3 ottobre 2016

Il Lunedì Leggo - L'Imprevedibile Viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce

Da tre anni a questa parte il mio ritmo lettura è decisamente calato.
Sarà perchè sono andata a convivere e ai momenti in solitaria davanti a un libro preferisco le serate condivise sul divano o davanti a una birretta, sarà che nel frattempo sono aumentate le serie TV da seguire, i film da vedere.
Sta di fatto che il libro iniziato dopo Norwegian Wood è ancora lì sul comodino, e di libri freschi di cui parlare non ne ho.
Ma mi collego al titolo, di quel libro in lettura, a quel viaggio che ultimamente in libreria è sempre fantastico, incredibile, strano o, per l'appunto, imprevedibile.
L'imprevedibile viaggio di Harold Fry è probabilmente il libro che assieme a Per 10 minuti di Chiara Gamberale ho più regalato negli ultimi anni, e prestato, come dimostra la sovracopertina così rovinata.
Comprato per caso, adocchiato di sfuggita fra i consigliati in libreria, mi ha conquistato da subito per quel titolo, quando ancora non era così sfruttato, per quella copertina semplice, per quel vecchietto, protagonista, e la sua storia.



La storia di Harold è quella di un vecchietto che vive di abitudini e di monotonia, che viene scosso dall'arrivo di una lettera che annuncia la malattia di quella che è stata un'amica e confidente, e che probabilmente presto non ci sarà più.
È turbato Harold, non è abituato a ricevere e a scrivere lettere, e quello che scrive sono le classiche frasi di circostanza, esce di casa, Harold, e va verso la prima cassetta della posta, ma decide di andare avanti, di imbucarla in quella che troverà poi, e andrà avanti così, un passo dopo l'altro, con la convinzione che andando avanti, la sua amica migliorerà, guarirà.
Andrà avanti, Harold, con le scarpe sbagliate, scomode e dure, con i soli vestiti che indossa, e attraverserà tutta la Gran Bretagna, da Kingsbridge a Berwick, incontrando amici, sostenitori, persone buone che lo ospitano, che gli regalano conforto, diventando in poco tempo un caso in quella Gran Bretagna dei tabloid, con una coda di seguaci e fan che si uniscono al suo cammino.
Harold non vuole tutto questo, Harold, con il suo imprevedibile viaggio, vuole ricongiungersi ad un'amica, mettersi in pace con un passato, con un matrimonio, non proprio felice.
E così, strada facendo, Harold conquista, appassiona, commuove.
Ricordo ancora le lacrime che ho dovuto trattenere nel finale, lì, sempre al Festival di Venezia, seduta in pausa con il mio libro.
Era stato bellissimo viaggiare con Harold, compiere con lui quei 1000 chilometri in 87 giorni.
Capire ancora di più quanto i vecchietti, sulle pagine, nei film, nella vita, mi appassionino, con il carico di esperienze, di passato che si portano appresso, tra le rughe, tra i capelli bianchi.
Ed è da questo libro che sono passata a conoscere un altro vecchietto, l'Allan de Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson, pure lui in viaggio, in fuga, pure lui pronto a condividere il suo passato che ha dell'incredibile, i suoi incontri straordinari.
Ma se proprio c'è un vecchietto di carta che mi ha rubato il cuore, quello è il burbero intelligente, il filosofo, il naturista, Martin, protagonista di Di tutte le ricchezze di Stefano Benni.
Non è stato altrettanto bello ritrovare l'esordiente Rachel Joyce qualche anno dopo con Il Bizzarro Incidente del Tempo Rubato, che alla terza età preferisce la gioventù, quella segnata da un caso davvero bizzarro e particolare: nel 1972, per allineare gli orologi al movimento naturale della Terra, vengono aggiunti due secondi al tempo.
Purtroppo, da un evento vero e particolare, nasce una storia ricca di tragedie e qualche banalità, non aiutata da uno stile che alle riflessioni sagge e ponderate, parla attraverso un linguaggio più giovanile e più chiuso.
Meglio allora stare dalla parte di Harold, accompagnarlo per il suo viaggio, imprevedibile e straordinario.

Aveva imparato che era la piccolezza della gente a riempirlo di meraviglia e tenerezza, e anche la solitudine. Il mondo era fatto di persone che mettevano un piede davanti all'altro, e una vita poteva sembrare banale solo perché chi la viveva lo faceva da tanto tempo.

8 commenti:

  1. Da amante dei vecchietti, devo assolutamente recuperarlo, anche se mi toccherà aspettare un po'. Di romanzi con anziani girovaghi, ultimamente, sto facendo indigestione e mi sembrano tutti carini, ma tutti simili. Un paio di settimane fa, ho finito ad esempio L'uomo che inseguiva i desideri: vedovo sessantanovenne che, tra le cose da dar via, trova un misterioso braccialetto della moglie ormai defunta, con otto ciondoli di cui non conosce il significato. Ognuno dei ninnoli ha una storia, lui si mette in cerca e gironzola tra l'India e Parigi. Possibile che, dopo una vita insieme, non la conosceva? Se ti capita... Questo, se mi capita... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho notato anch'io che ora le librerie pullulano di vecchietti sagaci e in fuga, ed é difficile in questo marasma trovare il vecchietto giusto. Harold lo é, fidati. Io per un futuro segno il tuo consiglio, ma penso di tornare a breve tra i classici :)

      Elimina
  2. Uno dei libri che mi ha emozionato di più in assoluto, una bellezza del tutto inaspettata!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto! Se non fossi stata in pubblico al momento del finale, avrei pianto a dirotto.

      Elimina
  3. Non c'è niente da fare, i "vecchietti" ti si addicono... proverò a leggerlo anch'io! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al cinema o suoi libri, mi conquistano. É sempre questione della nostalgia canaglia ;)

      Elimina
  4. Storie di vecchietti?
    Mmm... nah, mi sa proprio che non fanno per me. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prima o poi passerai anche tu al lato oscuro dei vecchietti, e la storia di Harold non è il male come pensi ;)

      Elimina