27 settembre 2021

Il Lunedì Leggo - Il Rap Spiegato ai Bianchi di D.F. Wallace e M. Costello

È l'appuntamento annuale che più aspetto. 
E penso che, ogni anno, questo sia l'inizio del post dedicato a David Foster Wallace. 
Che mi sono ripromessa di scoprire piano piano e di cui ormai poco mi manca da scoprire, per arrivare a quel Re Pallido e incompiuto che mi sono tenuta per la fine. 
Quest'anno, tocca a un saggio. 
Ancora una volta, in realtà.
Un saggio dal titolo splendido anche se non corrispondente al reale (Signifying Rappers
Un saggio in cui, sì, si prova a spiegare il rap nel momento del suo massimo fulgore e lo si fa rivolti ad un pubblico di bianchi, lo fanno due ragazzi bianchi. 
David e Mark Costello, amici e coinquilini, che in una calda estate a Boston scoprono il genere, ne sono entusiasti, iniziano a cercare locali, concerti, pezzi e radio dedicate, fino ad avere l'idea di scriverne un saggio, appunto, visto come la critica ufficiale mica lo riconosce il rap nella sua grandezza.


Ora, per una come me che il rap non lo ascolta, per una come me che non tanto conosce e per una come me, italiana nell'anno 2021, leggere di nomi, di testi, di situazioni in quella Boston di ormai 30 anni fa, non è stato così entusiasmante, così appassionante. 
Ci prova DFW a rendere profondo il suo discorso certamente circoscritto in un'epoca in cui certi nomi erano famosi e circolavano, lo fa mostrandoci anche le disavventure e i retroscena nello scrivere questo saggio, fatto di concerti a cui partecipare in minoranza, di giornate in una piccola casa discografica, in quello che è un piccolo saggio, ancora acerbo, seme di quei saggi da reporter speciale che lo hanno poi reso famoso e da me tanto amati. 
Ma, per l'appunto, in queste digressioni, in questa sfilza di nomi, in questo giustificare, spiegare, parlare di rap, l'entusiasmo manca.

Per fortuna, l'edizione della Minimum Fax si apre con una prefazione di Mark Costello stesso, a presentarci il saggio, a parlare di come è stato scritto, di com'era avere per coinquilino, per amico, DFW.
E nelle sue parole piene di nostalgia e ammirazione, nei suoi aneddoti e nella sua stima, c'è tutta quella bellezza che cercavo e che, ogni anno, torno a cercare.

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