16 aprile 2021

Documentari da Oscar: El Agente Topo - Crip Camp - My Octopus Teacher

È la categoria che mi regala sempre più sorprese.
I documentari candidati agli Oscar sono un modo per tornare ad un genere che troppo spesso metto da parte e che raccontano la realtà, il passato, storie che devono essere conosciute.
Se dello struggente Time e il probabilissimo vincitore Collective si è già parlato, oggi si completa la cinquina.
Due soli avvisi: abbattete i pregiudizi e preparate i fazzoletti. 

El Agente Topo

Santiago del Cile, 2020
Un investigatore privato è stato assunto da una figlia preoccupata: come viene trattata realmente la madre nella casa di cura che la ospita?
C'è bisogno di una talpa, di una spia, e così viene messo un annuncio, selezionato il giusto anziano e Sergio Chamy, 85 anni, vedovo da poco, si trasferisce in quell'ospizio incaricato di mandare report giornalieri, di filmare con le sue telecamere nascoste sospetti, prove e scoperte.
Una troupe è già presente con la scusa (che scusa non è) di girare un documentario mescolando così situazioni reali a momenti più architettati che riguardano le registrazioni e le confessioni di Sergio.


L'obiettivo iniziale perde presto di forza e diventa un modo per testimoniare la solitudine di anziani abbandonati da figli e famiglia, che cercano contatti, vie di fuga.
Sergio è tra i pochi residenti a non avere problemi di salute, diventa amico, confidente e aiutante di molte ospiti, finendo pure per infrangere cuori e affrontare la sua vedovanza con dignità e vitalità.
Spia con i fiocchi, capace di report fuori tema ma pure di indagini serrate che mostrano chi è la ladra inconsapevole del San Francisco, Sergio finisce per mostrare tanta umanità, tanta fragilità che fa ancora più male nel sapere come le porte di questi spazi, di queste case, sono state chiuse alle visite e hanno visto decimare i loro ospiti nell'anno appena passato.
Lacrime a volontà, per un documentario, e un vecchino, che resteranno nel cuore.

Voto: ☕☕☕☕/5
Crip Camp

New York, anni '70
Gli anni degli hippie e delle proteste. 
Gli anni dei cambiamenti anche per adolescenti con disabilità che trovano nel Camp Jened un luogo dove sentirsi finalmente esseri umani a tutti gli effetti, trattati come tali.
Un luogo magico, con volontari che apprendono sul campo come comportarsi e come muoversi, con ospiti e mentori che si confondono e soprattutto si confrontano su tutti gli aspetti dell'avere una disabilità.
Ne nascono discorsi profondi, ma anche primi amori, prime esperienze da ribelli adolescenti, cosa che nel nido iperprotettivo di casa non era possibile. Per non parlare di chi arriva da istituti senza fondi e giusta assistenza che qui rinasce.


Da quel luogo magico escono soprattutto persone che la voglia del cambiamento la richiedono anche fuori dai boschi: crescono, studiano e infine iniziano a protestare per avere pari diritti e nessuna barriera per realizzare i propri sogni, o anche solo muoversi per le strade.
Tra sit-in, occupazioni e manifestazioni davanti la Casa Bianca, gli ospiti del Camp Jened si ritrovano assieme ad altri portatori di handicap dando vita ad un'appassionante protesta che vista oggi sembra assurda per quanti giorni (e poi mesi) è rimasta inascoltata.

Prodotto da Michelle e Barack Obama, il documentario Netflix si compone di filmati di repertorio e interviste recenti alle personalità più in vista a livello politico e non solo, che colpiscono e fanno capire quanti pregiudizi, tutt'oggi, si hanno.
Pure qui non possono mancare le lacrime, per dei combattenti pieni di vita e sete di giustizia che non sono ancora stanchi.

Voto: ☕☕/5
My Octopus Teacher

Può un polpo cambiare una vita?
Sì.
Può farlo ad un documentarista come Craig Foster che deve rimettere a fuoco la sua vita e per farlo torna nella natia Sudafrica, in una casa in riva all'Oceano.
Qui inizia ad immergersi e tornare a contatto con la natura,.
Immersioni che diventano quotidiane quando conosce un polpo curioso ed intelligente, che dopo un'iniziale diffidenza, si fida, si avvicina, stringendo una speciale amicizia.


Ogni giorno, Craig torna a trovarla, aspettandosi il peggio, assistendo alle sue gite, alle sue fughe, ai suoi nascondigli e pure a un traumatico attacco che sembra fatale.
Testimoniando imprese sbalorditive.
Questo anno passato a conoscere e rispettare i tempi di un polpo, diventa un insegnamento prezioso per Craig, di quelli toccanti e sentiti.
Ma ad essere onesti, chiunque ha avuto un animale già li conosce.
Io in questo polpo c'ho rivisto il mio Baghera, da gatto abusivo e randagio, a zio di una cucciolata e padrone della nuova casa.
Le riprese di Craig Foster fanno sicuramente la differenza, incredibili e magiche come sono, diventano una boccata di ossigeno e bellezza.

Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Quello del polpo l'ho visto ed è davvero molto bello. Persino commovente.

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    1. Chi l'avrebbe mai detto che ci si poteva commuovere per un polpo! Siamo in due.

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  2. Agli Oscar è invece la categoria che io trascuro di più, mea culpa. :)
    Anche perché molti di questi film non li trovo. Ma cercherò di recuperare qualcosa...

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    1. Lo so e fai male!
      Collective si trova a pagamento, El agente topo solo setacciando per bene l'internet, ma ne vale davvero la pena.

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