27 maggio 2018

La Domenica Scrivo - LaMiaQuercia

C'era una volta una piccola ghianda.
Se ne stava da sola, sotto la sua quercia madre, in attesa del suo destino.
Mangiata dai topi?
Da un raro scoiattolo?
Capace di germogliare e crescere come quercia pure lei?
Arrivò però un professore decidendo per quel destino: sarebbe stata consegnata alle cure di un'alunna, piantata in un semplice e quasi triste bicchiere di plastica bianco, aspettando e sperando in un germoglio. Parte di una lezione, quindi, di quei cicli vitali spiegati e illustrati e ora pure dimostrati.
Con lei, altre 20 ghiande, chiamate allo stesso compito, curate in modo distratto o attento a seconda dei casi, dal proprio alunno.
Passano i giorni, e la piccola ghianda germoglia. È fra le poche a farlo, in realtà, non si è arresa alle distrazioni, alla mancanza di acqua, a quel bicchiere di plastica bianco poco signorile.
E nella gioia che sente in quell'alunna, sente di aver trovato casa.



Ora, le è concesso un vaso rosso, della terra, una terrazza in cui continuare a crescere.
L'alunna che l'ha in cura, se ne cura un po' di più, certo, ma c'è qualcun altro che si ricorda di annaffiarla, di curarla, di spostarla un po' più alla luce, e ormai, la piccola ghianda è una piccola quercia. Una quercia bonsai, per i più, per chi passa per quella casa e non capisce perché tenere una quercia in vaso, perché non piantarla da qualche parte.
Di anno in anno la quercia cambia vaso, cresce un po' di più, arriva dove può con le sue radici, con i nuovi rami. L'alunna la guarda, ne è fiera, la chiama LaMiaQuercia, e spera un giorno di renderla la regina de IlMioGiardino, un giardino da sogno, che sogna per il futuro. Certo, LaMiaQuercia resta piccola, sono passati 10 anni e ancora non raggiunge un metro di altezza, mentre in giro, fra le strade, i parchi e le montagne, ci sono querce più giovani, più alte e rigogliose.
Cambia casa, allora, LaMiaQuercia, da una terrazza passa a un giardino, pieno di colori e di fiori, un vaso ancora più grande in cui crescere un altro po', in cui fare figli pure. Sì, LaMiaQuercia fa piccole ghiande, verdi e lunghe, che finiscono fra le mani di altri alunni, o in un cassetto a ricordare la soddisfazione di cure e pazienza. Ma ancora quel giardino non è IlMioGiardino, e aspetta, e vede i fiori cambiare, fiorire e sfiorire, vede cani e cuccioli e gatti stare in quel giardino, giocare e dormire.
Cambia casa ancora, LaMiaQuercia, finisce in un fazzoletto verde difficile da chiamare giardino, e resta sempre in quel vaso, ammirata da vicini che ripensano alla loro terra quando la vedono, finisce per fare da rifugio ad un gatto nero malandato, che sotto le sue non così fluenti chiome, si addormenta tranquillo.
Sono gli anni più difficili per LaMiaQuercia, anni in cui il caldo aumenta, il sole arriva poco, e ha paura di non farcela, di non arrivare mai al tanto agognato IlMioGiardino, quel paradiso promesso, quel sogno che l'alunna ha.
E la sente, sperare, sognare ancora, uscire, tornare, discutere su quella o su quest'altra casa, su questo o su quel giardino con un giovine che si prodiga a curarla, ad annaffiarla quando il caldo è più forte e la pioggia non arriva. Finché non arriva il giorno, LaMiaQuercia ha ormai 18 anni, è maggiorenne, viene caricata su un furgone, viene scaricata su un giardino. È grande, è verde, ci sono altre piante, ci sono ulivi, aceri, ma lei è l'unica quercia.
È IlMioGiardino.
Eccolo finalmente qui.


Ma ci vuole pazienza, ancora, ancora in quel vaso grande ma non troppo, deve restarci. Anche IlMioGiardino ha bisogno di cure, ha bisogno di lavori pesanti sopratutto, per renderlo più bello, ancora più grande. Passa quasi un anno, passo un inverno particolarmente rigido in cui quel gatto nero e malandato non la copre, ha una casa pure lui, ora, in cui farsi coccolare. LaMiaQuercia resiste, sa che la fine -che sarà un nuovo inizio- è vicina. E infatti, in un giorno di maggio che sa di piena estate, dopo settimane in cui ha visto ruspe passare, muretti costruire, terra venire scaricata e pulita e distesa, LaMiaQuercia sente arrivare quell'alunna ormai cresciuta, la sente dire: "è il momento".
E la vede scavare una buca, la sente imprecare contro la sua debolezza, e arriva il giovine, che l'ha annaffiata, spostata e curata in questi anni, lui fa la buca, insieme la liberano, esce da quel vaso, ed entra nella terra.
Una terra nuova, fresca, in cui le radici possono finalmente distendersi, sgranchirsi, in cui lei può crescere un po' di più, finalmente. Si guarda intorno, LaMiaQuercia, vede quel giardino di cui è regina, ci si trova perfettamente al centro, e si immagina già, un giorno, con pazienza, fare ombra e dare refrigerio a chi sotto le sue fluenti chiome troverà rifugio.
Sente quell'alunna che nonostante gli anni continua ad essere un'alunna e ad imparare lezioni -l'ultima, proprio ora: ha imparato che non sempre si può fare tutto da soli, che ci vuole pazienza, e un pizzico di calma-, la sente sistemare la terra sopra le radici, la sente annaffiarle, e la sente dire, con la commozione nella voce e negli occhi: "Ce l'abbiamo fatta".


6 commenti:

  1. Che bel post Lisa. Io davanti alla mia finestra ho un vecchissimo castagno, che lotta sempre tra la vita e la morte. Da bimbio ci ho giocato sotto, grazie all'ombra che procurava, e spero che possa rinascere dopo l'opera di potatura delle settimane scorse. Già ci sono rami con un sacco di foglie verdi.

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    1. Quelle nuove foglioline fanno ben sperare, per la mia quercia spero in un futuro simile, in cui magari solo i miei pro-pro-pro nipoti la vedranno al massimo della sua grandezza :)

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  2. Credo che tutti da piccoli abbiano fatto questo "esperimento", tuttavia tu al momento sei l'unica che l'abbia davvero portato, se non a termine, a uno stadio successivo, e per questo ti dico brava ;)

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    1. Grazie :) un'amica compagna di classe era riuscita nella stessa impresa, ma non avendo un giardino ha piantato la quercia anni fa in un bosco, siamo state particolarmente fortunate.

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  3. Post bellissimo, che avevo letto ieri da cellulare senza però poter commentare.
    Ti invidio molto per la pazienza e la tenacia, e lo dice uno che fa seccare anche la piantina di basilico sul davanzale.

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    1. Ah, ma guarda che la piantina di basilico muore anche a me, per non parlare dello stillicidio annuale delle piante da interno. LaMiaQuercia è una bellissima eccezione, e ora che il giardino è più grande, il pollice sta tornando più verde :)

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