23 dicembre 2022

Rocky - La Saga

#LaPromessa2022

Quando quasi un anno fa avevo chiesto al grande pubblico di In Central Perk titoli da inserire ne La Promessa, una parte di me sperava che qualcuno mi sfidasse con Rocky.
Ci ha pensato il buon Cassidy, per mia immensa gioia!
Una saga che avevo sfiorato da piccola, vista la passione di papà per Stallone, con l'urlo di Adriana da imitare, con la corsa per le scale di Philadelphia diventata un omaggio nei grandi allenamenti a montaggio serrato, con il "Ti Spiezzo in Due" da usare come arma di difesa, ecc. ecc.


Poi certi pregiudizi sbagliati come tutti i pregiudizi, mi hanno allontanato da Stallone, dai suoi titoli tuttazione, fino a farci pace con una comparsata in This is Us (dove non a caso pure papà Pearson è un fan) e una nomination agli Oscar per Creed che mi ha spinto a vedere alla cieca un film che mi ha esaltato, portandomi al cinema anche 3 anni dopo in una visione collettiva di tifo e tensione che ancora ricordo.
Ora, il recuperone cadeva alla perfezione per l'uscita di Creed III, peccato che sia stata posticipata a marzo 2023.
Poco male, comunque, perché un personaggio come Rocky Balboa dovevo conoscerlo, dovevo finire per amarlo, lui e quella vecchia volpe di Stallone che lo interpreta e lo dirige, che sbiascica e guarda torvo, il tutto con una semplicità che da un membro del Mensa non ti aspetti.


Sei film visti quasi in fila con il giovine, con l'esaltazione a volte a mille, a volte calante.
Con le perplessità iniziali nel rivedere ad ogni nuovo sequel, la sfida passata che diventa in fondo un "previously on".
Dopo una settimana in sua compagnia, non potevo esimermi dal farne una classifica:

6. Rocky V


Paulie è forse il personaggio che più mi ha infastidito in questa saga.
Cognato meschino e violento, alcolizzato e che sempre chiede.
Qui, poi, quando perde tutto il patrimonio dei Balboa, come difenderlo?
Dopo la gloria, le stalle che corrispondono al tornare nella periferia di Philadelphia, al cercare lavoro e dignità in quel che si sa fare.
Per Rocky non può essere che la boxe e quindi prendere in mano la palestra di Mickey destinata al figlio e cercare lì della gloria.
Gloria che sembra passare per Tommy Gunn, giovane spaccone che non ha un briciolo di carisma rispetto ai pugili passati e futuri, pronto a tradire per denaro.
Insomma, è un Rocky sì decadente e già nostalgico per i luoghi visti nel primo film, ma è un Rocky che non sa cedere il passo alla nuova generazione e lo dimostra in una sfida finale in strada, che poco appassiona.
I critici e il pubblico sono d'accordo con me.

5. Rocky IV


Il Rocky che più ha incassato ma che poco mi ha convinto.
Il Rocky del "Ti spiezzo in due " (in originale: "I must break you"), il Rocky dove Creed accetta una sfida impossibile e infatti soccombe a Ivan Drago, il Rocky dove entra a piede teso la politica della Guerra Fredda, con l'America contro la Russia, l'uomo contro le macchine, la passione contro i numeri.
E Rocky che, ricco sfondato con tanto di robot tuttofare da regalare al cognato lamentone, decide di vendicare l'amico sottoponendosi a un altro duro allenamento contro il parere di Adrian.
Non basta Brigitte Nielsen né un finale con tanto di discorso retorico a coinvolgermi come speravo.

4. Rocky III


Il Rocky con Eye of the Tiger e il Rocky con Mr. T e Hulk Hogan.
Il Rocky divo e della statua al centro di discussioni per la giunta di Philadelphia, e il Rocky dell'amicizia.
Quella fra Rocky e Mickey, l'allenatore che urla ma che ama, che sa cosa vuol dire avere fame e nel suo allievo non la vede più.
E quella fra Balboa e Creed, non più nemici giurati, ma qui allenatore e allievo, che cambia così tecnica, che stupisce l'avversario fino a batterlo.
Un Rocky che sa il ritmo da tenere e sa le carte da giocarsi -compresa quella della commozione- e che regala un finale perfetto con uno scontro a porte chiuse fra due campioni.
Si sente che qui l'esaltazione c'è, vero?
La rivincita senza odio, ma per puro cuore, ha questo effetto su di me.

