1 aprile 2015

Cenerentola

Andiamo al Cinema

Abbi coraggio e sii gentile.
Quante volte avrò visto questa frase negli ultimi giorni nelle varie bacheche social?
Troppe, così tante da farmi quasi passare la voglia di andare a vedere l'ennesimo remake in live action della Disney a cui ne seguiranno altrettanti (ultimo in ordine di conferma, Mulan).
La paura di trovarmi di fronte a tanto zucchero, a tanto buonismo come la buona Disney ci ha da sempre nutrito, era quindi tanta, ma poi a vincere questi timori sono stati quella produzione inglese che sa di alta scuola, la scelta non da poco di preferire giovani attori non di grido uniti a comprimari di classe (in particolare la scelta del bel Richard Madden come principe) e per finire la fiducia in un artigiano del settore come Kenneth Branagh alla regia.
Non da ultimo, poi, il fatto che il multisala della zona lo proponesse in lingua originale.


Quello zucchero e quel buonismo, me lo sono però trovato davanti nei primi minuti del film, dove abbracci, carezze, lacrime e dialoghi diabetici si sprecavano.
Grazie al cielo, però, con l'entrata in scena della matrigna e delle sue insopportabili figlie, il quadro di Cenerentola ha iniziato a comporsi, la storia vista e rivista da bambina a riaffiorare, resa ancora più incredibile da un'ambientazione altrettanto, anzi, forse più da favola.
E allora è stato impossibile non continuare la visione in modo sognante, avvolta in una nuvola di romanticismo che il sorriso del bel principe, o del bel mister Kit, alimentava.
Il potere Disney ha avuto la meglio, insomma, compiendo la sua magia: far tornare bambine, sì, ma far tornare anche la speranza, anche l'amore, anche il credere in quella magia.
E così si può tranquillamente passare sopra alle innumerevoli volte in cui la frase leitmotiv viene ripetuta, si possono dimenticare quelle gag non certo indimenticabili che alcuni comprimari sono chiamati a compiere, perchè quello che davvero interessa, quello a cui tutti gli sguardi sono chiamati a guardare è proprio il potere dell'amore, la sua magia.


Ecco quindi che tutto quel buonismo e quello zucchero che prima tanto infastidivano, ora trovano un perfetto incastro in una favola dal sapore antico ma ancora attuale, con quella morale che potrebbe far storcere il naso ma che nasconde una gran verità: basta del coraggio per affrontare i soprusi, per affrontare le cattiverie, e basta la gentilezza ad aiutarci a non arrenderci, a sferzare il colpo di grazia in chi ci vuole del male.
Facile infatti reagire con la vendetta, facile non porgere l'altra guancia, ma il perdono sa essere la più dolorosa delle frustate per il proprio nemico, malvagio non perchè malvagio  di natura, ma come Disney, o come Freud, ci insegnano, tutto sta nel suo passato, tutto sta in quella lotta interiore a cui ognuno di noi è chiamato a combattere, e che non tutti sanno affrontare al meglio.


Se tutto questo romanticismo continua a far salire la vostra glicemia, sappiate che basterebbe un unico aspetto per farvi correre a vedere Cenerentola, possibilmente su grande schermo: la sua scenografia.
La composizione creata dalla coppia inarrestabile Dante Ferretti-Francesca Lo Schiavo è qualcosa di divino, è qualcosa che ti fa credere che le fiabe possano davvero realizzarsi: castelli d'incanto, case di campagna in cui trasferirsi immediatamente, con muri dipinti, fiori, rose, camelie, giardini segreti che pullulano di colore e di romanticismo.
Unito a un'attenzione speciale per gli abiti (non a caso, visto il loro ruolo essenziale nella fiaba), Branagh ha svolto un lavoro certosino, creando un'atmosfera da sogno suggestivo dove i suoi attori, credibili e capaci di farsi amare dal primo sguardo (o odiare, nel caso di un'algida e perfetta Cate Blanchett), si muovono con naturalezza, creando così un futuro luminoso per star pronte ad esplodere come Lily James (vista finora solo in Downton Abbey) e il Madden di Game of Thrones.
Tutto va quindi a segno, pure l'uso degli animali e della voce fuori campo, che come una mamma, come una madrina, ci guida nella fiaba, nel sogno ad occhi aperti da gustare fino all'ultima inquadratura.




P.s. A precedere Cenerentola è stato il cortometraggio Frozen Fever, altrettanto zuccheroso e altrettanto irresistibile:

10 commenti:

  1. Molto delicato e, visivamente, favoloso. Non racconta davvero niente di nuovo, ma è bello sentirselo raccontare ancora, e soprattutto così. Tra i retelling, forse il meno necessario ma anche il più valido :)

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    1. Tra i retelling l'unico che davvero mi incuriosiva, dopo la delusione unica di Alice in Woderland. La Disney comunque mi sta esagerando, finchè ci sono nomi come quello di Branagh va bene, ma ora sembrano non volersi fermare davanti a niente!

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  2. Carino sì, è piaciuto anche a me anche se non è nulla di eccezionale. Ci sta!

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    1. Eccezionale è comunque la scenografia, mi è bastata quella per avere gli occhi a cuoricino!

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  3. Ho poca voglia di vederlo al cinema... Sono sicuro che me lo guarderò quando arriverà in tv.

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    1. Su grande schermo ha secondo me molta più resa.. poi ovviamente si va a gusti, una visione la merita senz'altro, se non altro per inzuccherarsi un po' :)

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  4. Sarei molto curiosa di riguardarlo in lingua originale, soprattutto per capire quale accento abbia usato la Blanchett.
    Per il resto, nulla di memorabile, troppo barocchismo e poco approfondimento: visti i nomi coinvolti mi sarei aspettata molto di più!

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    1. Io mi aspettavo gran poco, più per la Disney che per i nomi, e sono rimasta piacevolmente avvolta in tutto quel barocchismo! La lingua originale, poi, ha dato una marcia in più alla cattiveria della matrigna.

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  5. L'ho assegnato a Julez, dato che non avevo il coraggio di affrontare la visione.
    A breve arriverà la sua recensione.

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    1. Film poco fordiano, all'apparenza, ma l'inevitabile morale e il senso di famiglia che trasmette avrebbe potuto fartelo apprezzare... aspetto il parere di Julez!

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