2 novembre 2022

Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities

Per Halloween, Netflix ha deciso di fare le cose per bene.
Di mettere nelle mani di Guillermo del Toro la realizzazione di una serie antologica, con episodi diretti da colleghi e amici da brividi.
Ne esce un'antologia dal sapore d'altri tempi, non solo per il genere gotico e granguignolesco in cui ci si muove, ma anche per la presentazione di ogni episodio ad opera di del Toro stesso. 
L'uscita dilazionata -cosa rara per Netflix, che sta imparando dai suoi avversari in streaming-, prima quattro, poi due, poi altri due episodi, riporta agli speciali televisivi di Hitchcock, in un'operazione nostalgica e moderna che fa felici non solo i fan del genere.


Otto episodi, si diceva, ognuno con il proprio carattere, con il proprio genere, con il proprio stile.
Tutti da salvare, va specificato, nonostante mi sia divertita a farne -inevitabilmente- una mia classifica:

8. Graveyards Rats
di Vincenzo Natali 
(1x02)


Sarà stata l'ambientazione, sarà stato il protagonista, saranno stati i suoi "nemici", ma scendere fra le tombe di un cimitero per rubare, e trovarci topi su topi è stato un incubo poco piacevole.
Viscido e sporco, questo episodio non è riuscito nemmeno ad avere il lato umano che solitamente mi avvicina a certe storie.

7. The Outside
di Ana Lily Amirpour
(1x04)


Il rapporto complicato con Amirpour continua.
In questo caso, visti i problemi di sicurezza estetica che Kate Micucci ha, avrei dovuto sentirmi più coinvolta.
Nella realtà, nelle sue fantasie ad occhi aperti, nelle allucinazioni che il suo obiettivo di pelle perfetta la porta ad avere, mi sembra ci si ripeta un po' troppo, dovendo riempire il tempo richiesto.
I brividi mancano, il prurito si fa inevitabile.


6. The Autopsy
di David Prior
(1x03)


Ah, il fascino che F. Murray Abraham, sa dare ad ogni interpretazione!
Innalza pure una storia investigativa senza una vera e propria profondità, rende affascinante pure un'autopsia, anzi più autopsie, e a questo giro, il finale regge.
Nel buio di un magazzino, il confronto con l'impossibile.


5. Lot 36
di Guillermo Navarro
(1x01)


Il primo episodio non si scorda mai?
Diciamo che difficilmente si scorderà un protagonista ruvido e duro come Tim Blake Nelson che ha la faccia giusta per rappresentare il redneck americano che vede anche in una storia affascinante come quella di demoni da tenere sotto controllo, un modo per arricchirsi.
L'intrigo c'è, la conclusione, purtroppo, meno.


4. The Viewing
di Panos Cosmatos
(1x07)


A proposito di finali tronchi, eccoci qui.
Con quattro sconosciuti dai diversi talenti, chiamati a raccolta da un ricco magnate misterioso.
Cosa vuole da loro, cosa vuole mostrargli?
In una notte fatta di droga e confessioni, le domande sono più delle risposte come meglio conviene a un episodio molto psicologico.


3. Pickman's Model
di Keith Thomas
(1x05)


Dipingi ciò che vedi.
E se quello che vedi sono mostri, sangue, banchetti cannibali, il problema è nella tua mente o nella realtà che non tutti riescono a vedere e che proprio quei quadri possono rivelare?
La discesa nella pazzia si fa a suon di pennellate, con un Ben Barnes che invecchia male ma che riesce a rendere credibile e spaventoso questo incubo romanticamente ottocentesco.


2. Dreams in the Witch House
di Catherine Hardwicke
(1x06)


Le storie di fantasmi, ormai l'ho capito, sono quelle che più mi affascinano.
La storia di un lutto impossibile da superare -quello della propria gemella- che ha interrotto così ogni altra aspirazione e sogno, ha reso Walter ossessionato dall'aldilà in cui l'ha vista sparire. 
Spingendolo ad inseguire e interrogare medium per il Paese.
Finalmente, in una casa stregata, potrebbe trovare le sue risposte.
Tragico e spaventoso davvero, questo racconto gotico ha un finale non certo lieto come promesso all'inizio, ma fa sussultare più degli altri e rende bene la vita spezzata che una storia di fantasmi sempre racconta.


1. The Murmuring
di Jennifer Kent
(1x08)


Dopo il Leone di Caffé di Venezia 75, Kent vince anche il primo posto qui.
A dimostrazione che le storie di fantasmi, e le storie di case con una storia da scoprire, sono quelle che mi toccano più da vicino.
Una coppia di ornitologici che non riesce più a comunicare dopo un lutto senza nome, una tenuta isolata in cui lavorare e osservare gli storni, e gli incubi di una moglie fredda e distante a rivelare cosa in quella casa è successo, e il senso di colpa che la blocca.
Più drammatico che horror, questo racconto che si regge sulle spalle degli intensi Essie Davies e Andrew Lincoln e sulla bellezza dei voli degli storni, finisce pure per commuovere.
Perché oltre i brividi, insegna Guillermo, c'è molto di più.

4 commenti:

  1. Guillermone dovrebbe abbracciare anche il minutaggio ispirato alle serie antologiche di zio Hitch e Rod Serling, alcuni episodi hanno davvero troppo tempo da spendere, in generale però è proprio il tipo di antologia horror con cui vado sempre a nozze ;-) Cheers

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    1. Dopo i film che sforano le due ore, le serie che non si accontentano nemmeno dei 50 minuti.
      Guariranno, prima o poi?
      Per fortuna, il formato antologico lo salva ancora, anche se qualche sforbiciata sarebbe stata gradita nella resa finale.

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  2. Devo ancora iniziarla. A questo punto sono tentato di partire dall'ultimo episodio. ;)

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    1. Il bello di queste antologie, è che puoi farlo. Non avresti di meglio, poi... o forse no?!

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