16 dicembre 2016

Kubo e la Spada Magica

Andiamo al Cinema

Lo avevo ignorato.
Lo pensavo un altro di quei film di animazione di serie B che in attesa delle grandi produzioni Disney o Dreamworks affollano le sale per tenere buoni i più piccoli.
Lo pensavo un brutta copia di Kung Fu Panda, a riprendere le tematiche della famiglia problematica e divisa, della formazione di un giovane attraverso le arti orientali.
Non mi ero nemmeno informata sul cast di doppiatori d'eccellenza, composto da Charlize Theron, Matthew McConaughey, Rooney Mara, per dire.
Né tanto meno che a produrre il tutto non ci fosse una casa di produzione piccola, indipendente, dilettantesca. No, c'è la Laika, dietro tutto questo, la Laika di ParaNorman, di Boxtrolls, di Coraline, soprattutto, che anche quando non centra in pieno il bersaglio, ci sa fare.
E infatti, Kubo, spinta a vederlo dai pareri entusiastici letti qua e là, bello lo è davvero.

Sembra la solita storia, è vero, in cui lui, bimbo orfano di padre, deve accudire una madre persa nel suo mondo, forse ancora provata dal lutto, che inventa per lui storie che si mescolano alla realtà dei ricordi.
Lui le fa rivivere, attraverso la musica, la sua chitarra, e gli origami che crea, magicamente, mandando in visibilio la folla che passeggia per il mercato locale.
Unica sua regola: rientrare al tramonto, il nonno, il temibile nonno, e le zie, gli danno la caccia.
Ma sarà vero?
O sarà una fantasia materna creata in quei rari momenti di lucidità che forse tanto lucidi non sono?
Lo si scopre subito, appena quel coprifuoco viene violato, con spiriti che appaiono, che gli danno la caccia, e un risveglio nel freddo e nella neve accanto a una scimmia, quell'amuleto portafortuna sempre tenuto vicino, che ora una scimmia vera e propria lo è.
E così, parte l'avventura, per trovare l'armatura di quel padre eroico, per sconfiggere demoni e passato, con l'aiuto di un valoroso e buffo combattente dall'aspetto d'insetto, trovato lungo il cammino.


Sì, è vero, è la solita storia di formazione di un ragazzo, la sua crescita attraverso l'affrontare sfide più forti di lui, combattimenti, azione.
Sì, è vero, i colpi di scena non sono veri e propri colpi di scena, e si fanno intuire.
Sì, è vero, i cliché sul Giappone ci sono tutti, ma ci sono anche delle belle rappresentazioni dell'arte dell'origami, del saluto ai morti.
Sì, è vero, Kubo e la Spada Magica sa sorprendere, perché nonostante non sembri nulla di nuovo, qualcosa di nuovo lo è, appassionando, divertendo, pure.
Tra piccole gag innocenti, animazione di alto livello, colonna sonora da urlo, con la beatlesiana While my guitar gently weeps a risuonare più e più volte.
E quindi sì, in barba ad ogni previsione, ad ogni preconcetto, Kubo e i suoi strani aiutanti, che sono più di semplici spalle comiche, superano il già visto, superano tutto questo, per arrivare dritti al cuore.


Regia Travis Knight
Sceneggiatura Marc Haimes, Chris Butler
Musiche Dario Marianelli
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6 commenti:

  1. Film adorabile, sicuramente il più bello dell'anno, almeno per quanto riguarda l'animazione. La Laika (Boxtrolls a parte, che proprio non mi aveva entusiasmata) continua ad essere una garanzia :)

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    1. In un anno in cui la Pixar ha deluso parecchio, la Laika si è confermata, per fortuna!

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  2. Con le pellicole animate sei quasi come Ford: tendi a parlarne troppo esageratamente bene. :)
    Non so quindi se mi devo fidare o no...

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    1. Prova, tra scarafaggi McCoso e simpatiche scimmie burbere, potrebbe sorprenderti ;)

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  3. Grazie della citazione, e felicissimo che ti sia piaciuto.
    Un piccolo gioiello, forse non originalissimo, ma in grado di colpire al cuore. E per me va bene così.

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    1. Grazie a te per avermi spinto al recupero, colpisce eccome, come piace a noi ;)

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