19 novembre 2022

Omicidio nel Westend

Andiamo al Cinema

Regola n°1 per un giallo perfetto
Presentare tutto il cast, ovviamente variegato, ovviamente ben assortito, con personaggi amabili e detestabili.
Più detestabile è un personaggio, più sarà logico aspettarsi la sua morte.
Che infatti, puntualmente, avviene.

Regola n°2 per un giallo perfetto
Presentare i poliziotti/detective/amatori incaricati alle indagini.
Tipi buffi, ovviamente.
Una coppia è preferibile, ben assortita nel suo essere composta di opposti che si compensano.

Regola n°3 per un giallo perfetto
Evitare i flashback.
No, dico sul serio: mai usare i flashback!
Va bene, va bene, ovvio che per dare un senso all'omicidio, per incasellare meglio vittima e sospetti, i vari interrogatori sono delle forme di flashback.


Regola n°4 per un giallo perfetto
Far sbattere i detective incaricati lungo false piste e finte accuse, fino a farli arrivare alla verità che...

Regola più importante per un giallo perfetto
Riunire tutto il cast, tutti i sospettati, in un unico luogo. Possibilmente una villa isolata, dove i due detective esporranno i loro sospetti, le loro prove, fino ad individuare il vero colpevole.

Se si è in un film, è preferibile una bella scena d'azione, con tanto di sparatoria magari, anche se molto americana come scelta, non certo inglese.

Le regole del giallo perfetto, sono queste da Agatha Christie in poi, e Angela Lansbury, non a caso ottima Mrs. Marple, ce le ha ben sedimentate in episodi su episodi de La signora in giallo.
Il fatto è che i film whodunit continuano ad andare forte.
Un genere che non passa di moda, che sempre attira, e che il successo di Knives Out ha sicuramente rinverdito.


In Omicidio nel Westend si gioca molto.
Con i sospetti, con il mondo in cui ci si muove, con i riferimenti alle regole dei gialli.
E se non si è inglesi, se non si è profondi conoscitori di Trappola per Topi di Agatha Christie, si rischiano di perdere le numerose citazioni, giochi di parola e stralci di sceneggiatura di cui questo non-adattamento è ricco.
Perché si parte da lì, dalla Trappola per Topi in scena nel West End interrotta dall'omicidio dell'odioso regista americano che era pronto a farne un adattamento per il cinema.
Chi lo ha ucciso, allora?
E perché?
Per gelosia? Per disaccordi sulla sceneggiatura? Per vendetta o per amore?
Sarà compito del beone ispettore Stoppard e della ligia Constable Stalker indagare, interpretati splendidamente da un Sam Rockwell che non sbaglia un colpo e da Saoirse Ronan in panni leggeri e comici.
E poi un cast ricco, ricchissimo, composto da Adrien Brody, Ruth Wilson, Harris Dickinson, David Oyelowo e Sian Clifford, che a differenza dell'Amsterdam di Russell, funziona senza appesantire.


Quel che ne esce, è un giallo classico ma non troppo, con la regia wesandersiana di Tom George che diverte e si diverte nella metascrittura di Mark Chappell, anticipando svolte, anticipando la sceneggiatura sotto i nostri occhi.
Omaggiando, insomma, il talento di Agatha Christie e la passione mai sopita per i gialli.
Quelli fatti bene.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Non è per niente il mio genere, però tutto sommato mi ha intrattenuto.
    Ora per i prossimi 10 anni con i gialli sono a posto. :)

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  2. Molto carino e leggero. L'ho trovato un ottimo antipasto per il seguito di Knives Out, che aspetto con trepidazione!

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