23 agosto 2025

Oddity

La Mini-Settimana Horror

Restiamo in Irlanda, terra di leggende e magie, di creature, di stranezze.
Come le stranezze che vende Darcy nel suo negozio, strane ancora più perché maledette.
Non si ruba in un negozio dove gli oggetti sono maledetti o nascondono fantasmi.
Darcy è la sorella gemella di Dani, morta troppo presto, in circostanze tragiche, per le mani di un paziente appena rilasciato dall'ospedale psichiatrico dove lavora il marito.
È passato un anno, e qualcosa sembra non tornare.


Lo sappiamo noi, pubblico, che abbiamo assistito ai fantomatici "5 minuti di film che danno un tono al film" (cit.) con il fiato sospeso. Di chi deve avere paura Dani? Di chi bussa alla sua porta nel cuore della notte e con fare sinistro la avverte che qualcuno le è entrato in casa o di quel qualcuno che forse è davvero in quella casa, che con pazienza e un briciolo di follia sta sistemando mentre il marito passa le notti a lavoro?
Lo capisce la sorella di chi doveva fidarsi, che pur cieca sembra vederci benissimo, grazie agli oggetti appartenuti al presunto assassino e a chi in quella casa ancora ci vive. Una casa isolata, va da sé, gelida nel suo essere di pietra, con intrighi interni fatti da scale e botole, un labirinto non certo a prova di non vedente.
Occupa quella casa, Darcy, tiene in ostaggio una nuova compagna forse troppo prematura, forse semplicemente troppo stronza per essere protetta e si porta dietro un golem di legno, regalo di una strega alla madre da cui ha eredità quel negozio di stranezze.
Nell'anniversario della morte di una sorella gemella, Darcy chiede chiarimenti, medita vendetta.


Se tutto sta in quei primi minuti iniziali, Oddity si può definire una stranezza tesa e capace di mettere i brividi. Un horror che ancora una volta fa di quel nido d'amore che si cura e per cui si fanno sacrifici, un incubo.
Rivela piano le sue intenzioni, Damian Mc Carthy, lascia parlare personaggi strani e ben caratterizzati, lascia respirare la sua storia con tanto di flashback che solo poco a poco si fanno rivelatori.
Forse per questo ho poco apprezzato la scelta di Gwilym Lee come attore protagonista, non certo intrigante, non certo espressivo e con Carolyn Bracker a rubargli la scena senza problemi.
Se la tensione è sulle spalle degli interpreti, c'è il montaggio che gioca con gli spazi, con gli oggetti, con le stranezze a pensare ai jumpscare.


Oddity è un film che funziona per somme, pur allungandosi in un finale tragico in cui purtroppo non manca il momento spiegone, nel buio di una notte rivelatrice e portatrice di vendetta resta teso e resta affascinante, resta strano e intrigante come quei minuti iniziali.

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