7 settembre 2020

Venezia 77 - The Duke | Mandibules

The Duke

A Venezia si può anche ridere.
Fuori concorso, però.
Lo si fa prima di tutto con una storia vera e british al 100%, la storia di un quadro rubato, di uno sciovinismo vecchia maniera, di una classe operaia che si ribella.

La classe è in realtà rappresentata unicamente da Kempton Bunton, che si ribella a tasse, a razzismo, finendo sempre per perdere il lavoro, per farsi qualche giorno di prigione, per impensierire una moglie stanca e devota, che alle apparenze ci tiene.
Ma è così Kempton, non riesce a starsene con la bocca chiusa, con le mani in mano.
E quando sente che per un ritratto del Duca di Wellington lo Stato ha sborsato la bellezza di 140.000 sterline, si chiede com'è che lo stesso denaro non è stato usato, chessó, per garantire la Tv gratuita ad anziani e veterani.
Finisce che quel dipinto viene rubato dalla National Gallery e finisce nascosto nell'armadio del suo studio.



La sua ribellione passa per ricatti, per prese di posizione, il tutto con la complicità di un figlio che sempre lo sostiene e nascondendosi da una moglie che ne farebbe una tragedia.
Il piano non è però dei più infallibili, e presto Kempton fininisce sotto processo.
Un processo che si trasforma in uno show.

British fino al midollo, questa commedia leggera che i suoi attimi profondi, commoventi e pure politici li ha, si regge su un grandissimo Jim Broadbent, mattatore dalla parlantina inesauribile e viene impreziosito dalla presenza di Helen Mirren, Matthew Goode e dal giovane Fionn Whitehead.
Conquisterà i cinema e le signore, come un nuovo e più avvincente Philomena, ed è una ventata di freschezza che male non fa in una Mostra.

Mandibules

Quentin Dupieux dev'essere una persona davvero strana
Di certo lo sono i suoi film.
Mandibules lo è fin dalla sinossi con cui è stato presentato:

Quando Jean-Gab e Manu, due amici un po’ sempliciotti, trovano una mosca gigantesca intrappolata nel bagagliaio di un’auto, decidono di addestrarla per farci un sacco di soldi.

Una mosca, gigante, che i due scapestrati amici decidono di ammaestrare.
Progettano rapine, di vivere nel lusso, alla faccia dei soldi facili che potrebbero già avere.
Il destino sembra essere dalla loro parte ma anche contro di loro, con roulotte trovate per caso ma abitate, con una fortuna lì promessa ma che fugge con facilità, con del cibo che finalmente arriva ma che va in fumo, con una ragazza che si confonde e li invita nella sua villa e quella mosca da dover tenere nascosta.


Le peripezie di questi due folli e non certo acuti amici è tra le più strane mai sentite.
Loro, con il loro saluto speciale, con i loro piani, idee e metodi poco ortodossi, conquistano.
E si ride sguaiatamente, come sguaiatamente parla una deliziosa Adele Exarchopoulos vittima di un incidente sugli sci.
Breve come non se ne vedeva da tempo (appena 77 minuti) Mandibules è una piccola chicca con il suo cuore, con l'umorismo più weirdo a farsi un instant cult, o semplicemente, il film da citare a ripetizione.
Toro! 🤘🏻

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