11 dicembre 2016

La Domenica Scrivo - Colori

L'altra sera si è parlato di colori.
E ne è partita la più classica diatriba: che verde è questo, cos'è più rosso, come si chiama tecnicamente questo?
Il tutto, ovviamente, è sfociato nell'altrettanto classica dimostrazione che noi donne i colori li riusciamo a chiamare in più e più modi, mentre i maschi si fermano al basico, senza porsi troppi problemi. Esempio ne è il giovine, che considera il tortora, sentito sempre più spesso dopo l'anno in cui tanto era di moda, un misto tra beige e viola.
Viola.
Dico io.
L'intera discussione mi ha fatto tornare alla mente un bellissimo scritto di Baricco, in quella sua rubrica di catalogatore che ha dato l'ispirazione a questa, di rubrica domenicale, in cui ammetteva la sua passione per i colori, il suo collezionare cataloghi, brochure, e perdersi in nomi tanto strani, tanto poetici.



Come il soffio di elefante, per dire, che negli anni, va a capire perché, è passato dall'indicare un grigio (e un po' ci sta), al blu, al verde. Un soffio verde.
Ma non serve andare distante, nello strano, per trovare nomi inventati da chissà chi e chissà perché.
Pensa al Blu Oltremare.
Un Blu che scavalca il mare, va oltre, va più giù, e lo rende il colore pastello che preferivo alle elementari.
O il Grigio fumo di Londra, che ora, però, grazie a The Crown che mi ha fatto conoscere quella nebbia, quel fumo denso che paralizzò la capitale inglese dal 5 al 9 dicembre 1952, quel grigio lo immagino intriso di quel verde proprio del veleno, della morte.
E poi, se proprio vogliamo andare avanti, si potrebbe parlare del color Terra di Siena, o della Terra di Siena Bruciata...
A dire il vero, pure io che con i colori ci lavoro (l'ho mai detto che per vivere dipingo ceramica? No? Ché non è che questo blog abbia chissà quali entrate...), qualche nome lo invento, per poi capirlo e saperlo distinguere solo io.
A partire dalla musica, in cui differenzio gli assoli di chitarra Blu (i miei preferiti, quelli dei Pink Floyd per intenderci) da quelli gialli e verdi, quelli acidi che non riesco a sopportare a lungo (AC/DC, diciamo).
In fase di progettazione e arredamento, poi, contino a puntare su l'azzurro, il lavanda e il verde Provenza.
A cosa corrispondono?
Pensate alla Provenza, meglio ancora, pensate a un film ambientato in Provenza, pensate a quella cascina/rustico da sogno dove i protagonisti vivono, e un mobile, almeno uno, azzurro, lavanda o verde, lo troverete, e quello è il colore che intendo.
Insomma, il genere shabby chic che tanto va di moda rendendo di moda ancora e sempre quello che è antico in un circolo che pare senza fine. Per fortuna.
E non è un caso che lo scorso anno l'autorità in materia, la (o il?) Pantone abbia eletto come colori dell'anno, dopo lo splendido Marsala, il Rosa Quarzo e il Serenity (e anche qui, sarebbe da aprirci un capitolo), tipici colori pastello shabby. E per questo, per me, bellissimi.
Quello di quest'anno è stato annunciato proprio in settimana: il Greenery.
Numero 15-0343, per essere precisi.
Insomma, nel 2017, Go Green! In tutto e per tutto, si spera.
E non per dire, ma io già l'avevo deciso che la mia prossima camera da letto sarebbe stata un Greenery, ma più acceso perché, un po' a sorpresa, è diventato il mio colore preferito (cosa che fa molto primo appuntamento o tema delle elementari).
Il colore della natura, che sa rilassarmi, il colore dei parchi e della campagna che sa riempirmi, il colore dei miei occhi, anche, uscito dopo una strenua battaglia che non ne ha voluto sapere di prendere semplicemente quelli scuri e marroni dei miei genitori, no, e nemmeno quelli azzurri dei miei nonni, no, a spuntarla, per ben due volte (tra me e mia sorella), è stata quella nonna i cui occhi verdi sono di un'altra tonalità, ma che ha saputo stracciare la concorrenza.
Poi sì, c'è anche il grigio, il dimenticato grigio.
Il grigio dei dubbiosi e dei riflessivi, per cui niente è mai o tutto bianco o tutto nero, il grigio della polvere che si posa sul passato, il grigio della malinconia.

Per scoprire il colore Pantone dell'anno QUI
Per leggere il bellissimo racconto di Baricco QUI

8 commenti:

  1. E' vero, mia madre è così, io ci vedo un colore base lei molto di più, troppo di più :D
    Comunque anche per me il verde è uno dei miei colori preferiti ;)

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    1. Il (la?) Pantone la pensa come noi quest'anno, anche se la tonalità non tra le mie preferito meglio il verde... prato ;)

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  2. Io sono messo ancora peggio del giovine.
    Il tortora non l'ho mai manco sentito.
    Per me ci sono il bianco, il nero, e poi forse c'è anche qualcos'altro che non riesco a distinguere... :)

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    1. Fosse per il giovine, esisterebbe solo il nero, come il suo armadio. Però dai, concediti almeno al grigio viste che le sue 50 sfumature le hai apprezzate ;)

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  3. ...ho i capelli rossi, quindi il verde mi sta divinamente bene...
    credo che, in tutte le tonalità, sia un colore veramente chic
    personalmente, vivo con un uomo che ha a che fare con l'abbigliamento, quindi le sfumature di colore, gli sono abbastanza famigliari!

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    1. Fortunata te, io posso richiamare la deformazione professionale anche se i nomi comunque mi è più facile inventarli che non scoprirne il vero pantone.

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  4. Il tortora è uno dei miei colori preferiti...adori il verde in (quasi) tutte le sue sfumature, a parte il verde smeraldo, e pure io sto pensando al verde (salvia) per la mia prossima camera da letto!

    Per concludere, ignoravo dipingessi. Che bello!!!

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    1. Dipingo/decoro, non so mai quale sia il termine giusto, e nonostante sia sulla della ceramica stile Capodimonte decisamente discutibile, un po' di occhio e di mano con gli anni me li sono fatti ;)
      Il verde della camera credo sia una specie di verde prato, qualcosa di acceso, su cui poi potrei sperimentare la mia mano di decoratrice. Vedremo ;)

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