Top Gun: Maverick

Andiamo al cinema su NowTV

Mi ero detta: pensa prima a te.

Pensa al poco tempo che hai e impiegalo al meglio.

Così dal successo stratosferico di Top Gun 2 mi ero tenuta a distanza, il film che aveva "salvato il c**o" all'industria cinematografica -parole di Spielberg- non ero accorsa a vederlo.

La mia antipatia per Tom Cruise, il poco amore per un primo capitolo che non avevo trovato invecchiato benissimo, mi facevano già pensare di non essere il pubblico adatto.

Non quello che dopo anni di pandemia tornava finalmente in sala, non di chi da nostalgico voleva riprovare vecchie emozioni.

A detta di tutti, poi, un film che si regge su Tom, che è Tomcentrico ed è l'essenza del Tomcruisismo, come potevo sopportarlo? Come potevo mettere da parte i miei pregiudizi?

Poi ci si è messa l'Academy, a nominarlo non solo per i premi tecnici a cui solitamente i blockbuster sono relegati, ma addirittura a Miglior Film.

Ho tentennato, parecchio.

Ho pure evitato di entrare in sala nonostante di turno alla sua programmazione nel cinema in cui sono volontaria, assiepato di pubblico.

Ma alla fine ho ceduto e un po' ho rimpianto il grande schermo, la sensazione di visione partecipata che film così smuovono, giusto per essere la solita "mai contenta".

Ed eccomi qui, a visione ultimata.

Ancora attonita, in ogni caso, per la nomination più importante, ma il film mi sono trovata a difenderlo prima di tutto a me stessa.

Sì, Tom Cruise fa Tom Cruise, fa Maverick, che è un po' la stessa cosa ormai.

Sì, la nostalgia canaglia con giubbetti di pelle, occhiali da sole, motociclette e un Val Kilmer che spezza il cuore.

Sì, come Star Wars, come Scream pure, il film ripete se stesso, ricalca scene e dinamiche, mette dentro tutto quello che aveva reso un cult l'originale e quindi l'amore con le sue scene d'amore, il bullo arrogante, il cadetto testacalda tormentato dal ricordo del padre che altri non è che Goose, colui che aveva un bersaglio grosso come una casa attaccato alla schiena e destinato a morire (ah, come lo aveva reso bene Hot Shots!).

Ricalca tutto, ma riesce a convincere.

A farmi sbuffare, anche, mentre si suona il piano e vuoi a forza cavarmi una lacrima, mentre mi mostri petti scolpiti e fisici aitanti non più giocare a beach volley ma a rugby sulla spiaggia, mentre rendi la missione sempre più impossibile contro un nemico che non lo vuoi dire per non rovinarti la reputazione, ma è russo.

Ma sì, mi esalti, a sorpresa.

Con quella mezzora finale che tutti avevano acclamato e ora capisco perché.

Tesa e pirotecnica, a bordo di aerei che rendono tutto più difficile da girare, con l'ansia che aumenta man mano che aumentano i pericoli. Che sembrano non finire mai.

Io, proprio io, quella che nelle scene d'azione stacca il cervello e rientra a scena conclusa, alle tre di notte mi sono trovato sul divano avvinta e agitata, mentre il giovine ronfava tranquillo.

Non fatelo sapere a Tom Cruise che potrebbe odiarmi tanto quanto io poco sopporto lui, ma il film l'ho visto sul divano di casa con l'abbonamento fresco di NowTv per seguire gli Oscar. 

Fatto play, mi sono addormentata dopo mezzora esatta, salvo risvegliarmi con Lady Gaga che cantava e il bisogno di veder conclusa la mia maratona e quindi tornare indietro e ricominciare.

La soddisfazione c'è stata, la fatica e l'attesa hanno valso la pena.

Vorrei dire più per la bravura di Miles Teller e la bellezza di Jon Hamm, il fascino di Jennifer Connelly, ma ammetto per prima che farei un torto a Tom Cruise, alla sua testacalda e testaccia dura che ha voluto questo film, lo ha voluto così, lo ha voluto per il cinema.

A ricordarmi che piaccia o meno, il cinema è anche questo.

E questa volta è piaciuto anche a me.

Trailer

Voto: ☕☕☕/5

Un piccolo P.S.: La maratona per gli Oscar ha visto un solo escluso, Wakanda Forever. 

Due ore di Maverick le posso sopportare, tre di Marvel non più.