21 dicembre 2016

Rogue One: A Star Wars Story

Andiamo al Cinema
(qualche SPOILER c'è)

È successo senza che me ne accorgessi: sono diventata una fan sfegatata di Star Wars.
È successo grazie alla lunga maratona dello scorso anno per prepararmi a Il risveglio della forza, è successo durante la visione di quest'ultimo, con il pathos e l'ammirazione che crescevano, ed è successo rendendomi conto che no, queste due trilogie incrociate, una ufficiale, una di spin-off, non mi fanno scuotere la testa, non mi fanno pensare a una mera trovata commerciale, no, mi rendono entusiasta all'idea di poter tornare ogni anno, per i prossimi 4 anni, a bordo di navi spaziali in una galassia lontana lontana.
Con questo spirito pieno di aspettative e di felicità sono entrata ieri in sala, la proiezione era quella in lingua originale che se da una parte risulta superflua visto come in un film d'azione le parole sono poche, dall'altra posso dire di aver trovato solo così l'unico neo di questo film: la voce di Forest Whitaker e il suo piuttosto ridicolo Saw Gerrera.
Tolto questo, Rogue One è un giocattolo bellissimo, un film d'azione bellissimo, che ti incolla alla sedia e ti lascia senza fiato, fino alla fine, anzi, soprattutto alla fine, nascondendo ovviamente qualcosa di più.


Ma torniamo a Rogue One, che come dice il titolo, è una Star Wars Story.
Una storia parallela, che cade anni dopo l'episodio III e pochi giorni prima dell'episodio IV.
Ci siamo? Ci siamo.
Ritroviamo qualche conoscente (Mon Mothma, Bail Organa e C-3PO) e ritroviamo ovviamente lui, Dart Fener, che compare in scena riempiendola del suo respiro, del suo lato oscuro, e facendo pure rabbrividire e sussultare dalla paura.
Ma i veri protagonisti sono il Capitan Cassian Andor e Jyn Erso, coppia di ribelli, il primo disposto a tutto, ad uccidere, pure, in nome della Ribellione, la seconda, figlia fuggitiva di Galen Erso, che si è prestato, perché prigioniero, a collaborare con l'Impero per la costruzione della Morte Nera, ora ultimata e pronta a mostrare tutta la sua forza distruttiva.
Ma ribelli si nasce, ed è Galen stesso ad aver creato quel punto debole, quella falla del sistema che la Ribellione deve sfruttare per eliminare la minaccia di quest'arma, per comunicarlo, però, ci vuole tempo, pazienza, uomini e sacrificio. E saranno proprio Cassian e Jyn a guidarli questi uomini.
È un racconto di guerra, di martiri, quello che vediamo, di soldati disposti a tutto, a dare la vita, pure, per quello in cui credono.
Patriottismo, certo, ma anche atti eroici che valgono tanto, tutto, in un contesto generale, e il paragone con i giorni nostri non è affatto casuale.


Rogue One ci mostra solo una squadra in missione tra le tante, solo alcuni dei suoi guerrieri, facendoceli amare nel modo più classico, attraverso battute, ironia, coraggio e spalle comiche (K-2SO segue a ruota la sequenza di robot irresistibili), ma comunica un messaggio a cui non si può restare indifferenti. Lo si sa, come andrà a finire, e non importa, lo si sa che qualcosa, l'amore, stava per nascere, lo si sa che l'amicizia è il valore più importante, ma si va avanti, anche feriti, anche condannati, per permettere a quella nuova speranza di sorgere e avere la meglio.
Dopo un inizio un po' confuso che passa da un pianeta all'altro, è quando ci si ferma a Scarif che l'azione vera e propria, quella più ridondante e potente, inizia, e non ci molla più, in scene da capogiro, in effetti speciali da applausi.
Felicity Jones, Diego Luna, Mads Mikkelsen e pure il giovane Riz Ahmeda (apprezzatissimo in The night of) reggono bene, anche se forse manca loro qualcosa per renderceli più protagonisti, più indimenticabili, visto come il cuore batte alla visione dei vecchi personaggi, ricreati digitalmente.
Ma la colpa non è loro, lo si capisce che la vera protagonista è la storia stessa, che prende il sopravvento, anche a causa -no, grazie- alla musica stupenda [ndr. voglio rinascete strumentista dell'orchestra usata da Michael Giacchino]. E si capisce che questi ribelli in particolare, ma anche gli altri, non sono altro che un anello di una catena, anzi, sono un anello fondamentale, necessario, un testimone da passare, che da una mano all'altra, da una vita all'altra, arriva alla fine, che è l'inizio di tutto.
E che fine, che inizio!


(E poco importa -anzi, a dir la verità importa un bel po', vista la mancanza di rispetto per gli spettatori- poco importa, dicevo, se le luci in sala si sono accese qualche secondo prima dell'ultima inquadratura rovinando il crescendo creato.
Ve lo regalo io, un timer, la prossima volta.)


Regia Gareth Edwards
Sceneggiatura Chris Weitz, Tony Gilroy
Musiche Michael Giacchino
Cast Felicity Jones, Diego Luna, 
Mads Mikkelsen, Forest Whitaker
Se ti è piaciuto guarda anche
La saga di Star Wars, ovviamente

6 commenti:

  1. Lo considero un film che ti educa alla speranza.
    Sono felice di averlo visto :)

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    1. Bellissima interpretazione: la speranza, e la ribellione, sono i veri protagonisti.

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  2. Io mi sono gasato sorprendentemente molto con Il risveglio della Forza, ma comunque non da diventare un fan sfegatato della saga... :=)

    Per questo spin-off chissà, incrocio le dita.

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    1. Qui c'è pure la tua Felicity, prevedo un'altra bella gasatura ;)

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  3. Non l'ho ancora visto, purtroppo. Ma non vedo l'ora.
    Sono già esaltatissimo.

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    1. E fai bene! Uscita dalla sala saltavo ancora dalla gioia, aspetto di leggerti.

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