22 febbraio 2021

Il Lunedì Leggo - Se Fai Un Bel Respiro di Carlo Pastore

Li ricordate i VJ di MTV?
Giorgia Surina, Marco Maccarini, il NonGio, Andrea Pezzi e Massimo Coppola per i più intellettuali e poi, verso la fine dell'era d'oro di MTV, era arrivato pure Carlo Pastore.
Che era diventato un mia cotta, lui più indie, più defilato, che da Hitlist Italia si era ricavato lo spazio su Our Noirse.
Poi è cresciuto, da MTV se n'è andato, ha condotto programmi radiofonici su RaiRadio2 e organizzato Festival importanti come il Mi AMi.
In mezzo, ha scritto un romanzo.
L'ha scritto nel 2009 per la precisione, sull'onda del successo, dell'entusiasmo, probabilmente. Tanto che nemmeno lo si cita nella sua pagina Wikipedia.
Io l'ho scovato per pochi euri al mercatino dell'usato e non me la sono sentita di lasciarlo lì.
In vena di nostalgia, nel bisogno di leggerezza, la storia di un appena maggiorenne che si sente diverso, che si sente stretta quella provincia in cui abita, che vuole e cerca di più, è così universale da rendere l'immedesimazione istantanea.


Il protagonista, va da sé, è Carlo.
Quello più timido, più introverso, più defilato della compagnia.
Quello innamorato da anni e che non fa il primo passo, quello che pensa più alla musica che allo studio. Quello che dei fine settimana tutti uguali inizia a stancarsi.
Inizia a stancarsi anche dei suoi amici, di quei figli di papà che hanno la strada spianata, che fanno gli scemi senza pensare alle conseguenze, che scoprono la droga che diventa il senso delle loro tristi vite.
Vuole di più, Carlo.
E vorrebbe Francesca, lei amica di un amico, perfetta per lui ma ancora così distante.
L'anno che tutto cambia è quello che precede l'ultimo per la maturità.
Un'estate, un giro a scuola contro i soliti professori, contro quei compagni di classe così diversi da lui e il suo giro, qualche festa, qualche concerto, qualche prima esperienza, di sesso e di droga, che apre la mente, dà le sue verità, nel mezzo di un rave nel mezzo del niente.
Ordinaria vita di fine adolescenza, con i dolori familiari che si nascondono, che si rivelano in queste pagine quasi da diario, che parlano in prima persona, che riversano ansie, dubbi, imprese e ferite.
Contro quella ragazza che si rivela anche altro.
Contro quegli amici che si trasformano sotto i suoi occhi.
La fuga è la carta da giocarsi: in solitaria, senza troppi contatti, a vivere la notte di Barcellona con i suoi misteri, a vivere la vita da Festival, il Benicàssim, in tutto il suo baccanale. Fra amori estivi, amicizie spontanee, bevute a non finire.
Basta poco, per stare bene.
Basta capire che certe feste sono belle da partecipanti, ma sono ancora più riuscite se le si organizza.

E non a caso, Carlo nella vita diventa quello che i Festival li organizza davvero, nella sua Milano.
Ora, il romanzo, scritto da un 19enne, è un po' quello che si si aspetta da un 19enne: esagerato, dentro il suo mondo e il suo linguaggio, anche quando sdolcinato. 
Si citano canzoni e gruppi, facendo tornare alla memoria i dimenticati Maxïmo Park, facendo scoprire con parecchio ritardo gli At the Drive In.
Gli stessi dialoghi e soliloqui giocano con le parole neanche fossimo a leggere il testo di una canzone rap, con una fluidità che deve tanto -se non tutto- ai miti di un ventenne dell'epoca, da Irvine Welsh a Palahniuk passando per Salinger e il suo giovane Holden.
Il gioco e l'omaggio non sono però fini a se stessi, sono usati con criterio, ci si sente dentro quegli anni, quel mondo.
La carta della nostalgia -che nel 2009 non era certo tale- colpisce ancora.
E di quelle feste senza fine, di quella vita davanti che sembrava avere ogni possibilità aperta, si sente davvero tanto la mancanza.
Tra pregi e difetti, come si suol dire.



11 commenti:

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  2. Mi hai messo addosso tantissima nostalgia per un certo mondo ormai scomparso.

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    1. Ne mette parecchia anche questo romanzo, lettura in linea con i tempi nostalgici di oggi.

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  3. Fra i vari VJ ricordo soprattutto Valeria Bilello che è diventata attrice.
    Carlo Pastore onestamente no :-)

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    1. Più indie, più di nicchia, dopo Hitlist Italia e TRL era passato a Our Noise. Resiste come quasi tutti i vari VJ, ottime leve che tra TV, radio e cinema si vedono ancora.
      Che poi, pure Federico Russo e Ale Cattelan hanno scritto romanzi, chissà come sono quelli.

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    2. Forse è prevenzione la mia, ma quando uno pubblica un libro sull'onda di un successo che non è legato alla letteratura, ho sempre qualche dubbio ;-)

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    3. Avevo lo stesso pregiudizio, ma mi sono fidata e ho investito quei pochi euri.
      Felice di essermi ricreduta.

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  4. Non lo conoscevo, mi ispira tantissimo.
    L'amarcord, poi, mi frega sempre!

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    1. Fa strano che è un amarcord oggi non quando è uscito, funziona bene conoscendo quegli anni, quei gruppi, quelle sensazioni.
      Un tuffo nell'adolescenza fa sempre bene ogni tanto.

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  5. Quanti ricordi!
    Carlo Pastore non si era visto moltissimo su MTV Italia, però era un grande.

    Questo sembra il classico romanzo di un 19enne che, con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti, mi può piacere un sacco. :)

    Maximo Park e At the Drive In sono immancabili per un MTV indie kid. ;)

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    1. Chissà come gli At the drive in mi erano sfuggiti ai tempi, fatti partire su Spotify sono finiti subito in playlist.

      Nonostante i suoi difetti da giovane età, da eterno adolescente lo adoreresti.

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