La ricerca di film leggeri, romantici, estivi, continua.
E continua su Netflix, che si fa distributore di tutto questo genere di film che in sala -qui da noi- mai arrivano.
Così, ecco 6 Baloons, che commedia non è, romantico neppure, ma ha quella durata (appena 75 minuti), quella locandina e quegli attori, che non possono che richiamare l'attenzione.
La storia, poi, ha quell'on the road in minima scala che incuriosisce.ù
C'è, Katie fidanzata, amica, figlia e soprattutto sorella apprensiva.
Sta organizzando una festa a sorpresa per il fidanzato, sta cercando di tenere tutto sotto controllo e in ordine, ma quando va a prendere il fratello Seth capisce da subito che qualcosa non va.
È pallido, trema, è nervoso, non apre la posta da settimane.
Ha ricominciato a drogarsi.
Ci prova a stare calma, per la sua salute mentale e per quella bambina -di Seth- che è in macchina con loro, ci prova a scaricarlo ancora, pregandolo di farcela, questa volta, in un centro di disintossicazione, ma tutto le rema contro.
L'assicurazione, la carta di credito, quella festa a cui manca solo lei, quella bambina che si vorrebbe tenere innocente e inconsapevole, quel fratello che non ce la fa più e una dose la vuole.
E allora, succede qualcosa di strano in 6 Balloons, succede che quella disintossicazione la si allontana, che il salvarsi non sembra una priorità rispetto a una festa, che la ricaduta si fa normalità e la si asseconda pure, comprando quella droga, passandola di mano. E diventiamo gli occhi e gli sguardi interdetti in quella farmacia, siamo -sono- piuttosto sconcertati dalla piega che la trama prende.
Il punto, però, cambia quando si realizza una cosa: non è Seth il protagonista del film, non è lui che deve farcela, sopravvivere, guardare in faccia la realtà e salvarsi.
È Katie.
È lei che è su quel molo, che si tuffa e quasi annega. Lei e la sindrome da crocerossina, lei e la sua esigenza di controllo. Solo con questo salto, con questa prospettiva, 6 Balloons lo si giustifica, lo si apprezza.
Per quanto piccolo, però, per quanto si insista con quella barca e quel molo, per quanto sia a suo modo un tantino esagerato.
Per fortuna, però, ad ancorare alla realtà sono due interpretazioni sentite da parte di Abbi Jacobson -che smette in modo meraviglioso i panni della strana Abbi di Broad City- e Dave Franco -che continua a sdoganarsi dal fratello maggiore, e qui dimostra più del solito la sua bravura, soprattutto nei panni di un padre spontaneo e divertente.
Sono i giochi fra i due, l'alchimia e le battute che si fanno a vitalizzare questi strani 75 minuti da vivere quasi sempre in auto, quasi sempre stretti e affaticati.
Non saranno estremamente leggeri, non saranno romantici, ma questi 6 palloncini un po' sono riusciti a coinvolgere.
Voto: ☕☕½/5
Come sai, qualche mese fa mi aveva sorpreso davvero.
RispondiEliminaPiccolo, recitato benissimo, con uno sguardo già da (piccolo) autore.
Ricordo, e forse per questo mi aspettavo di più. Non sono riuscita a giustificare tutte le scelte della storia, ma gli attori naturalissimi, sì.
EliminaAbbi in un lavoro distante da Broad City mi incuriosisce...
RispondiEliminapotrebbe essere un mezzo gioiellino.
Chissà se questi 6 balloons sanno volare in alto?
Dopo la tua recensione sono ancora incerto.
Abbi in versione responsabile e iper-critica è quanto mai distante da Broad City, mentre il fratellino Franco si dimostra ancora una volta in parte. Non un film memorabile, stiracchiato qua e là, ma vista la brevità si lascia guardare.
Elimina