23 luglio 2016

La Comune

E' già Ieri -2016-

1975, Copenaghen.
Una famiglia agiata, lui professore di architettura che architetto a tempo pieno vorrebbe eessere, lei presentatrice del telegiornale serale da anni, che inizia a sentire il tempo che passa, ereditano la villa di famiglia di lui, che con il padre non è rimasto in buoni rapporti.
L'idea è venderla, troppo grande, troppo dispendiosa.
Ma è anche troppo bella, la figlia se ne innamora, loro ci fantasticano ripercorrendo un passato che non era poi così male e per far fronte alle spese ingenti decidono di provare, di buttarsi nella folle idea di lei: indire una comune, chiamare a raccolta i loro più stretti amici, ma anche degli sconosciuti, e vivere tutti insieme sotto le stesso tetto e le stesse regole, dividendo le spese, dividendosi ruoli e compiti.
Iniziano i colloqui, le approvazioni, pur senza chissà quali contributi finanziari.
E iniziano ovviamente anche i problemi, con lei troppo espansiva, troppo impegnata ad essere al centro dell'attenzione, mamma chioccia ma ancora donna suadente, con lui che riversa il suo malumore, il suo bisogno di attenzioni fra le braccia di una studentessa che alle sue idee, ai suoi progetto si interessa.
Ora che però la famiglia si è allargata, che la casa è divisa, come fare fronte a questa crisi coniugale di un matrimonio che comprende più di due persone?


A quanto pare, Thomas Vinterberg ha bisogno di leggerezza.
Dopo quel gioiellino di tensione e profondità che è ed è stato Il sospetto, si è preso una pausa, passando per l'epopea sentimentale di Via dalla pazza folla, e ora tornando in patria per analizzarne gli anni all'apparenza più leggeri come sono stati i 70's.
Ovviamente, tra sesso, droga e rock'n'roll c'è molto di più, e l'analisi di una crisi famigliare, pur non arrivando ai livelli di Festen, è ben sentita.
Non mancano gli scontri, le urla, le verità che vengono a galla, la forza nonostante la depressione, l'infelicità, di andare avanti e cercare di capire.
E il merito è tutto loro, di Trine Dyrholm (giustamente premiata a Berlino per la sua interpretazione) e di Ulrich Thomsen (attore feticcio anche se da queste parti lo si conosce grazie a Banshee).
Perchè la sceneggiatura, tra passaggi veloci, tra figlie che si trasformano e bambini che se ne vanno, una struttura solida non ce l'ha.


Ed è un peccato, perchè di quegli anni danesi, di quelle comuni che nascono e muoiono come funghi, poco si sa.
Riconosciute legalmente, negli anni dell'amore libero e della condivisione, segnano però anche i limiti di ognuno, con i difetti e le crisi che vengono presto a galla.
A mettere una pezza ai difetti del film, ci pensa almeno una colonna sonora da intenditori, che alle canzoni rock internazionali, alterna anche bellissimi pezzi danesi tutti da scoprire.
Adattamento di un'opera teatrale dello stesso Vinterberg, il film lascia la sensazione che sul palco il tutto sia diverso, più intenso, lascia la sensazione che il film, per Vinterberg, sia più un tentativo di fare ancora qualcosa, prima di affrontare nuovamente qualcosa di profondo e di serio, che ovviamente aspettiamo.



Regia Thomas Vinterberg
Sceneggiatura Thomas Vinterberg, Tobias Lindholm
Musiche Fons Merkies
Cast Ulrich Thomsen, Trine Dyrholm, 
Lars Ranthe, Helene Reingaard Neumann
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Together-Insieme, Festen

6 commenti:

  1. E' in rampa di lancio. Da Vinterbeg mi aspetto sempre il meglio, ma se è più leggero del solito gradirò, di questi tempi. :)

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    1. Leggero ma non troppo, ma convincente fin là... gli è mancato qualcosa, nella struttura come nella velocità del declino di quella famiglia. Mi farai sapere ;)

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  2. Per carità, ognuno a cà propria! :-D

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  3. Un po' mi incuriosisce e un po' mi spaventa.
    Comun(qu)e credo lo vedrò...

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    1. Un po' potrebbe piacerti, un po' irritarti... aspetto di sapere quale parte prevarrà ;)

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