3. Rocky Balboa


Il Rocky moderno, quello di appena 15 anni fa.
Il Rocky con Milo Ventimiglia che diventato Jack Pearson continuerà ad ammirare papà Stallone.
Il Rocky della nostalgia, con i luoghi di Philadelphia diventati personaggi a sé e il Rocky dei grandi ritorni, quello di Marie che fa fare un sussulto al cuore.
Il Rocky senza Adriana, e per questo ancora in lutto, e il Rocky con Paulie che mica è cambiato, sempre insopportabile anche se sempre al suo fianco, è.
Il Rocky della sfida impossibile, quella di un giovane pugile campione dei pesi massimi, contro una vecchia gloria, che sembra così impossibile da non coinvolgere a dovere nonostante un ring più veritiero.
Riesce a farlo, però, la storia di un padre che deve riconquistare un figlio schiacciato dalla sua ombra e quella di un ristorante che si manda avanti grazie alla gloria passata e l'aiuto che dà alla comunità.
Uno Stallone nostalgico, appunto, che sa fare centro nonostante le perplessità iniziali.
Uno Stallone che torna alle origini nel sequel più simile all'originale.

2. Rocky


Il primo Rocky.
Quello grezzo, quello in cui non c'è traccia di fama ma solo di fame.
Il Rocky girato in meno di un mese e scritto in appena 3 giorni da uno Stallone sconosciuto a cui si dà però fiducia.
E per fortuna, perché regala un personaggio strambo, quasi un gorilla buono con il cuore al posto giusto ma la mente un po' più indietro.
Lui che emerge per pura casualità ma anche per il duro allenamento a cui Mickey lo sottopone per accettare la sfida di Creed, un pugile assetato di gloria e di spettacolo.
E c'è Adriana, timida e silenziosa, il cui nome viene urlato in mondovisione, e c'è Birillo, e ci sono Tarta e Ruga, e c'è Philadelphia, personaggio a sé tra quartieri periferici e scale su cui salire trionfanti per la prima volta.
C'è insomma tutta la polvere di un primo capitolo che sotto la regia di John G. Avildsen non ha il ritmo che ti aspetti da un film sul pugilato, soprattutto nel montaggio del combattimento finale, e che ricorda il suo La febbre del sabato sera con quel fare quasi documentaristico.
Ammetto che la sintonia non è scattata subito, ma a Rocky ho iniziato a voler bene dopo poche battute.

1. Rocky II


L'ho già detto, no, che le storie di riscatto mi conquistano?
E se il primo riscatto, quello contro la povertà e una carriera quasi al capolinea poteva stuzzicarmi, quella per una sfida persa ai punti, per una gloria che potrebbe valere una sicurezza per una famiglia che si sta per allargare, come non amarla di più?
E così questo Rocky quasi pacchiano nel suo sperperare i soldi del primo incontro, diventa un Rocky che solo dopo il consenso di Adriana può tornare ad allenarsi e quindi sul ring, di nuovo contro Apollo.
Con Stallone alla regia, la sfida è ben diversa; c'è il ritmo, c'è il sangue, c'è il dolore.
Ho assistito all'incontro avvicinandomi sempre più alla Tv trattenendo il respiro e facendo un tifo spudorato.
E se il primo montaggio dell'allenamento resta lì in alto, questo secondo con bambini al seguito sa come far breccia anche nel cuore più duro.
Sì, un numero due che diventa un numero uno.

4 commenti:

  1. Per me Stallone rimarrà sempre in una frase ipericonica del colonnello Trautman:
    "Non sono qui per salvare Rambo da voi, ma voi da Rambo".

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  2. L'ultimo posto non si discute, le altre posizioni sì ma giustamente tutto e sempre dipende dalle proprie emozioni, diciamo che dal primo al quarto personalmente è tutto un fantastico film ;)

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  3. Invertirei assolutamente i primi due posti, e metterei al terzo posto Rocky V. Per il semplice fatto che Avildsen è stato un ottimo regista, Stallone no. Ma aldilà di questo tutta la saga di Rocky va preservata perché è un pezzo di storia americana e Stallone ha creato il suo personaggio più umano e sfaccettato. Uno dei miei sogni nel cassetto è andare a Filadelfia e salire la mitica scalinata... prima o poi lo farò ;)

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  4. Siamo sicuri che sia una richiesta fatta da Cassidy e non da Mr. James Ford in incognito? XD

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