18 maggio 2022

Generazione Low Cost

Andiamo al Cinema

Ah, i giovani d'oggi!
Ai giovani d'oggi non frega niente, né del lavoro né della famiglia né dell'amore.
Vivono alla giornata, passano da un Paese all'altro, da un volo all'altro, da una stanza all'altra senza mettere radici.
Non gliene frega del lavoro, tanto da permettersi di bere irresponsabilmente, di rubare, di non voler crescere, di accontentarsi, insomma.
Non gliene frega dell'amore, che non ricercano e non vogliono, bazzicando per app per non restare soli la notte.
Non gliene frega della famiglia, che non sentono e che evitano, da cui scappano.


Scappa, Cassandre, da ogni responsabilità.
Lei, hostess in una compagnia low cost dai colori riconoscibili e dai contratti precari, lei che non visita né conosce, non esplora, non dà possibilità a chi le chiede più di una notte, ma se ne sta chiusa in casa di base a Lanzarote, se ne sta su quei voli a maledire i clienti, a stordirsi tra alcool e droghe.
Questo suo fregarsene, però, nasconde una ferita.
C'è una madre che non c'è più, c'è una famiglia da cui non voler tornare.
Ma c'è anche il lavoro che mette alle strette, che chiede più responsabilità che proprio quando si è in grado di dare, spingono ad andarsene.


La storia di Cassandre raccontata per tanti quadri silenziosi, è quella di una giovane d'oggi che vive nella sua bolla, fatta di realtà filtrate, di routine anestetizzanti.
Fatto di scene che spesso usano il punto di vista di una foto da postare sui social, il film palpita grazie alla bravura e alla vitalità che Adèle Exarchopoulos che riesce a dare anche a una ragazza con chiari segni di depressione come Cassandre.
Quadri che si sommano, situazioni che si accumulano, fino ad arrivare ad un confronto finale che resta però in anticlimax.
La sensazione, è che qualcosa di più doveva succedere.
Più lacrime, più perdono, più pathos.
Ma qui, nel bene e nel male, non siamo in America.
Siamo in Francia, dove basta una sigaretta condivisa, un passato finalmente raccontato, uno "scusa" detto sottovoce per cambiare le cose.


Con il suo ritmo, i suoi silenzi, i suoi quadri, Generazione Low Cost non è il film generazionale esagerato che i titolisti italiani provano a vendere.
È un piccolo dramma interiore e una piccola storia, con una grande protagonista.

Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. Altra francesata in rampa di decollo. Spero che non mi deluda e che le sue emozioni non siano troppo low cost. :D

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    1. Emozioni in sordina, più che low cost, il titolo italiano come sempre frega e fa pensare ad altro. Più dramma personale, che ritratto generazionale.

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