20 agosto 2020

Speciale HPL - Il Seme della Follia

Settimana Horror

Io di H. P. Lovecraft non so niente.
Non ho letto niente.
Lo identifico come uno scrittore gotico e horror, dal gusto weirdo e quindi decisamente distante da me.
Perché, quindi, partecipo a questa giornata che commemora i 130 anni dalla sua nascita?
Per capirlo un po' di più, per saperne un po' di più.
Mi sono affidata all'esperto Obsidian che questa giornata l'ha voluta organizzare, ho spulciato negli elenchi di film che ha messo a disposizione e sono andata a scegliere quello che meno mi faceva paura, quello con un titolo che credevo di conoscere.
Anzi, pensavo pure di averlo già visto, e lo volevo rivedere.
Mi sbagliavo invece.
Confondevo Il seme della follia con Il tocco del male, quel film del 1998 con Denzel Washington che visto oggi potrebbe essere un altro esempio di pandemia in scala 1:1?
Non so.
Non credo.
Sta di fatto che in meno di un anno ho ritrovato John Carpenter sui miei schermi, quel regista di culto che io associo ad effetti speciali datati, gusto macabro e viscido distante nuovamente dai miei gusti.
Insomma, sono davvero su un campo minato, in una zona rossa e poco confortevole per me.



Non a caso, sono stata catapultata nella storia di John Trent, investigatore privato ora rinchiuso in un manicomio.
Il suo errore?
Cercare di capire che fine avesse fatto Sutter Crane.
Autore che "vende più di Stephen King" che dà alle stampe i suoi romanzi horror ambientati ad Hobb's End è sparito nel nulla, lasciando i suoi editori orfani del già annunciato ultimo capitolo della saga.
Che sia tutta una messa in scena per suscitare ancor più interesse nel pubblico?
Che sia invece una sparizione fondata?
John indaga affiancato dall'editor Linda Styles, viaggiando in piena notte e finendo niente meno che ad Hobb's End, dentro le pagine dei libri già usciti, con  personaggi in carne ed ossa in tutta la loro inquietudine.
È tutto un set costruito per fregare John?
In quale incubo è stato risucchiato proprio lui che ha rischiato di essere ucciso a colpi d'ascia da quello che scopre essere l'agente di Crane?
Cosa sta succedendo alla sua mente, a Hobb's End stessa, alla sua vita che forse è di per sé tutta una finzione?


In quale incubo mi sono infilata anch'io fatto com'è di motel dal dubbio gusto alle pareti, da chiese raccapriccianti e da scrittori che hanno il potere di far vivere e morire personaggi?
L'ho pensato per tutto il tempo, mentre mettevo in dubbio la sanità mentale di Sam Neill che ho sempre trovato particolarmente inquietante, uomo raffinato che sembra nascondere segreti e/o perversioni dietro i suoi occhi di ghiaccio.
Carpenter ha trovato il protagonista perfetto per questa sua discesa negli inferi, con un finale sanguinolento, metaletterario, metacinematografico tutto da gustare.
E HPL in tutto questo dove si piazza?
Si piazza come chiara figura da omaggiare a partire dal titolo originale (In the mouth of madness simile al suo racconto At the mountains of madness) con citazioni che lo riguardano e un certo gusto macabro/splatter da ricondurgli in cui Carpenter sguazza.
Io, sinceramente, un po' meno.
Pur ringraziando per i pochi brividi psicologici (i peggiori) ne ho avuti di disgusto, ma soprattutto ho passato il tempo a  chiedermi che diavolo stesse succedendo.
Forse, non è questo il modo migliore per celebrare uno scrittore tanto venerato.


Si continua a commemorare il signor Lovecraft nei seguenti blog e modi sicuramente migliori di questo post:



12 commenti:

  1. Io in questo film ci ho sempre sguazzato alla grande, lo adoro.
    Mi spiace non ti abbia fatto lo stesso effetto. :(

    Quanto a Lovecraft, pure io non ne sono niente, a parte questo film. Ma grazie alla nuova serie Lovecraft Country potrei approfondire...

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    1. Approfondirò anch'io grazie alla HBO, di cui sono più affine rispetto al gusto weirdo di Carpenter.

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  2. Nel giro di un paio di giorni sei passata da Romero ad uno dei migliori del mio preferito, il Maestro John Carpenter, complimenti per la doppia sortita fuori dal tuo territorio naturale ;-) Giovanni Carpentiere qui è riuscito a cogliere in pieno l'atmosfera dei racconti di Lovecraft, aggiungendo la componente metacinematografica, risultato finale uno di quei film che vedo e rivedo spesso, capace di non mollare la prese nemmeno dopo i titoli di coda, per una rassegna dedicata a Lovecraft non poteva mancare, grazie per aver visitato Hobb's End per noi ;-) Cheers

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    1. Rispondo a questi commenti con estremo ritardo, lo so, ma ci tenevo comunque.
      Il finale me lo sono gustato davvero, geniale sotto ogni punto di vista.
      Ma per il resto si è davvero agli antipodi con i miei gusti. Forse J.J. mi farà far pace e conoscere meglio questo strano scrittore...

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  3. Pensavo di aver frainteso il titolo (Lisa che legge Lovecraft?!) poi ho letto le prime righe del post :D

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    1. Effettivamente...
      Non so se lo leggerò mai, intanto ringrazio l'iniziativa per avermi messo la pulce nell'orecchio :)

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  4. Che poi penso di aver visto alcuni film tratti da un suo racconto, probabilmente confuso anch'io questo con quell'altro (penso di aver visto comunque entrambi), ma l'occasione è stata propizia ed ho approfondito, veramente un visionario e un genio Lovecraft ;)

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    1. Il senso di questa iniziativa o della Notte Horror per me sta proprio nell'andar a spulciare in filmografie lontanissime da me.

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  5. Il mio Carpenter preferito incontra il "mio" Sam Neill (stra-adorato sin dai tempi di Jurassik park, e tra l'altro si è trovato anche a fare da protagonista in un altro film lovecraftiano come Event Horizon <3). Ti dirò, il tuo post è stato comunque interessante perché sono sempre curiosa di leggere/ascoltare le reazioni di chi non è frequentatore abituale del genere di fronte a film o opere che sono distanti eoni dai suoi gusti. :)

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    1. Grazie, temevo di scontentare i fan ma mi sono cimentata con un'impresa e con un film davvero distante da me :)

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  6. I miei più vivi complimenti per non esserti tirata indietro di fronte ad un argomento per te sconosciuto. Davvero, non è da tutti. Posso anche immaginare quanto possa essere stata dura mettere insieme un post sulla base del più ostico dei titoli carpenteriani. Grazie!

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    1. Grazie a te per l'iniziativa e la sfida. Facile non lo è stato soprattutto visto l'alone cult dietro ogni nome del progetto, ma alla fine quel finale nonostante tutto non me lo toglierò più dalla testa!

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