8 settembre 2017

Venezia 74 - Brutti e Cattivi

Sono brutti e sono cattivi. Sono pure piuttosto disperati, handicappati, non in grado di integrarsi.
Sono però decisi a cambiare, con una rapina, di quelle ben pianificate.
Sono il Papero, nato senza gambe, la Ballerina, nata senza braccia, che insieme formano così la coppia perfetta, poi ci sono anche il Merda, tossico impenitente, e Plissé, nano, esperto in casseforti. Insieme, mettono su una banda per rubare 4 milioni alla mafia cinese.
Tutto filerà liscio?



Ovviamente no, perché ci sono doppi e più giochi, perché c'è sempre il pesce più grosso in attesa di prendere il più piccolo.
Con Brutti e cattivi si aggiunge un nuovo tassello all'ondata di nuovo cinema italiano, quello fatto da commedie coraggiose, quasi di genere, ma che il genere lo guidano con intelligenza, strizzando finalmente l'occhio oltreoceano nel reparto tecnico, puntando su un montaggio veloce, una fotografia colorata e acida, musiche riconoscibili.
Questo nuovo cinema potrà anche sembrare sempre lo stesso, ora che tanto viene prodotto, e soprattutto quando riesce male, ma quando vuole sanamente intrattenere, divertire, prendersi gioco anche di chi -chi ha un handicap- solitamente non viene preso di mira, allora lo si accetta e lo so vede di buon grado, ringraziando attori che si prestano a prove di imbruttimento e di maestria come Claudio Santamaria, Marco D'Amore e Sara Serraiocco.
Brutti e cattivi non si risparmia in violenza e scurrilità, non risparmia ottime citazioni filmiche e scene già parzialmente cult (quella del ballo) mentre il romanaccio la fa da padrone.
E pur non facendo breccia in modo diretto e puro come altri film di quell'ondata di cui sopra (Jeeg Robot, Smetto quando voglio) fa sentire la sua voce.

4 commenti:

  1. Ho visto il trailer proprio in questi giorni e mi ha colpita molto. La tua recensione conferma il mio (pre)giudizio ignorante, quindi penso proprio che andrò a vederlo quando uscirà anche nelle nostre sale plebee.

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    1. Avevo pregiudizi anch'io ma diverte, non si prende sul serio, cita ed é ben fatto. Gli manca qualcosa per essere del tutto un nuovo cult però.

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  2. Su questo film punto parecchio!
    Peccato non sia un cult totale, però se ci sono alcune scene parzialmente cult ce le faremo bastare...

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    1. Quelle bastano e avanzano, poi una parte di colpa me la prendo perché fatico a simpatizzare per i personaggi brutti brutti.

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