Leggere e non troppe impegnate, con personaggi facili da odiare o da invidiare, perfette per staccare il cervello.
Insomma: sono le serie guilty pleasure, quelle che un po' ci si vergogna a iniziare -lontane dai propri gusti come sono- o a continuare -stanche nelle loro formule come sono.
Ma che alla fine, fanno sempre parlare di sé:
The White Lotus - Stagione 3
Cambia la location e cambia il cast, ma non si cambia la formula.
Mike White ha capito come fare soldi sulla pelle dei ricchi di cui si prende gioco, e per la terza volta ci propone un misto ben condito di personalità facili da odiare, su cui spettegolare per settimane, e con un mistero annunciato a inizio racconto a tenere con il fiato sospeso.
Siamo in Thailandia, questa volta, in un resort di lusso molto zen e detox, dove si rifugiano un trio di amiche che poco si sopporta, una famiglia con delle dinamiche piuttosto tossiche, una coppia di diverse età e diverse visioni sulla vita e infine Belinda, la massaggiatrice illusa da Tanya nella prima stagione che sbarca per un anno di praticantato.
Un filo conduttore, insomma, continua ad esserci, ed è quello di Tanya, personaggio uscito di scena in malo modo e forse troppo presto, che qui viene sostituito dalla madre sotto psicofarmaci di Parker Posey e le sue uscite brillanti pur essendo gran poco intelligenti.
Poi ci sono i membri del resort su cui puntare qua e là lo sguardo, tra due innamorati di diversa stoffa, un criminale va da sé russo, e un direttore poco incisivo nelle sue insicurezze, soprattutto se paragonato ai suoi predecessori.