché concedersi il decimo... Perché?

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    1. Non so se avrei resistito al decimo, la recitazione così innaturale, quegli accenti forzati avevano iniziato a darmi il mal di testa. Sorrentino come creatore di videoclip e DJ continuo ad ammirarlo, nella composizione di sceneggiature che reggono, meno.

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    2. Sorrentino non si discute, ma con questa storia ho l'impressione che voglia solo pescare nel torbido.

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    3. In realtà mostra anche tanta poesia e tanto amore, che il Vaticano non sia un luogo di sola fede lo si sa, purtroppo.

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  3. Io per ora sono fermo (per noia) ai primi 4 episodi stagionali, quindi direi che sono in sintonia con te. Anzi, tu hai avuto fin troppa pazienza. Io non so se riuscirò a continuare. E sì che fino a poco tempo fa Sorrentino per me era una garanzia e allo stesso tempo una sorpresa continua...

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    1. Ti capisco, ho faticato tantissimo, concedendomi un episodio a settimana perché la recitazione e le tante digressioni avevano iniziato a darmi sui nervi. Speriamo che Sorrentino si riprenda, Loro era l'ultimo film à la Sorrentino, dalle sue parole.

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