Andiamo al Cinema
Abbiamo il messaggio ecologista, che in questi pazzi tempi che viviamo fa sempre bene ascoltare, anche se nascosto sotto una metaforona facilona e un gioco da tavola che non va per il sottile.
Abbiamo i richiami ai racconti di avventura di un tempo, quelle esplorazioni impossibili, quei nuovi mondi, che sono stati letti e riletti, visti e rivisti, da piccoli nerd ora cresciuti.
Abbiamo -finalmente e di nuovo- il personaggio apertamente gay, innamorato, la cui sessualità non risulta essere un problema né per i genitori né per il nonno.
Abbiamo, cosa più importante, un mondo strano davvero.
Ma fantastico, soprattutto.
Colorato, morbido, imprevedibile, dove tutto sembra animato, dove i cattivi non fanno così paura, dove riuscire a orientarsi e salvarsi tra fughe impossibili e aiutanti colorati.
Perché abbiamo un mondo, là fuori, chiuso fra delle montagne, protetto ma allo stesso tempo isolato, che negli ultimi 25 anni ha subito una spinta verso la modernità grazie all'elettricità che i frutti di -Pando creano.
Perché abbiamo un agricoltore che aveva seguito il padre in una delle sue esplorazioni con l'obiettivo di superarle le montagne che circondano Avalonia, che ha deciso di dirgli basta, e di tornare indietro con una pianta di Pando e con la grande scoperta che rappresentavano.
Creando un nuovo mondo, creando una frattura con quello vecchio.
Abbiamo, insomma, un nuovo classico Disney.
Che classico sembra nella sua storia fantastica e nello strano mondo che mostra, in una famiglia allargata, caotica e colorata dove andare d'accordo fra caratteri e generazioni diverse, non è facile.
Ma che come tutte le famiglie spigolose, insegna come smussare i propri angoli per tenere saldo l'amore.
Com'è allora che un nuovo classico così caloroso diventa un flop?
Com'è che anche i cinema di zona limitano le proiezioni al solo pomeriggio, rendendo difficile la vita di chi bambino ancora si sente dopo le 20.00?
Sono misteri che affondano le radici nelle scelte scellerate della Disney stessa, che ha relegato molti dei suoi titoli alla sua piattaforma, spingendo famiglie e spettatori ad evitare la sala.
Ed è un peccato, perché nella sua genuinità, nella sua semplicità pure -di messaggio, di evoluzione- Strange World è godibilissimo.
L'avventura che si respira, le scene di azione piene di pathos e soprattutto il mondo meraviglioso con un bel messaggio che Don Hall e Qui Nguyen hanno creato, meritavano di più.
Compresa una campagna marketing più efficace, pur non prestandosi a gadget facili come altri titoli.
Ma soprattutto, un pubblico più ampio, capace di abbracciare il messaggio di inclusione e di cambiamento che un mondo strano e pazzo sa dare ad un altro altrettanto strano, altrettanto pazzo.
Voto: ☕☕☕/5
Nessun commento:
Posta un commento